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Legenda
= Poesia
= Racconto
= Aforisma
= Scrittura Creativa


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VITA INTERIORE DI UN PERSONAGGIO

Le istruzioni sono:

Descrivi un personaggio che si accinge ad andare al supermercato per fare delle compere. E' allegro e felice perchè è innamorato.
Descrivi lo stesso personaggio nella stessa scena in un momento successivo quando sta vivendo la dolorosa rottura della sua relazione.


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Amici di sventura. Quarta parte

CARLO: Un bel niente. Tutte le volte mi chiedeva se ero
uscito con una donna calva.
IAQUINTO: Ho saputo che mia cognata ieri ha avuto una
bambina.
CARLO: Chissà com’è contento suo fratello?
IAQUINTO: Felicissimo. Mi hanno detto che ha voluto a
tutti i costi essere presente al momento del parto, visto che si era perso quello del concepimento.
CARLO: Anche il mio amico Antonio assistette al parto
della moglie.
IAQUINTO: Giornata felice?
CARLO: A me disse che fu una giornata nera
IAQUINTO: Possibile?
CARLO: Certo, gli nacque una coppia di gemelli con gli
occhi a mandorla.
IAQUINTO: la moglie era un orientale?
CARLO: No. Della Corno…vaglia. Tornando al discorso
per cui siamo qui, ma tu, com’è che ti sei deciso, insomma…, a salire quassù?
IAQUINTO: Voglio farla finita. Non riesco più a
sopportare il peso delle corna. E Tu?
CARLO: Stessa ragione. Beh, lo confesso… anche mia
moglie, pur brutta che sia, da quando sono qui dentro non mi è più fedele. E per di più, e questo è il colmo, nonostante tutto dice che è gelosa di me.
IAQUINTO: Le donne brutte sono sempre gelose dei loro
mariti. Le donne belle non ne hanno il tempo. Sono sempre troppo impegnate ad essere gelose del marito delle altre
CARLO: La donna raramente perdona all’uomo di essere
geloso, ma non gli perdonerà mai di non esserlo.
IAQUINTO: E’ vero. Le donne gelose sono terribili…
anche mia madre era pazzamente gelosa di mio padre, pensa che era talmente gelosa che lo teneva segregata in casa quando lei andava a fare i fine settimana con gli amici.
CARLO: E tuo padre era d’accordo?
IAQUINTO: Certo non voleva che mia madre potesse
avere dei dubbi su di lui. E tu sei geloso?
CARLO: Ti confesso che soffro di gelosia fin da quando
ero piccolo…
IAQUINTO: Fin da piccolo?
CARLO: Sì, non volevo nemmeno che mio padre si
avvicinasse troppo alla mamma. E poi sono sempre stato sfortunato nella vita. Anche nel suicidio.
IAQUINTO: L’hai già provato altre volte?
CARLO: Certo, e c’è scappato anche il morto
IAQUINTO: Come sarebbe a dire se sei ancora qui?
CARLO: Una sera stavo seduto al bar, fissando
sconsolatamente la mia bevanda avvelenata. Non mi mossi per mezz'ora assorto com’ero nei miei funesti pensieri. Così, il proprietario del bar mi disse che: ho consumavo o me ne dovevo andar via. A dire la verità non ne avevo il coraggio e così me ne tornai a casa. Tornato a casa trovai mia moglie che se la intendeva con l’idraulico. Lasciando casa, in fretta dimenticai la bevanda sulla tavola in cucina e d ho saputo poi che nella stessa sera quell’idraulico l’avevano trovato stecchito per strada. Pensa che ero partito per suicidarmi io ed invece…
IAQUINTO: Ma che sfiga!
CARLO: Lui o io?
IAQUINTO: Pensandoci bene… tutti e due.
( ENTRA SANDRO)
SANDRO: (Entra ansimando) Una corsa per niente,
corri, corri… per poi trovare altra gente prima di te. Ma che sfortuna…
CARLO: La precedenza è precedenza…ho visto che sei
arrivato appena ieri.
IAQUINTO: E la pazienza è la virtù dei forti
SANDRO: Veramente io non sono mai stato forte, ma
sono fragile, debole e soprattutto timido.
CARLO: Per esempio?
SANDRO: Non sono mai riuscito a trovare una donna.
Sai qual è secondo me la differenza tra una donna e uno specchio: la donna parla senza riflettere, lo specchio riflette senza parlare.
IAQUINTO: Mai stato con una donna?
SANDRO: Mai! L'ultima volta che sono entrato in una
donna e' stato quando ho visitato la Statua della Libertà e la prima volta che ne sono uscito è quando sono nato.
CARLO: Ma possibile che tu non abbia mai avuto
l’occasione…
SANDRO: Occasioni sì, ma non le ho mai colte. Una
