Un oscuro incubo
divorò il mio letto
mentre caddi preda
del sonno incatenante.
La paura incatenò
l’ormai vacillante corpo
alle camere dell’abisso
che spuntarono fuori
dai miei ghiacciati occhi.
divorò il mio letto
mentre caddi preda
del sonno incatenante.
La paura incatenò
l’ormai vacillante corpo
alle camere dell’abisso
che spuntarono fuori
dai miei ghiacciati occhi.
Una fine repentina
per la carne prigioniera,
ma ecco che uno scoppio
prese d’assedio la stanza
in cui entrammo io
e il mio spirito di colomba.
Veloci immagini levigate
di svariati colori ancestrali,
un tuffo nel vuoto apparente
riempito di tutto il niente.
La fredda notte
si scaldò di nuovi calori,
lasciandomi accarezzare
dal cielo innevato,
e nuova gioia apparve
ai confini del mio spirito.
Poesia scritta il 05/08/2014 - 10:58
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