I mandorli in fiore
Su una strada sdrucciolevole e ancora colma di quei timidi ruscelli che le pioggia invernale crea, si ergevano due mandorli,ancora in letargo, che attendevano la primavera per metter fiore.
Entrambi odiavano l'inverno e la loro morte apparente che in questo periodo li caratterizzava.
Ma reagivano in due modi completamente opposti: il primo,un albero giovane e pieno di vita, attendeva con frenesia ed impazienza, mentre il secondo, un albero ormai anziano e con molte primavere alle spalle,si accingeva alla stagione della vita con molta meno trepidazione.
Un giorno, quando era ancora pieno inverno, il sole brillava alto in cielo, e il mandorlo giovane esultò : "Che bello, sta arrivando la primavera, tra poco potrò mettermi a fiorire".
Lo stesso giorno, però, al contrario, il mandorlo anziano disse " Questo sole mi spaventa, non mi convince, è ancora troppo presto".
Il giorno dopo, ancora il sole rischiarava le spoglie membra del giovane mandorlo che gioiva : " Wow, allora è davvero primavera".
Ma, il vecchio e anziano,ammoniva : " Sta attento, forse non è come pensi e deve ancora gelare a terra. Gli altri anni ho sempre dormito di più,non aver fretta,fidati di me."
E allora il giovane mandorlo, anche se voleva già fiorire, decise di desistere.
Ma,il giorno dopo, vedendo il sole, senza consultarsi con l anziano decise di fiorire:
le gemme che venivano fuori dai suoi rami erano una meraviglia, e lui ne andava fiero.
Sarebbe stato il primo mandorlo a fiorire, dato che l anziano avrebbe sicuramente atteso di più.
Tutti avrebbero guardato ed ammirato lui, e avrebbe acquisito una fama a lui molto cara.
Ma, già l indomani, si dovette ricredere. Freddo e tempesta assalivano quella stradina di campagna che era la sua casa, e la temperatura si abbassó vertiginosamente.
Le sue gemme iniziarono a perder meraviglia, e diventarono sempre più deboli.
Ma resistette, speranzoso che l indomani il sole sarebbe tornato.
Ma niente, ancora pioggia e tempesta.
E ancora meno forze gli restavano, in questa vita che ormai sentiva sempre più distante.
Ma resistiva ancora.
Il terzo giorno, però,la neve imbiancò i rami dei mandorli, che si ritrovarono a vivere in condizioni opposte.
Quello che aveva scelto di vivere adesso era morto, mentre il vecchio che era considerato poco voglioso di vita adesso era l unico che era stato capace di aggrapparsi ad essa.
A questo punto,quando l'anziano mandorlo rimase solo,prese la parola e disse al giovane avventuriero agonizzante : "Caro amico mio, ti sembra che perché non corro velocemente non ho voglia di giungere al traguardo ?
Io voglio vivere, tantissimo.
Ma per vivere, devo saper aspettare il momento opportuno.
Devo saper cogliere l attimo.
Tu hai sfidato il tempo seguendo l istinto, ed hai fallito miseramente. So che avevi voglia di vita, ma sai, spesso sopravvive chi la voglia di vita non la espone e se la tiene dentro, come un asso nella manica da svelare quando è più opportuno.
E io ho atteso, sto ancora attendendo, senza chissà quale frenesia di vivere. Tanto so che la vita nascerà da sola,automaticamente, e mi travolgerà.
Per scrivere il mio destino devo tener conto di come e quando posso cambiarlo.
Ci sono delle regole imprescindibili che ci determinano, e violarle vuol dire non conoscere i propri limiti, e quindi andare incontro alla morte.
Io vivo così, anno dopo anno, senza sperare né disperare. E attendo che il sole mi faccia sudare e strasudare prima di metter fiore.
Non ho fretta, né voglia di apparire.
Ed anche se questo sonno apparentemente mi stanca, oramai so che è questo stesso sonno a darmi la forza per poi ritornare a vivere. Ho imparato a dare il giusto peso anche ai tempi morti, e ho apprezzato l attesa della vita più della vita stessa. Buon viaggio, amico mio, e salutami tutti i mandorli che come te hanno rischiato negli anni, e adesso sono li, ad aspettare una vita che ormai gli è stata per sempre negata ".
Entrambi odiavano l'inverno e la loro morte apparente che in questo periodo li caratterizzava.
