Tu sei rimasto come il primo giorno
quando in occhi screziati di smeraldo
avevi un guizzo postulante amore,
un balzo d’animale ferito e cupo.
Ai tuoi occhi assimilavo selve,
rigogliose radure d’ombra e luce
da percorrere sulle erte delle malve
emollienti come le tue mani calde.
Alle labbra piene ed invitanti
attribuivo sapore di fragole boschive
mentre formulavi domande palpitanti
tra le mie moine tenere e lascive.
Dal tuo crine d’ebano soave
un aroma di legnosa tenebra
si spandeva errabondo e grave
come da un’occultata latebra.
Alla circonvoluzione delle spalle
paragonavo dell’oceano l’egemonia
possente quando i suoi flutti innalza
nella veemenza della tempesta indomita.
Allettata dal tuo virile orgoglio,
dispensatore di lubriche delizie,
dolce e affondata pervenivo
ad un inusitato fondale di letizie.
Tu sei rimasto come il primo giorno,
intatto, oscuro, quasi virginale,
peccaminoso e disposto al perdono,
arcano segreto del saper amare.
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