Denominazione non controllata
Chiamami
affinché un ciuffo di crine
emerga da fiori damascati.
affinché un ciuffo di crine
emerga da fiori damascati.
Definiscimi
perimetro di vuote stanze
dove ossidano ritratti
e lo sbuffo di una moka
non disegna un confine.
Immobile universo
rivestito di decoro.
Le cose.
Non m’appartengono,
ma io appartengo a loro?
Denominami
da un contesto
di idee ruggenti,
da un archivio di poesie,
dal mio romanzo o da un tuo testo,
da un paio di anacoluti
e di calze nere, le mie
serenate di grilli, sparuti.
Richiamami l’amore
come intarsio di venti,
infrangersi di ridondanze,
declivi di rose
su questi letti sfatti
tra mute sembianze
un tramonto d’oro
sulle cose.
Non m’appartengono,
né io appartengo a loro.
Poesia scritta il 08/06/2021 - 10:20
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Commenti
Si appartiene a se stessi, il resto delle cose è relativo, emozionarsi di ciò che si vive dell'attimo sfuggente!
Bel testo!
Bel testo!
genoveffa genè frau 11/06/2021 - 16:49
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