RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

CARPE DIEM


La vita fugge, non cercare dunque più di quanto ti offre la gioia del momento e affrettati a goderla. (Stendhal)
Molto prima di Stendhal già il poeta Orazio, vissuto intorno al 50 a.c. aveva inaugurato questa considerazione scaturita da una visione pessimistica della vita e dalla incapacità da parte dell’uomo di prevedere il futuro.
“Carpe diem”, letteralmente "cogli il giorno", viene tradotta in italiano comunemente come "cogli l'attimo", anche se la traduzione più appropriata sarebbe "vivi il presente".
E’ una locuzione tratta dalle Odi del poeta latino Orazio (Odi 1, 11, 8). Viene, di norma, citata nella forma abbreviata, anche se sarebbe opportuno completarla con il seguito del verso oraziano: "quam minimum credula postero" ("confidando il meno possibile nel domani").
Orazio, sempre alla ricerca di risposte sui grandi temi esistenziali, risposte che di fatto non troverà mai, aderisce parzialmente all'epicureismo, una delle corre... (continua)

ALFONSO BORDONARO 09/04/2017 - 19:25
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Causa sui


Eravamo tre amici, che attendavamo con ansia i fatidici 18 anni, desiderosi di acquisire i diritti e doveri che rendono una persona completamente indipendente e autonoma nelle scelte e nelle azioni, ma allo stesso tempo anche addossarci delle responsabilità che prima non avevamo e con le quali eravamo bisognosi incominciare a convivere, ma soprattutto non vedevamo l’ora di prendere la patente e poter assistere film osé. Raggiunta la maggiore età, ci siamo accorti che gli anni volano rapidamente, mentre prima sembravano che non passassero mai. Ricordo i nostri discorsi esistenziali e di quella sera del 5 giugno 1976; era un sabato ed eravamo seduti sulla panchina della piazza. Ero l’unico dei tre che aveva appena compiuto diciotto anni e mi apprestavo alla prima votazione per la camera dei deputati, mentre i miei amici erano alquanto stizziti che io potessi votare, perché il mio pensiero politico era diverso dal loro. Superata la divergenza politica, siamo passati ai soliti argomenti es... (continua)

Savino Spina 24/02/2018 - 12:17
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CEMENTO !


Cemento a destra. Svolta a sinistra. Cemento a sinistra. Svolta a destra. Cemento di fronte, re-tromarcia.
Anche macchine e persone, certo. Ma che ormai sembravano essere state ingoiate da tutto quel cemento.
Quindi si poteva parlare di macchine di cemento e gente di cemento.
Lo stesso Giovanni, oramai, era di cemento. Aveva persino difficoltà a respirare. Ogni tanto dove-va accostare, scendere dall’auto e cercare un posto dove riprendere fiato. Far arrivare ossigeno al cervello. Ed era difficile, perché era come se quest’organo così importante fosse….cementato.
Non è che ti potevi aspettare qualcosa di diverso. Vivendo in una grande metropoli, era inevitabile. E poi Giovanni era……
Bisognava sfruttare ogni metro quadrato a disposizione. Sovvertendo ed aggirando, magari, piani regolatori. Leggi regionali. Buon senso. Si, il buon senso. E chi lo conosceva più. Chi mai si poteva porre una domanda del genere di fronte alle opportunità che si offrivano ricoprendo di cemento... (continua)

gabriele marcon 13/07/2015 - 12:59
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Cercando un senso...


Nel mondo delle chiacchiere e degli sberleffi il non senso valeva più del senso. Ognuno si esprimeva in maniera assai personale. Si andava in giro nudi oppure troppo coperti. Non v'era alcuna censura nella terra fantastica di: "non siamo cio' che dovremmo essere, ma ci esprimiamo come vogliamo..." Si leggeva, si giocava e soprattutto ci si amava. Ognuno in piena libertà sceglieva il lavoro che più gli si confaceva e ciò di si cui aveva bisogno lo si trovava in giro. Inoltre, si poteva conversare con gli animali e qualcuno se gli andava si esprimeva al contrario. Gli uccelli cinguettavano, parlavano e gli umani avevano la facoltà di miagolare, abbaiare, nitrire: solo pochi ruggivano e belavano. Era tutto semplice e comprensibile. Qualcuno leggeva il pensiero, (anche se non ce n'era bisogno perchè vi era una tale empatia nel popolo,che comprendere i bisogni e i desideri degli altri era un piacere.) Le persone avevano la liberta' di scegliere quando e come ridere, urlare o amare... (continua)

Giovanna Balsamo 27/09/2017 - 16:25
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CERCASI


Mi domando alla fine della giornata dove è finita la grinta del mio Paese. Dove è la fonte degli uomini che ci hanno fatto diventare grandi. Dove è la sorgente di chi ci guida da anni senza mai vedere la fine del tunnel raccontandoci solo "barzellette" senza mai colpa nel fare. Dove sono finiti i colori che erano l'ideale dei nostri genitori. Non c'è più progetto nel futuro se non vedere "satire" in chiaro o scuro. Si vive senza fiducia annientando anche la natura per poi vedere in tv chi brucia la spazzatura. Come siamo caduti in basso! ... (continua)

Massimo Tovagli 09/10/2019 - 18:12
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Cezannè è il pre cubismo in Europa


Cezannè e il pre-cubismo

Degli impressionisti,certamente il più originale,stravagante impressionante è sicuramente Cezannè,che appartiene a quella rosa di pittori francesi,che fondarono ecrearono il movimento impressionista,cxoi loro quadri e opere,che tanto a lungo influenzò il gusto pittorico non solo francese,ma anche fuori da Parigi.Abbiamo a che fare con un artista straordinariamente,fertile,originale d eccentrico;ideatore di uno stile e di una forma e sensibilità teorico a concettuale,sua propria e particolare.Soprprendente, è al sua visione d’insieme della realtà,che non lascia indifferenti e che colpisce molto,se si pensa, quello he sarà dopo la corrente,e il movimento Cubista,tra cui chiaramente spiccano nomi come Picasso.Anche Cezanne infatti,in alcun celebri dipinti e paesaggi balneari marittimi di Francia,adotta tecniche uniche e innovatrici;precorritrici del senso e sensibilità cubista.I suoi dipinti ,sono apparentemente legati ancora al movimento Impressionist... (continua)


stefano medel 18/02/2015 - 07:43
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Che belle le mollette colorate!


