RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

Gintonic


Eccoci qui, che andiamo a questa fantomatica festa. La macchina schizza come una boccia sulla strada nera. Questa festa a cui ci porta il Seba. Ad una stazione Total mi sono fumato una sigaretta, ora sto col capo all'indietro mentre lui guida come un pazzo, perchè suo padre è una specie di pilota e allora lui deve guidare come una freccia. Rompe tutte le macchine, gli spacca il motore. Vabè. Mi abbandono alla forza centrifuga mentre gli altri sparano varie stronzate. Eccoci arrivati. Entriamo nel vivo della festa, tra gente che balla e si dimena, risa e schiamazzi, tante belle facce e bei profumi. Io con la solita sensazione di non c'entrarci un cazzo. Però divertirmi mi riesce, oh se mi riesce. Non stiate in ansia.
Lascio gli altri a fare le loro cose, salgo le scale per infilarmi sul balcone, a fumare un'altra maledetta. Quivi incontro Vera, una gentil pulzella di graziosa figura e di bel fare. Una cagna allarmante invero, un misto di confusione mentale, stravanità e incapacità, una... (continua)

Piero Geddes 17/03/2016 - 10:16
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Giovanni e Manuela


Narratore:
Questa è una storia d'amore semplice. Un momento della vita di due persone che vi racconto in poche frasi.
Nel racconto non è stato calcolato il valore della battaglia che le due persone hanno sostenuto per raggiungere lo scopo di vivere accanto fino in fondo. Non sono stati menzionati i momenti di debolezza, neanche le mille tentazioni che invitavano a uscire dai binari della convivenza. Neanche le cose belle o le delusioni. Tutto il sottinteso viene dato per scontato, perchè quello che conta è il risultato.
Vivere insieme, legati da un rapporto cordiale di reciproco rispetto. Indubbiamente l'essenziale.

Racconto:
A lui piace andare in auto. Di natura mite e taciturno, prende l'auto e va. Prima di partire pone una rosa rossa sul sedile di fianco. Ogni sera una rosa rossa per lei che non c'è. Poi, con rassegnata indifferenza, allunga il braccio destro nel gesto di abbracciarla, le confida la sua voglia d'amore. E' giovane, irrequieto e quando si emoziona sbatte le ... (continua)


Rochi Pinto 11/01/2017 - 00:25
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Gli occhi che non sorrisero


Mi fu affidata dopo la morte dei propri genitori, lontani miei cugini, una ragazzina appena dodici anni. Il suo nome era Liù. Io, vedovo di quaranta anni, senza figli, contadino, abitavo fuori paese nel mio casolare. Tutti i giorni portavo Liù a scuola in paese, frequentava le elementare, quinta classe, ogni mattina dalle ore otto alle dodici. La riportavo indietro, la accudivo come mia figlia, ero tanto affezionato a lei e orgoglioso. Con il passare del tempo, nelle ore libere, insegnavo a Liù la semina ed altro. Era sempre gioiosa, malgrado gli occhi suoi mostravano una tristezza penosa. La sera dopo cena io facevo i miei mestieri di casa, mentre Liù guardava la televisione. Spesso udivo le sue risate, anche a squarciagola ed io mi rallegravo, ma gli occhi suoi non mutavano, sempre pieni di tristezza, quasi languide.
Passarono alcuni anni, Liù frequentava il Liceo, andava e veniva in bici. La mia auto era una 128 Fiat e un po' la sera insegnavo a Liù la guida della auto. Lei, molto ... (continua)

Salvatore Rastelli 12/05/2017 - 20:11
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Gli occhiali


Erano i cosiddetti ‘ favolosi anni sessanta’ ed io, ero e sono una sessantottina, anche un po’ sorcina.
Erano gli anni in cui la vita era tutta un ideale e la gioventù uno strumento per realizzarli.
Non avevo ancora saputo l’esito dell’esame di maturità che mio padre, con premura e sicurezza nelle mie capacità scolastiche, mi trovò un lavoro come impiegata presso un ufficio di assicurazioni.
Ed io…….; che dopo le fatiche dello studio, pensavo di godermi una meritata vacanza, magari al mare….ma mio padre, saggiamente , mi disse che certe occasioni vanno prese al volo, e probabilmente aveva ragione.
Come prima esperienza, il lavoro mi piaceva ed era anche gratificante, aveva un solo difetto, la sera non uscivo mai in orario, se tutto andava bene, una mezz’ora dopo l’ora prevista.
La cosa non mi pesava molto, ma diventava un problema quando veniva in licenza il mio fidanzato, cosa che capitava tre volte l’anno: a Natale , a Pasqua e durante le ferie di Agosto.
L’episodio che segue a... (continua)

santa scardino 20/10/2019 - 18:45
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Gli sgoccioli della vita


Opera non ancora approvata!

