Scaricai la tanica dal portabagagli mentre qualche sporadica auto passava in quel tratto di sterrato, diretta alla spiaggia, quella bianca e famosa, quella così vuota e vera d’inverno, quando le nuvole scure, troppo vicine alla sabbia sembravano, per qualche oscura ragione, voler riversare tutta la loro rabbia proprio lì, quasi a punirla di cotanta bellezza, ma rendendola ancor più incantevole ed eloquente.
Le cicale frinivano nella pineta, il mare laggiù, pigro e disinteressato allo scorrere del tempo, lambiva gli scogli solo per vincolo e l’aria era calda, impregnata della polvere che le auto sollevavano al passaggio.
Aprii la tanica e versai il contenuto sulla piccola quercia, il cui fusto era avvolto da un acerbo strato di sughero e da un cartone, una medicazione d’emergenza che le avevo fatto giorni prima, quando l’avevo vista riversa a terra, ferita e sofferente.
Un’auto mi aveva appena superata; rallentò e poi tornò verso di me, in retromarcia. Ne uscì una turista, cur... (continua)
Premessa: 'Il re, la regina e il pappagallo,' fa parte di una trilogia intitolata 'Il pappagallo' che comprende anche 'Il pappagallo del nonnaccio' ed 'Epicuro, il pennuto' i cui testi risultano senza apparenti legami.
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Erika, la bellissima principessa di Norvega, a ventitré anni compiuti divenne regina poiché andò in sposa a Zeno, il re guerriero di Itala, vedovo da tempo. Egli era un tipo spietato e temuto, forte come un roccia, virile come un toro e geloso nei confronti della regale consorte.
Un giorno, per motivi espansionistici, Itala dichiarò guerra a Lybian. Il sovrano, nell'organizzarsi con armi e bagagli, incaricò un servitore, di nome Alessandro, di reperire una contenzione fisica per la regina al fine di coprirle dal basso il di dietro e il davanti. In proposito, si vociferava che durante le precedenti trasferte del marito, costei, eludendo la sorveglianza di alcuni fedeli emissari, si fosse concessa con un domestico, con un valletto e con una guardia. In mancanz... (continua)
Lucia e gli animali
Nacque in un periodo nero per la sua famiglia, perché il padre aveva subito un fallimento e le possibilità finanziarie, sino a quel momento floride, si ridussero enormemente.
Ciononostante fu attesa con gioia, poiché i nostri avi dicevano che i figli sono benedizioni.
E come una benedizione fu attesa soprattutto dalla sorella maggiore, che desiderava tanto avere una sorella.
Crebbe nell'amore e nella serenità, anche se la madre si adattava a cucire i vestitini, lei, che da ragazza non aveva mai preso un ago in mano!
Era una bimba solare, ma tanto irrequieta... Il suo cuore era grande e il suo amore veniva riversato a fiumi verso fratelli e genitori, ma, soprattutto, amava gli animali. Sembrava che conoscesse il linguaggio di ognuno di essi e, se avesse potuto, avrebbe fatto dormire nella sua culla, tutti i suoi amici.
La famiglia si era trasferita in campagna e lì c'era spazio a sufficienza per crescere qualche "bestia". Sì, lo metto tra virgol... (continua)