Ma reagivano in due modi completamente opposti: il primo,un albero giovane e pieno di vita, attendeva con frenesia ed impazienza, mentre il secondo, un albero ormai anziano e con molte primavere alle spalle,si accingeva alla stagione della vita con molta meno trepidazione.
Un giorno, quando era ancora pieno inverno, il sole brillava alto in cielo, e il mandorlo giovane esultò : "Che bello, sta arrivando la primavera, tra poco potrò mettermi a fiorire".
Lo stesso giorno, però, al contrario, il mandorlo anziano disse " Questo sole mi spaventa, non mi convince, è ancora troppo presto".
Il giorno dopo, ancora il sole rischiarava le spoglie membra del giovane mandorlo che gioiva : " Wow, allora è davvero primavera".
Ma, il vecchio e anziano,ammoniva : " Sta attento, forse non è come pensi e deve ancora gelare a terra. Gli altri anni ho sempre dormito di più,non aver fretta,fidati di me."
E allora il giovane mandorlo, anche se voleva già fiorire, decise di desistere.
Ma,il giorno dopo, vedendo il sole, senza consultarsi con l anziano decise di fiorire:
le gemme che venivano fuori dai suoi rami erano una meraviglia, e lui ne andava fiero.
Sarebbe stato il primo mandorlo a fiorire, dato che l anziano avrebbe sicuramente atteso di più.
Tutti avrebbero guardato ed ammirato lui, e avrebbe acquisito una fama a lui molto cara.
Ma, già l indomani, si dovette ricredere. Freddo e tempesta assalivano quella stradina di campagna che era la sua casa, e la temperatura si abbassó vertiginosamente.
Le sue gemme iniziarono a perder meraviglia, e diventarono sempre più deboli.
Ma resistette, speranzoso che l indomani il sole sarebbe tornato.
Ma niente, ancora pioggia e tempesta.
E ancora meno forze gli restavano, in questa vita che ormai sentiva sempre più distante.
Ma resistiva ancora.
Il terzo giorno, però,la neve imbiancò i rami dei mandorli, che si ritrovarono a vivere in condizioni opposte.
Quello che aveva scelto di vivere adesso era morto, mentre il vecchio che era considerato poco voglioso di vita adesso era l unico che era stato capace di aggrapparsi ad essa.
A questo punto,quando l'anziano mandorlo rimase solo,prese la parola e disse al giovane avventuriero agonizzante : "Caro amico mio, ti sembra che perché non corro velocemente non ho voglia di giungere al traguardo ?
Io voglio vivere, tantissimo.
Ma per vivere, devo saper aspettare il momento opportuno.
Devo saper cogliere l attimo.
Tu hai sfidato il tempo seguendo l istinto, ed hai fallito miseramente. So che avevi voglia di vita, ma sai, spesso sopravvive chi la voglia di vita non la espone e se la tiene dentro, come un asso nella manica da svelare quando è più opportuno.
E io ho atteso, sto ancora attendendo, senza chissà quale frenesia di vivere. Tanto so che la vita nascerà da sola,automaticamente, e mi travolgerà.
Per scrivere il mio destino devo tener conto di come e quando posso cambiarlo.
Ci sono delle regole imprescindibili che ci determinano, e violarle vuol dire non conoscere i propri limiti, e quindi andare incontro alla morte.
Io vivo così, anno dopo anno, senza sperare né disperare. E attendo che il sole mi faccia sudare e strasudare prima di metter fiore.
Non ho fretta, né voglia di apparire.
Ed anche se questo sonno apparentemente mi stanca, oramai so che è questo stesso sonno a darmi la forza per poi ritornare a vivere. Ho imparato a dare il giusto peso anche ai tempi morti, e ho apprezzato l attesa della vita più della vita stessa. Buon viaggio, amico mio, e salutami tutti i mandorli che come te hanno rischiato negli anni, e adesso sono li, ad aspettare una vita che ormai gli è stata per sempre negata ".
Opera scritta il 27/03/2015 - 16:58
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Commenti
Epilogo non felice per uno dei due avventati mandorli, ma bella morale!
Il mio voto è: "buono"!
Una domanda: che fine han fatto gli apostrofi?
Il mio voto è: "buono"!
Una domanda: che fine han fatto gli apostrofi?
Maria Valentina Mancosu 29/03/2015 - 13:10
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