Alla scoperta dell' amore
Quel giorno non avevo nulla da fare, camminavo senza una meta...a dire il vero avevo un appuntamento col dentista, ero molto in anticipo e dato che era bel tempo mi fermai ai giardinetti. Seduta in una panchina mi inebriavo dei profumi dei fiori. Dopo poco accanto a me si fermarono un gruppetto di ragazzini piccoli con le loro mamme, 5 femminucce e un maschietto. Le madri, sedute iniziarono i loro discorsi, mentre i figli carichi di rastrelli, pentoline, macchinette avevano trovato posto a fianco a me. Poco distante c’era un albero concavo che faceva loro da casetta. Era tempo che non sentivo voci di bimbi, i miei figli ormai uomini li vedevo pochissimo. Ero quasi seccata dal cicaleccio ma poi i discorsi si fecero interessanti. Le ragazzine erano donnine, con le loro Barby intavolavano discorsi a dir poco seri. Mi divertii ad ascoltare. Anna Maria la più grande aveva esordito con una domanda precisa e dalle sue amichette voleva risposte. -Ti vuole bene la mamma??- Rebecca pronta -Certo quando mi lascia mangiare le patatine senza sgridarmi!- Badate che la più grande avrà avuto 6 anni. Fu la volta di Martina senza esitare disse sottovoce- L’amore è quando non mi strillano dopo aver rotto un vaso. – Massimo l’ometto per non essere da meno dichiarò molto deciso – Per me l’amore è il mio cane quando mi lecca la faccia, anche se l’ho lasciato da solo tutto il giorno -. Toccava ad Elena avrà avuto 5 anni, con due occhioni e un'espressione angelica guardando le compagne disse:- L’amore è quando la mamma dà a papà il pezzo più buono del pollo -. Straordinario, non potei non ridere, avrei dovuto registrare tutto, mentre le madri incuranti, distratte ciaccolavano prese dai loro stupidi discorsi! Avevo ascoltato un trattato particolare sull’amore, da bimbi ancora non smaliziati e loro mi avevano fatto scuola di come sia semplice l’amore. A complicarlo siamo noi grandi. L’ora del dentista si avvicinava, lasciai la panchina ormai proprietà dei bambini che sorridenti mi salutarono. Arrivai allo studio con una gioia tale da farmi scordare il rumore dell’odioso trapano. Il mio dentista mi chiamò era il mio turno, ai saluti aggiunse -Come stai?- Bene risposi, oggi ho avuto lezioni d’amore, se in futuro non mi farai male, saprò che mi hai curato con tanto amore e la prossima volta verrò senza paura. Rise perché sa quanto detesto la sua poltrona.
Mirella Narducci
Racconto scritto il 30/01/2025 - 22:54
Letta n.19 volte.
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Commenti
Molto bello e scorrevole questo splendido racconto fatto di insegnamenti di vita.
Complimenti!
Complimenti!
Maria Luisa Bandiera 31/01/2025 - 11:31
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