Francesco Andrea Maiello 24/12/2024 - 07:29
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Guardarsi


Sempre il solito bar. Tutte le sere. Non passava neanche da casa. Si era stufato di sentire tutte le maledette volte le stesse parole:”Hai una famiglia, dove sei stato, con chi te la fai , vergognati”
Ci rientrava tardi, molto tardi. E al bar mica beveva alcolici. Rimaneva seduto per 2 o 3 ore a non far nulla. Certo, anime perse come lui ne aveva incontrate parecchie. La maggior parte tutti alcolizzati o quasi. Erano appena in grado di abbozzare una specie di discorso ma poi, sfasciati dall’alcol, i partner occasionali si afflosciavano e cominciavano a delirare. Non aveva nessuno. Ne per parlare ne per tradire la moglie. Si era costruito questa seconda non vita priva di significato e,quindi, vuota. Ma perché? Se lo domandava tutte le sere. Era successo tutto così lentamente, che neanche riesce ad individuare quale possa essere stato il fatto, la parola, lo sbaglio. Nulla di preciso che possa ricondurlo a ricostruire la deriva nel nulla in cui si sta avviando. Ed in cui sta facendo sci... (continua)

gabriele marcon 08/07/2015 - 13:10
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Ho sempre avuto mani sbagliate su di me.


Mi sono fatta toccare dalle dita sbagliate, baciare da labbra di cui avrei dimenticato subito il sapore. Ho fatto l'amore solo una volta, le altre forse ho fatto in modo di convincere me stessa che fosse amore e non sesso. Ho tremato dell'insicurezza e pianto dopo dal pentimento. Mi chiedevo spesso perché la dolcezza che mettevo nei gesti, alla fine si trasformasse in amarezza. Tra le lenzuola i soliti pensieri. "Cos'ho fatto?" Non riuscivo mai a capire in che situazione mi trovavo, avevo lo sguardo perso, respiri esagerati, e il resto intorno a me che funzionava a modo suo e faceva le sue cose. Faceva me. A volte ho avuto anche paura di farmi toccare da mani il cui tatto e il cui sguardo fossero duri e freddi. Temevo che con me non facessero l'amore, che i loro sentimenti, non fossi poi tanto brava a scatenarli. Mi é successo di guardare un punto fisso mentre uno di loro era dentro di me, non provavo nulla. Sembrava andare tutto a rallentatore, perdere senso. Sembrava avess... (continua)

Chiara Spada 18/05/2016 - 00:23
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I CAPRICCI DEL CUORE


Il giovane gentiluomo, dai capelli corvini e il mento deciso, era arrivato da poco più di un mese, ma già aveva portato scompiglio nella proprietà vicina. Mr Macomb, aveva tre figlie Janet, July e Judy, giovani graziose, in età da marito, pronte a dichiararsi innamorate del nuovo vicino. Ma egli aveva anche un'altra figlia, di poco minore delle altre, la quale non sembrava condividere con le sorelle, il medesimo interesse per Mr Deker.
Era Domenica, e come sempre le sorelle Macomb uscivano insieme per andare a Messa. Da un mese però, anziché tagliare per il sentiero, solevano costeggiare la via principale, allungando la passeggiata, pur di passare presso la proprietà del signor Deker, nella speranza d'incontrarlo. E la speranza era accresciuta, da quando la maggiore aveva sentito un pettegolezzo, da una delle donne del paese, la quale conosceva una delle cameriere, del signore in questione, che a sua volta l'aveva udito dalla governante. Sembrava che la festa che egli avrebbe dato di ... (continua)

Marirosa Tomaselli 13/10/2015 - 12:55
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I due colombi


Dopo un breve ma intenso viaggio di nozze trascorso in una delle perle della Costiera Amalfitana, precisamente a Vietri, io ed il mio soldatino Luca, partimmo alla volta di quella che sarebbe stata la nostra fissa dimora. Un viaggio lungo quasi 1100 chilometri, nella mitica Fiat 500L. Quando ci fermavamo all’autogrill facevamo sempre benzina da soli perché ci vergognavamo di mostrare le bottigliette di pomodori che mio padre, a nostra insaputa, aveva infilato tra gli spazi del motore.
La nostra destinazione era Villa Opicina ,( il paese in cui è ambientato ‘’Va dove ti porta il cuore ‘’ della Susanna Tamaro), un bellissimo paesino sulle colline di Trieste, ad un paio di chilometri dalla Slovenia.
Il clima non era certamente quello che avevo lasciato in Campania,un clima che in seguito fu commentato così da un collega di mio marito:’’ Capità , (era anche lui del sud), qua per undici mesi fa freddo e per uno fa fresco,’’ In effetti d’estate era una bellezza, tanto è vero che... (continua)

santa scardino 12/06/2020 - 19:16
commenti 16 - Numero letture:903

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