l'ultima ala di voce bianca
e per la strade lungo il viale
io mi annido:
sono un gomitolo di foglie
cadute e fradicie
colate d'intonaco a fronde
compongo il mio autunno
dalle piazze boschive che celo negli occhi
I palazzi ondeggiano e si fa svelta
la città, s'altera
sul far della sera...
all'appello chiama i miei passi
incitati a orme continue
da incidere,
a incedere senza che mi volti mai
ma appena m'appresto,
accanto alle mura,
ciuffi ineguali d'erba, stracci d'asfalto
le saracinesche abbassate
il richiamo del pane,
e il fumo al rombo di un motore
m'accorgo:
d'una raffica di vento,
del canto superbo di un uccello
che copre per importanza
lo sferragliare dei fili del tram,
e sul vetro del negozio
un bagliore s'ammira
del tono della violazione,
il monito d'un incontro
col tramonto
sui miei colli lontani
dove il polline è sempre maturo
catturato,
mi volto, sollevo il capo
scorgo stelle,
ma le immagino soltanto:
ticchettano rapide e rutilanti
ancora
si ripete la condanna
e di nuovo, ecco, il tentativo:
di abbracciarle tutte con un solo sguardo
e ora vorrei
andare, salpare,
tradurmi in andatura d'aliante,
attraccare è per anime stanche
e all'atterraggio
si cala il sipario del volo
la formula dell'esistenza tutta qui:
vivere è sempre volere
a piedi fermi, pure, con occhi
sempre accesi, e un fuoco, una fiamma
anche solo un guizzo eterno
che non si riduca mai a un pugno di carbone
Eppure, ecco
si rabbuia di nuovo il giorno
e avanza un'ombra...
la città è una luce sola
e per le strade lungo il viale
si posa
- il cielo dà il suo spento consenso -
un ultimo scarto d'autunno.
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ma leggendovi tutti mi consumo
e portando oggi letizia
la mia rima un po' vi vizia,
dove in cielo la stella appare
nell’augurare a tutti buon natale.
Complimenti per la poesia.
Nonno Orsolino