RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Miele

Staro: Luglio 1894,
La stringa si stava ormai slacciando del tutto, ma Luigia non voleva fermarsi, non ci teneva a essere lei quella che rallentava la marcia; l’Emilio era davanti e raramente si voltava indietro a controllare che lo seguissero, suo padre teneva bene il passo quando, la stringa finì sotto il piede e Luigia si ritrovò a terra, suo malgrado, dolorante, le si era sbucciato un ginocchio e il suo fazzolettino non bastava più a tamponare il sangue. Emilio l’accompagnò ad una sorgente che poco distava da lì, le pulì la ferita che risultò essere di lieve entità e strinse il suo fazzoletto, poi Luigia fermò il tutto tirando su la calza che anche se rotta bastava a contenere la spartana medicazione: “Te l’avevo detto di tornare indietro assieme alla mamma” le disse un po’ (ma solo un po’) accigliato suo padre. A questo punto si doveva tornare indietro, ma Luigia disse che no, non se ne parlava neanche di ritornare, lei avrebbe proseguito, tanto ormai poco mancava alla meta. E co... (continua)

Ivana Piazza 14/11/2015 - 14:40
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La Tenda scostata

Annetta aprì gli occhi, si era addormentata e il lavoro le era caduto a terra, lo raccolse e lo ripose dentro al mobile e con esso anche il cestino degli ago e filo; avrebbe ripreso l’indomani, tanto al matrimonio mancavano ancora diversi giorni e la gonna era quasi finita. Suo cugino Pietro l’aveva infatti invitata al matrimonio dei suoi due figli: Mavillo e Rachelina. Dalla piazzetta proveniva uno strombazzare di clacson, lei scostò la vecchia tenda di pizzo che ormai dimostrava i suoi anni, tanto che qualche buco si incominciava a notare pur tra i trafori del merletto. Arrivava un auto, lei riconobbe quella del suo inquilino; l’auto si fermò nel cortile e ne scese una signorinetta ben vestita, sorridente, felice di essere tornata a casa. Annetta, con stupore, riconobbe Giovanna che a sua volta guardava in direzione della finestra e vistala la salutava con la mano. Annetta bruscamente calò la tenda, ma poi stette lì a sbirciare attraverso la trina del merletto: come era cresciuta la ... (continua)

Ivana Piazza 24/11/2018 - 17:01
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Quando mi faccio un panino ripenso…”

L’attenzione si era spostata, ora la priorità era di trovare Teresa; la piccolina non si trovava. Si era mobilitato perfino il burbero nonno. La trovarono rannicchiata sotto il letto dei genitori, si premeva forte le mani sulle orecchie e tirarla fuori da lì non fu facile, era spaventata e molto. Tutti si prodigarono a tranquillizzarla, non avrebbe più sentito quei versi disperati: il maiale era morto. Era stato questo ad inquietare la piccina; il sentire lo strazio dell’animale nella sua fine, l’aveva scossa e molto. Di li a qualche anno il problema non si presentava, perché quando tornava da scuola, il maiale era già appeso sotto al portico. Nei giorni seguenti assisteva incuriosita alla lavorazione della carne che si trasformava in prelibati salumi. Salami, pancette, soppresse, luganeghe, facevano bella mostra di sé, appesi nelle lunghe aste in cucina sino a che, una volta asciugati, venivano portati nella fresca cantina. Teresa temeva il maiale, dovette però superare la sua paura, ... (continua)

Ivana Piazza 07/10/2017 - 15:40
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Quel vino rosso rosso slavato

Dal profumo che si era sparso per la casa, si capiva che il dolce era riuscito; mele, fichi secchi e la nostrana uva nera erano finiti nell’impasto e avevano reso il dolce una bontà. Almeno questo era stato il gradimento dei commensali, riuniti per il pranzo durante la giornata in cui si vendemmiava. Il padrone di casa aveva aperto una bottiglia del suo vino; di colore rosso slavato, dal sapore gradevole e frizzante, anche se non poteva certamente vantarsi di chissà quale etichetta, faceva bella copia con il dolce di Teresa. Al pomeriggio si tornò al vigneto, la nebbia del mattino se ne era andata e al suo posto un bel sole dava calore e buonumore. Tra i filari una lunga fila di colorati secchi in plastica si riempiva presto di grappoli, qualche cesta superstite di lontane vendemmie faceva ancora bene il suo compito e chiacchiere questo o su quello riempivano l’aria, dove nugoli di fastidiosi moscerini la facevano da padroni. Qualcuno ogni tanto svuotava i secchi nel carro che avanzava... (continua)

Ivana Piazza 14/10/2017 - 16:34
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Ricordando la mietitura

C’era davvero una gran polvere, per non parlare poi del rumore, Teresa doveva gridare per richiamare l’attenzione: aveva portato da bere e tutti le furono grati, la polvere scendeva e seccava la gola. Era l’ultima volta che si trebbiava così, l’anno dopo sarebbe arrivata la mietitrebbia direttamente sul campo; Teresa ne fu dispiaciuta, le piaceva la confusione del trebbiare sull’aia. Arrivava gente ad aiutare e tutto si concludeva con una bella mangiata. Lei era una piccola donnina di dieci anni, forse troppo matura per la sua età, ma dall’altra parte non si poteva fare diversamente: la mamma aveva bisogno del suo aiuto e Teresa lo capiva coscienziosamente, anche se la voglia di giocare era tanta, ma veniva presto ripresa dal papà che la invitava a tornare ai suoi compiti domestici. Per tornare alla mietitura, Teresa aveva memoria di quando piccina veniva portata nei campi e sistemata all’ombra di qualche albero al limitare del campo, dove la mamma andava ad aiutare il papà. Le piaceva... (continua)

Ivana Piazza 30/09/2017 - 17:19
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