L'ebano lavorato per te
con mani di artigiano,
come i tuoi occhi che un artista visionario
ha creato per renderti amabile al mio sguardo.
Riconoscesti il mio volto tra mille altri,
tra viandanti che percorrevano strade di sale,
altri intenti a raccogliere conchiglie sparse
sull'arenile, tra atmosfere rarefatte..
Sono riuscito a togliere i rovi dal mio petto,
ho imparato a sorridere nella sofferenza,
a raccontare il mio essere errante nella vita.
Raccolgo i tuoi vestiti sparsi per terra,
dall'anima anonima e dalle armonie antiche,
seta e ricordo tra le mie mani giunte.
Vennero in tanti a cercarti, tra di essi Eratshet,
dalle mani bianche come il chiaro di luna,
Basemhet dallo sguardo intenso e dalle parole accorate,
Semesh dalle ali di cristallo e dal cordoglio antico.
Mi venne in mente il domani vissuto ieri,
il passato futuro attraverso un presente senza tempo,
il rintocco di campane, le distese di fiori di lavanda,
il Maestrale amico bisbigliare nel bosco.
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e il tuo raccontare di essere viandante colpisce profondamente!