Il senso della vita
pomeriggio computer e televisione...
la sera un pasto fugace...
poche parole dette con un fil di voce.
La mia stanza è grande, troppo grande,
il mondo lo sento distante,
distratto non mi vede,
ed il mio “io” sempre più debole cede.
È sabato finalmente!
È giunta l’ora di liberare la mente,
basta poco e arriva un esplosione,
mi lascio trasportare abbandonando la ragione.
Musica e oblio,
mi sento quasi un Dio.
Cos’è che mi manca? Di cosa ho bisogno?
Forse di credere in un sogno,
crederci davvero,
invece di vedere tutto nero.
Credere e lottare con forza e volontà,
e non buttare via questa mia età.
Sabato venite tutti a casa mia?
Inauguriamo una nuova “compagnia”.
Sei bravo Claudio, hai talento,
solo ora me ne rendo conto.
Anche tu però sei stata una sorpresa,
reciti con passione cara Teresa,
in quella scena d’amore,
si sentiva il battito del tuo cuore.
È questa la giusta medicina,
lo sballo di una sera è come la morfina,
dormi e sogni ma poi si fa mattina,
e il morale è di nuovo giù in cantina.
Allora sabato prossimo da Lorena,
così proviamo la seconda scena,
poi Luigi con la sua chitarra,
ci canta le canzoni della sua terra.
Con il teatro e le sue rappresentazioni,
escono fuori tutte le emozioni,
lasciando la mente fresca e serena,
come un giorno di primavera.
Ora, anche tu che mi hai letto,
inoltra ai tuoi amici questo discorsetto,
e muniti di coraggio e allegria,
formate anche voi una “compagnia”.
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