un mondo parallelo che sovrasta il nostro agire.
Male e bene si scontrano in eterno e l’onda che
prevale, rilancia ogni giorno il seme sulla terra.
Pazzia discende su di noi, come zucchero velato
quando si decreta Vero, ciò che solo più conviene
e lacrime urlate piangono l’etere rubato al Giusto.
Pietà o Dio da troppi ceri affumicato.
A tua immagine hai formato chi ti vede nel creato
e libertà in eterno hai confermato, mentre
Tuo Figlio coronato,
su due pali messi a croce ha perdonato.
Sacrificio imposto da mistero di follia.
Anche questo non voluto, così come
quel gesto disperato del patriarca amato, Abramo.
A quando?
Dio giusto dai tanti nomi, stanco di sospiri alla deriva,
di nuovo volgerai il Tuo sguardo altrove, come allora?
Un resto di coscienza arderà ancora, su altari riciclati
nell’odio scambiato per onore, in deliri di ogni tempo?
“Nel dopo di una crisi,
sorpreso, sento della mano il suo “toccarmi”:
-Non si sa mai- avverto.
Ma, se voglio vivere
tendo una mano attorno e l’altra, tiene pronta una matita.”
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