Le gambe che non reggono.
La testa che ciondola.
Lo sguardo
in un altrove lontanissimo.
Dal quale proviene flebile
un disperato, ultimo, sussulto vitale.
Tirato a forza,
con quel po’ che resta.
La testa che ciondola.
Lo sguardo
in un altrove lontanissimo.
Dal quale proviene flebile
un disperato, ultimo, sussulto vitale.
Tirato a forza,
con quel po’ che resta.
Ma loro non cambiano.
No,loro non cambiano.
Nulla ricorderanno.
Nulla si porteranno dentro,
di tutto questo.
Breve ormai l’ossigeno,
per uno spietato sgomento.
E in questa asfissia,
tutto l’orrore
di un'insostenibile verità.
Poesia scritta il 14/09/2021 - 14:35
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