Ignota musa,
A te forse lo posso mormorare:
Vorrei danzare alla musica
D'una tempesta impetuosa,
Che esagita calmi marosi,
Non sarebbe un amabile muoversi?
Vorrei cingerlo con lieve passione,
Sfiorarlo e baciarlo
Illuminata dal tuo bagliore
Eterno e perpetuo.
La pioggia dolcemente dalle nubi
Stillerebbe e il lieto fuoco
Dell'anima mia arderebbe
Più bruciante ancora e ancora.
Vorrei perdermi
In un infinito
Così preziosamente bello.
Eppure entrambe sappiamo
Che così grande amorosa voluttá
Mai mestamente accadrá.
A te forse lo posso mormorare:
Vorrei danzare alla musica
D'una tempesta impetuosa,
Che esagita calmi marosi,
Non sarebbe un amabile muoversi?
Vorrei cingerlo con lieve passione,
Sfiorarlo e baciarlo
Illuminata dal tuo bagliore
Eterno e perpetuo.
La pioggia dolcemente dalle nubi
Stillerebbe e il lieto fuoco
Dell'anima mia arderebbe
Più bruciante ancora e ancora.
Vorrei perdermi
In un infinito
Così preziosamente bello.
Eppure entrambe sappiamo
Che così grande amorosa voluttá
Mai mestamente accadrá.
O ignota musa,
Forsitam sibi susurrare hoc possum?
Ad vehementis tempestatis musicam
Saltare vellem,
Quae placidos fluctus agitat,
Nonne amabile nos commovere esset?
Exigua cum cupiditate eum amplecti,
Leviter eum attingere
Ac basiare vellem,
Tua perpetua sempiternaque lumine collustrata.
E nimbis blande imber
Stillaret et laetus ignis
Animae meae arderet
Fervidior etiam etiamque.
Nusquam me invenire
In quadam infinitate, sic pretiose
Pulchra, vellem.
Attamen non noscimus ambae
Amantem talem voluptatem
Maeste numquam fieri.

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