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Pino,il mio albero

Il mio babbo si chiama Enrico, è un simpatico novantenne ancora pieno di vita, che guida l'auto e sbriga le sue cose dignitosamente, non vuole assolutamente festeggiare i compleanni e passeggia allegro con il suo buffo cane per la campagna.
L'unico problema è che non sente più molto bene, ma lui dice a tutti che la sua sordità non è causata dalla vecchiaia ma da un incidente in moto che ebbe in gioventù e in parte, ma solo in parte ,è vero.
Quando la maestra ci fece scrivere un pensierino per la festa del papà, io scrissi :"Il mio babbo è un albero alto e forte" e disegnai un tronco con le braccia , tante foglie verdi e una bambina che dava la mano all'albero. Credo sia per questa immagine che avevo di lui che fin da piccolissima l'ho sempre chiamato Pino e tutt'ora, quando scherziamo, lo chiamo così.
Il babbo era il postino del paese, lavoro direttamente ereditato da nonno Serafino, perchè allora funzionava così.
D'estate quando ero in vacanza spesso andavo con lui a consegnare la posta. Andavamo con la 500 verdolina che mi piaceva tanto perchè aveva il tettuccio, così io potevo stare con il busto fuori a prendere in faccia il vento e gli insetti...Andavamo fino alle case dei contadini in aperta campagna,percorrevamo strade bianche piene di buche e la polvere che alzavamo mi dava l'idea di essere dentro a una nuvoletta bianca. Le donne ,intente a cucinare, ci accoglievano festosamente, ci offrivano da bere ed a me regalavano ciliege, pesche o uova di giornata.
Pino, finito il lavoro mi dava i soldi per il ghiacciolo e mi diceva che sarei diventata una bravissima postina.
In agosto si andava in villeggiatura per due settimane, ero un po' dispiaciuta di lasciare il paese e gli amici , ma in auto Pino si metteva a cantare:
Tutti al mare
Tutti al mare
a mostrar le chiappe chiare!
Allora contagiata dalla sua allegria , cantavo con lui a squarciagola per tutto il viaggio.
I giorni trascorsi in Versilia, sono vivissimi nei miei ricordi, mia madre e mio fratello stavano in spiaggia , Pino ed io andavamo spesso in pineta , entrambi eravamo insofferenti alla sabbia , al caldo e alla confusione; allora si noleggiavano le biciclette e si facevano lunghe pedalate.
Altre volte mi portava al molo a vedere le barche e i pescatori e mi raccontava le storie di quando lui era bambino e c'era la guerra, poi ci sedevamo a mangiare un gigantesco gelato e quando tornavamo in spiaggia era quasi l'ora del tramonto.
Tante cose mi ha insegnato mio padre, la gioia e la spensieratezza, l'ironia e l'ottimismo
il rispetto e l'amore per la natura e gli animali.
Mi ha insegnato che quello che pensano gli altri non è importante, ma è importante fare ciò che ci rende felici .
Sicuramente è anche grazie a lui se ho costruito un rapporto di amore e fiducia con il mio compagno di vita...


Mio marito e mio padre, ovviamente , a parte la fede calcistica, sono abbastanza simili e fra loro c'è un rapporto davvero speciale!
Grazie babbo Pino!!




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Racconto scritto il 13/05/2016 - 14:07
Da patrizia brogi
Letta n.1099 volte.
Voto:
su 8 votanti


Commenti


Patrizia! Questa è una dedica stupenda per il tuo amato babbo.
Quanto amore e quanta spensieratezza così ben descritta a riguardo degli anni passati della tua infanzia.
Ho vissuto come in ub quadro emozioni e colori vividi.
Bravissima.

Giovanni Santino Gurrieri 13/05/2016 - 19:13

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Che bel regalo hai fatto a tuo padre con questo racconto-sentimento ed a noi di averci fatto partecipe..... un caro abbraccio e un bacio a tuo padre, al mio lo mando lassù nel cielo!

ANNA BAGLIONI 13/05/2016 - 18:36

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molto bello il tuo racconto be anche emozionante il vostro rapporto più di amicizia che padre e figlia bello 5*

POETA DELL'AMIATA LUPO DELL'AM 13/05/2016 - 17:28

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Anche io lo vedo come un bell'omaggio a un padre e un bel racconto su un tema a me caro: i ricordi. Piaciuto.

Sabry L. 13/05/2016 - 17:24

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Cara Patrizia,
una simpatica monella con un favoloso papà come nei film di De Sica (Vittorio).
Molto gustoso il racconto di vita vissuta all'ombra del Pino, vorrei tanto assomigliargli anche nella longevità, per raccontarvi altri 30/40 anni di storielle.
Un abbraccio e tanta felicità. Anche a papà.5*

salvo bonafè 13/05/2016 - 17:04

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Bel racconto della tua fanciullezza, direi che è dolce come lo zucchero filato di quei tempi e diafano come una nuvola.
Brava!Fortunata ad avere ancora quello splendido padre!
Nadia
5*

Nadia Sonzini 13/05/2016 - 15:39

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Un bel racconto in omaggio del padre. Complimenti

antonio girardi 13/05/2016 - 15:39

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