Che belle le mollette colorate!


Certo che le mollette per i panni
ne hanno da raccontare!
Ricordo mia madre utilizzare
quelle di legno.
Spesso, la pioggia le inumidiva
fino a deformarle.
La corda ,così comunemente chiamata,
a volte era di ferro imbrunito ed appesi
vi erano abiti da lavoro, calze rammendate,
qualche camicia bianca. Pochissima roba!
Ah, erano anni difficili quelli!
Piccole case, pochissimi mobili,
letti singoli con reti metalliche,
bambini già ragazzi in pantaloncini corti.
Cappotti rivoltati e abiti passati da un fratello all’altro.
Odore di sugo……….la domenica!
Un lavatoio di pietra in casa ed una donna
strizzava i panni attorcigliandoli con maestria
rendendoli pronti, poi,
per quelle mollette di legno.
Che bella la semplicità!
Il progresso ci ha poi portato la plastica.
Moplen era un famoso Carosello del boom economico .
Le mollette di legno affiancate da quelle
più moderne e un po’ colorate.
Anche i panni appesi cambiavano.
Qualche ca... (continua)


luciano rosario capaldo 15/04/2015 - 11:35
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Che grande farsa è la vita


Nulla è come sembra: ogni verità ha sempre una sua piccola finzione. In fondo siamo tutti attori: ognuno ha la sua parte da recitare, ognuno ha la sua storia da raccontare. Sulle tavole di questo enorme palcoscenico, cerchiamo applausi e consensi. Spesso inventiamo storie mirabolanti, per impressionare la platea, a volte dimentichiamo le battute e proviamo imbarazzo. Troppo spesso facciamo salti troppo grossi per le nostre piccole gambe e così ci ritroviamo piagnucolanti e con il sedere a terra. Talvolta camminiamo carponi e facciamo fatica a rialzarci; ma poi seppure doloranti e acciaccati, ci rimettiamo in piedi. Anche se spesso prendiamo più calci che carezze, non ci fermiamo mai. Quando siamo felici e ci pare di volare, ci viene chiesto di stare con i piedi per terra. Quando corriamo ci dicono di frenare, perché potremmo farci male. Se stiamo fermi, ci chiedono di correre, perché a stare fermi non si va da nessuna parte. E noi andiamo...e spesso senza sapere dove. Ci invitano a far... (continua)

Giovanna Balsamo 05/04/2021 - 07:51
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Chi si arrende non ama... III°parte


2

Aprì gli occhi, guardò il soffitto cominciando a pensare quei sogni che aveva fatto.
Si accorse che era mattina e stava cominciando un nuovo giorno.
Riusciva a ricordarli in modo chiaro e anche se erano state uno specchio dei suoi pensieri per lui, era come avere una conferma che le sue riflessioni non erano sbagliate.
Guardava il cielo e pensava all’incontro fatto con Dio, a tutte quelle volte che aveva pensato, che fosse un tipo severo ma aveva visto che non era così.
Era soltanto un sogno ma suonava verità.
Dopo molto che il suo sguardo vagava si alzò dal letto e andò a fare colazione.
Adam viveva da solo e si era trasferito in quell’appartamento da poco.
Mentre mangiava, si guardava intorno, continuava a pensare quei sogni che aveva fatto.
Quei soldati, gli animali, Dio, aveva visto l’anima dei suoi pensieri prendere forma.
Si sentiva fortunato a vivere quella sua vita, anche se aveva delle difficoltà nell’affrontarla.
Infondo aveva capito che camminare è... (continua)


Giuseppe Greco 29/08/2014 - 20:14
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Chi si arrende non ama... II°parte


1


Si svegliò su un cespuglio di erba tra il verde e l’azzurro con indosso solo un costume fatto di pelle.
Il paesaggio intorno a lui era disegnato da una matita che miscelava l’odore della Natura e il sapore della fantasia.
Quella visione dettava pensieri magici.
Gli alberi avevano lunghe fronde bianche che si affacciavano al cielo e scendevano verso terra, come lacrime di avorio.
Possedevano grosse radici, che si sporgevano dal terreno come lo fanno le mangrovie quando sbucano dall’acqua.
I fili d’erba del prato erano come spighe di smeraldi e zaffiri.
L’aria aveva un odore tra il dolce e l’aspro come uno spicchio di limone invaso da una pioggia di zucchero.
La vegetazione che aveva davanti, invadeva il suo sguardo e sembrava non finire mai.
Mentre camminava, osservò dei rami di un albero, dove c’era un koala che lo guardava e sembrava sorridergli, poi lo vide scendere dall’arbusto quindi gli fu davanti.
L’animale gli girò intorno e si fermò …
“Ciao”.
“Ci … ao”... (continua)


Giuseppe Greco 27/08/2014 - 22:15
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