Quel che io fui fatto  in terra,
 per comune pasta ,
 e' padre madre 
Il divino amore.
Gia bagnato dall' acqua  del redentore,
alla bianca ostia converso,
vissi fanciullo con il sicur calore.
Ma il mio petto era  a voi diretto,
  e lieto de aver per amiche le figlie di 
Mnemosine.
Ogni fibra mortal a voi ho offerto.
Uomo son con mio difetto,
ma in  ver da voi il giusto anell
per esser snello da comun pasto.
Co voi io assai gaio, ho bevuto 
le sacre acque d ippocrene
 a  voi tanto care
Ho tessuto parole come maglie d' un panno.
alfin mi scaldassero dal mortal inciampo.
Se io servo al vosto banco ben vengo
devoto e casto,
 a gestir l' alto ingagio.
Poeta dicon in questo mondo selvaggio.
Ma non ve chi ode il dolce eco
del mio canto sonato al vento
A lacrimar mi face sole eterno,
un pigolar d 'uccellin timoroso,
ed il ruscelletto puro.
Io colgo il dolce dono dell 'universo
 Porgo il mio spirto alla carta,
custode del mio sentir.
Corrado cioci
Poesia scritta il 25/03/2024 - 12:30Voto:  |  su 0 votanti  | 
	
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