Ho mescito nel mio calice
Vino di Francia fatto acido.
L'ho assunto copiosamente,
Mi sono inebriato
Di quel pregiato veleno.
Mi riscaldava la gola,
Mi infiammava lo stomaco,
Mi incendiava il fegato
E il cuore mi devastava:
Ma io non smettevo; versavo
E ingoiavo senza remore,
Senza freno mi ubriacavo
Di quel mortifero nettare:
Ne ero dipendente,
Ne ero assuefatto,
Ne ero divenuto
Proprietario e schiavo.
Cosa mai mi staccherà
Da quella preziosa anfora
Mortale tra i suoi manici?
Se nulla potrà mai farlo,
Che io muoia annegato
In questo speziato veleno!
Vino di Francia fatto acido.
L'ho assunto copiosamente,
Mi sono inebriato
Di quel pregiato veleno.
Mi riscaldava la gola,
Mi infiammava lo stomaco,
Mi incendiava il fegato
E il cuore mi devastava:
Ma io non smettevo; versavo
E ingoiavo senza remore,
Senza freno mi ubriacavo
Di quel mortifero nettare:
Ne ero dipendente,
Ne ero assuefatto,
Ne ero divenuto
Proprietario e schiavo.
Cosa mai mi staccherà
Da quella preziosa anfora
Mortale tra i suoi manici?
Se nulla potrà mai farlo,
Che io muoia annegato
In questo speziato veleno!
Opera scritta il 16/02/2015 - 14:55
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Commenti
Mi raccomando, non interpretate mai alla lettera le immagini nelle mie poesie...
Giulio Cerrato 16/02/2015 - 23:40
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Quasi autolesionista, anzi sicuramente, questo affogare nel dolce veleno. Ci vedo molto degli Scapigliati.
Alessandro Sivieri 16/02/2015 - 22:14
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NO!...Emergi in fretta e VIVI! Vera
Vera Lezzi 16/02/2015 - 20:06
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