volta per conquistare una ragazza che avevo da poco conosciuto, accompagnato dalla sua sorellina più piccola, decisi di regalargli un paio di guanti. Entrammo nel negozio io presi un bel paio di guanti bianchi e la sorella comprò per se un paio di mutandine. Durante l'incarto, il commesso confuse i due oggetti, così alla sorellina da i guanti e a me… le mutandine. Ignaro dell’accaduto scrivo le seguenti parole come bigliettino sul pacchetto: - 'Ho scelto questo regalo perchè ho notato che non ne porti quando usciamo assieme la sera. Se non fosse stato per tua sorella, avrei scelto il modello lungo con i bottoni, ma lei preferiva il modello più corto, più facile da togliere. Il paio che ho scelto io e' di colore delicato, ma la signora che me l'ha venduto, mi ha mostrato il paio che lei ha portato per le ultime tre settimane, ed avevano una fodera solida. Le ho fatto provare un tuo paio, e le stava molto bene. Vorrei tanto essere lì ad aiutarti ad indossare il mio regalo per la prima volta, poichè senza dubbio altre mani verranno in contatto con esso prima che io riesca a vederti di nuovo. Quando ti togli il mio regalo, ricordati di soffiarci dentro prima di metterlo via, perchè ha una certa tendenza ad umidificarsi durante l'uso. Pensa a quante volte bacerò il tuo paio… durante il prossimo anno. Spero che l'indosserai per me venerdì notte. Con affetto. P.S. L'ultima moda e' di girare un poco il bordo, in modo che si veda un poco di pelo....'.
IAQUINTO: non hai avuto altre occasioni?
SANDRO: Certo. La settimana scorsa sono andato come
al solito in ufficio ed ho preso l'ascensore. Premo il bottone per il quinto piano. Al secondo piano la più fantastica stupenda magnifica ragazza che abbia mai visto entra e inizia a mettersi in posizioni seducenti contro la parete dell'ascensore. Io non so più dove guardare e inizio a diventare nervoso. La donna inizia a slacciarsi i bottoni della camicia e la butta per terra. Poi slaccia il reggiseno e lo butta per terra. A questo punto sono nervosissimo. Lei mi guarda dritto nelle “palle” degli occhi e mi fa: "Fammi sentire una vera donna!". Allora, non sapendo che fare, e per farla sentire donna mi slaccio la camicia, la butto per terra e le dico: "Prendi, stirala!”. Mi ha detto: No
fammi sentire una vera donna ho detto; Così ho preso il telefonino e le ho passato mia madre.
CARLO: Ma non l’hai mai fatta una vera dichiarazione
d’amore?
SANDRO: Per conquistare una donna non e' tanto
importante la dichiarazione d'amore quanto quella dei redditi. Tempo fa frequentavo una ragazza abbastanza prepotente. Aveva la mania di comandare gli uomini come un Comandate delle forze Armate. Mi raccontò di quando era fidanzata col suo primo ragazzo e gli disse: “Franco, d’ora in poi se vuoi essere ospite a casa mia io non cucino più! Quando verrai lo farai tu”.
CARLO: E lui che fece?
SANDRO: Lei in verità la prima volta non vide niente, la
seconda volta non vide niente ma dalla terza volta Franco che prese le salsicce, i crauti e si mise a cucinare. Poi gli disse: Franco d’ora in poi quando verrai a dormire a casa mia io non farò più il letto!
CARLO: E lui…?
SANDRO: Lei primo giorno non vide niente, nemmeno il
secondo, ma dal terzo giorno comincio a fare i letti. Poi cominciò ad esagerare… gli disse: Franco d’ora in poi quando verrai ospite a casa mia, la mattina prima di andar via mi preparerai la colazione e poi te ne vai!
CARLO: No non me lo dire… mica…
SANDRO: Si… il primo giorno non ha visto niente, il
secondo non ha visto niente, ma dal terzo giorno ha preso uova, bacon e succo di arancia e ha preparato la colazione. E così aveva intenzione di fare anche con me. Un giorno mi fa: “Sandro d’ora in poi quando usciamo tu mi accompagnerai dove voglio senza fiatare, farai la fila ai supermercati con me senza aprire bocca e sarai sempre disponibile a pagare il conto.
CARLO: E tu non gliel’hai mica data per vinta? Voglio
sperare proprio di no.
SANDRO: Io in verità gli avevo detto che non ero come
Franco, il suo ex, e che non sarei stato al suo gioco, anzi gli ho detto: “Guarda che dovrai essere tu a cucinare, fare i letti ed al Supermercato se non ho voglia te ne vai da sola”. Così il primo giorno non ho visto niente, il secondo nemmeno ho visto niente, ma dal terzo ho cominciato a vedere un po' dall'occhio destro...
IAQUINTO: Ma almeno una donna, anche se non
bellissima…
SANDRO: Tutte le donne sono belle, specie se si spegne
la luce
