Guance rosa,
in uno sguardo attento,
ad osservare con sorpresa,
i colori cangianti di un arcobaleno
che sorge sul Golfo, sul mare,
dopo la tempesta.
Quel tuo sorriso che vive il sogno,
la sorpresa dei nuovi colori,
nella carezza del vento
sui canneti piegati al suolo,
con un inchino per la tua innocenza.
Picciridda, Sangu me!
Occhi vivaci che scrutano intorno,
intensi, olive nere di Sicilia,
mandorle amare e tenerezza infinita.
Quel disappunto nel vedere l'Aquilone
cadere dopo che la mancanza del vento
ne ha sottratto il volo.
Forse Jan non è stato bravo a costruirlo!
Eppure la carta era velina pregiata,
dai colori, rosso, azzurro, verde,
le code prolicrone di intenso splendore,
con il telaio portante di canne e l'arco
teso con lo spago per dare stabilità,
in un supporto leggero adatto a volare
nel cielo.
Picciridda, Chatu me, vita me!
Lo stupore sul tuo volto nella fiaba narrata,
la magia delle tue labbra, fragole rosse accese,
le tue mani tra le mie nel tempo che fluisce
e inesorabilmente non ritorna.
Tace la vita, nei silenzi intrisi da altri silenzi,
altri racconti ascolti, dal sapore lontano,
i tuoi sogni... ecco i tuoi sogni.
che non potrai più fare a meno di viverli.
Picciridda...
Poesia scritta il 07/12/2020 - 07:45Voto:  |  su 5 votanti  | 
	

Anna Rossi  
 10/12/2020 - 06:15 
  
  
santa scardino  
 08/12/2020 - 14:48 
Alpan .  
 08/12/2020 - 11:40 null'altro che...incantata
laisa azzurra  
 07/12/2020 - 21:39 Complimenti perché mi ha commosso. Ho figlie e non avrei saputo scrivere cose più belle.
Scusa se ho commentato troppo.
Grazie
Paolo
*****
Paolo Pedinotti  
 07/12/2020 - 18:44 
Antonio Girardi  
 07/12/2020 - 17:37 
barbara tascone  
 07/12/2020 - 15:48 
Maria Luisa Bandiera  
 07/12/2020 - 12:47 
Anna Maria Foglia  
 07/12/2020 - 10:10 
                        


