s’accingeva a bere l’acqua di un ruscello
ma chi a troppa fame non si sente in pace
neanche se ha bevuto peggio di un cammello,
guardando più giù a valle vide un agnellino
che alquanto temerario si stava dissetando
Il lupo golosone pensava al bocconcino
e già la carne tenera si stava pregustando,
per assalir l’agnello cercava un buon pretesto
perché anche i cattivi hanno una morale
ma a tacitar coscienza fanno sempre presto
per loro è assai vicino il confin fra bene e male,
e cominciò col dire alla tenera creatura:
“Stai sporcando l’acqua che poi io devo bere”
Rispose l’agnellino tremando di paura:
“forte e grosso lupo,come puoi vedere
tu sei molto in alto e l’acqua lì è pura,
poi scende verso me e tu già l’hai bevuta”
Si sa che l’arroganza è l’arma dei potenti
e la logica del mite non vien riconosciuta
e coprir ogni ragione con urla od espedienti
quando è chiaro il torto, è cosa risaputa.
Così quella bestiaccia con fare minaccioso
gridando a più non posso,sgarbato continuò:
“Sei mesi fa ricordo mio piccolo moccioso
che tu mi hai insultato, perciò ti mangerò”
La povera bestiola che flebile avea la voce
rispose che a quel tempo non era manco nato
cercando di scampare a quella fine atroce
ma tenue la speranza di essere ascoltato.
Non volle sentir ragione, quel lupo prepotente
e prima che la preda potesse replicare
disse: “certo era tuo padre,or mi torna in mente”
in un balzo gli fu addosso e cominciò a mangiare.
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