La notte dell'eclissi interminabile
oh Luna scordata, del cielo gemma,
mentre con calma e serafica flemma
la nostra ombra dai tuoi luoghi incolti
dispariva nei tuoi cangianti volti,
calante, crescente, piena. Dilemma
stai lassù finché epiteto, lemma
ti giunga ancor dai saggi o dagli stolti.
E stanotte t’hanno chiamato tutti
pure chi mai all’empireo è verso,
cercandoti, mistero che s’è perso.
Sognanti, increduli, atei, proprio tutti,
poeti, amanti, bimbi, farabutti
a rovistare insieme l’universo.
(Scritta la notte del 27 luglio 2018, la notte dell'eclissi lunare più lunga del secolo. Ironia della sorte il titolo e il senso di questa poesia mi sembrano adatti per questo periodo di pandemia: non ci salverà la scienza e la sua fallibile sicurezza; l'autentica Bellezza salvatrice consta di abbandono fiducioso al mistero, abbandono che è da un po' che manca agli ingranaggi deteriorati di questo mondo).
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e non sai quanto condivida la tua nota
la scienza non ci salverà se prima ancora non riusciremo a salvare le nostre anime
e non è una considerazione di tipo religioso, no, tutt'altro
la pandemia ci ha resi insensibili, egoisti fino alla nausea
è un dato di fatto
abbandonarsi così come saper ascoltare se stessi e gli altri, è un'arte perduta
sei pulita soave ... delicata e tanto positiva.
Grazie
Paolo
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