CARLO: Quindi… mai avuto una donna a cui pensare,
amare e stargli accanto?
SANDRO: eppure pensa che a ciascuno di noi il fato ha
destinato una donna.
CARLO: Certo… ma se riuscissimo a sfuggirle saremmo
salvi.
SANDRO: Una volta conobbi una di quelle donne che si
incontra solo una volta nella vita. Se sei proprio sfigato, due. Gli dissi: “Sai, e' un po' di tempo che mi frulla un'idea per la testa...". lei mi rispose: "Non ti preoccupare, vedrai che presto o tardi morira' di solitudine...".
Allora che facciamo? Se volete precedermi… decidete. Io mi metterò in coda. Non mi resta che uccidere…
IAQUINTO: Uccidere chi, scusi?
SANDRO: Il tempo, no?
CARLO: E com’è che lo vorresti uccidere il tempo?
Colpo di pistola?
IAQUINTO: Impiccamento?
CARLO: Annegamento?
IAQUINTO: Coltellata?
CARLO: Colpo di Karate?
SANDRO: No, semplicemente parole crociate. Non sono
un violento…
IAQUINTO: Parole crociate? Lei viene fin quassù per…
ed è così tranquillo da fare le parole crociate?
SANDRO: Certamente; è il miglior sistema di
rilassamento prima di intraprendere un viaggio così impegnativo…
CARLO: Potremmo aggregarci anche noi?
SANDRO: Perché no? Mi verranno meglio. Vediamo…
(Si accomodano per terra) "Il nome della figlia di Bush"; otto lettere
IAQUINTO: Buscetta
SANDRO: (Scrive e ripete) "L'indimenticabile Totò"
CARLO: Riina
SANDRO: Giusto, Riina. "Sport che si pratica allungando le braccia"
IAQUINTO: Scippo!
SANDRO: Bravo; sei lettere… Scippo! “È famoso quello
di Troia..."
CARLO: Figlio! Infatti… Figlio di troia
SANDRO: Scritto… Troia. "Accompagna il dolce"
IAQUINTO: Gabbana! Infatti… Dolce e Gabbana
SANDRO: Gabbana. Ci sta. "La indossa il calciatore"
CARLO: Questa la so… Velina. Infatti tutti i calciatori
hanno le veline addosso.
SANDRO: Velina… ok. Questa è difficile… "Non può
avere la testa fra le nuvole"
IAQUINTO: Semplice… nano!
SANDRO: Nano. Ci sta. Quattro lettere. Bravo! "Visita
posti meravigliosi"
CARLO: Visita posti meravigliosi… trovato!
Ginecologo!
SANDRO: Ginecologo. "Può essere morto in stazione, sette lettere..."
IAQUINTO: Inizia per B?
SANDRO: Sì
IAQUINTO: Barbone!
SANDRO: Bravo! Barbone. Ci sta! "Sono famose le sue
colonne"
CARLO: Le sue colonne… Quante lettere?
SANDRO: Otto lettere
CARLO: Allora è semplice. Enalotto!
SANDRO: "Nel parco e nei giardini"
IAQUINTO: Questa è facile… Drogati!
SANDRO: Questa è difficile… La maga che trasformava
gli uomini in porci"
CARLO: Invece è semplice… La maga che trasformava
gli uomini in porci? Cicciolina!
( ENTRANO PASQUALE,
GIACOMO E TAMMARO)
GIACOMO: Cicciolina? C’è anche Cicciolina da queste
parti? E’ mia! La voglio! La voglio!
PASQUALE: Calma, calma… Le faccio notare che,
come espresso già ieri a quest’ora, la priorità è mia; per cui, se qui c’è Cicciolina…
GIACOMO: Anch’io ti faccio notare che qui, più che
Cicciolina, ci sono ben tre ciccioloni
CARLO: Ma si può sapere chi siete e che ci fate qui?
PASQUALE: Suppongo che noi siamo qui per le vostre
stesse ragioni.
SANDRO: Incomincio a dubitarne... (rivolgendosi a
Pasquale ed estraendo dalla tasca delle carte da gioco) …Lei potrebbe stare sulla porta e mettersi a fare la guardia. E lei faccia da supervisore e faccia in modo che qui nessuno bari (rivolgendosi poi a Giacomo)
GIACOMO: E se qualcuno bara?
SANDRO: Lo buttiamo dalla torretta
TAMMARO: Ma ci potremmo lasciare la pelle…
CARLO: O romperci l’osso del collo…
SANDRO: Vi faccio osservare che siete saliti quassù
proprio per quello… Ma forse non ne eravate del tutto convinti… Io proporrei di riiniziare a vivere partendo dalle cose semplici…
TAMMARO: Tipo?
SANDRO: L’amicizia per esempio, e anche da una sana
risata che distoglie dai cattivi pensieri, soprattutto, qui dentro vedo che ce ne davvero bisogno; a proposito del nesso tra risate e suicidio… sapete qual è il colmo di un suicida? Ammazzarsi dalle risate. Accomodatevi…
(prendono delle cassette da frutta poste in un angolo li pongono in mezzo. Si siedono. Sandro distribuisce le carte e iniziano a giocare a scopa esclamando le varie mosse tipo “Quattro e tre… Settebello”, “Scopa”, etc….)
(tra una giocata e l’altra si chiude lentamente il
sipario)



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Scrittura creativa scritta il 11/04/2013 - 11:04
Da Luigi Bellotta
Letta n.1462 volte.
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