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Suonala ancora, Horacio!

Da molto tempo non vedevo un concerto degli Inti-Illimani, dai primi anni settanta, quando rimasero in Italia dopo il colpo di stato in Cile, e facevano concerti da tutte le parti.
Nel 1997 c’era rimasto poco della ventina di anni abbondantemente passati. Alcuni periodi passano e invecchiano più in fretta di altri.
Passati i fasti delle feste dell’Unità, trasformate in una sorta di mercatino dove, a parte i ristoranti, si vendeva già di tutto: dal folletto alle magliette di marca fino alle automobili. Si era partiti timidamente con la vendita delle auto con le Skoda e le UAZ, molto di sinistra ma ora le auto erano FIAT, Ford, Opel.
Passeggiavo, cercando di arrivare dove era in programma il concerto, all’aperto, con il parco rivolto al mare.
Le facce degli spettatori erano attempate. Sì, vero, giovanili, abbronzati come si richiede a Luglio, ma comunque quarantenni e oltre.
Non se ne vedeva nessuno più giovane
Che cosa vuoi gli Inti non sono più all’apice. Mi ricordavo un concerto di molti anni prima nel teatro tenda, molto bello ma ora? Le emozioni torneranno come allora? Entrerò nel film ancora una volta quando verrà il momento, entreremo nel film?


Cos’è che unisce un film e una canzone che non c'entra niente l'uno con l'altra? Forse nulla, specie se il film è “Casablanca” e la canzone è “El pueblo Unido”.
Li unisce però il momento eroico, quello nel quale, in un attimo, si ribaltano i ruoli e lo sconfitto, per un momento vince, momentaneamente, la sua battaglia.


Così nel film di fronte ai tedeschi vincitori, l'esecuzione della Marsigliese richiesta da Lazlo, ma autorizzata da Bogart, zittisce gli invasori. Tutto il pubblico del locale trova la forza di ribellarsi all'esecuzione di una loro canzone e il numero vince sulla tracotanza. I molti sui pochi.
Scattano corde recondite, quasi genetiche: la cantante, l'orchestra, Sam, la prostituta, tutti gli astanti la intonano nel film, e, davanti allo schermo che lo trasmette, non si può avere che un’ondata di commozione.
Allo stesso modo l'esecuzione di “El pueblo Unido” provoca la stessa reazione di commozione.


Ed eccola, infatti, l’onda di commozione che ti assale, ci siamo!


Horacio Salinas suona e canta con gli Inti-Illimani e cominci a sentire gli occhi lucidi, la vista si offusca; qualcosa ti si smuove dentro e la cosa strana è che, guardandoti intorno, ti accorgi che sono tutti nelle stesse tue condizioni.
Qualche pugno alzato, come per “La locomotiva” gucciniana, ma è la saliva che non scende, che ti manca, perché l'acqua è andata agli occhi, e non ne hai abbastanza per la gola, è inutile resistere.
Sei tu in Casablanca!


Che tu sia Sam o la prostituta, Lazlo o la cantante, Rick o Ilsa.
Forse siamo come gli sconfitti francesi? Forse immaginiamo la nostra insana rivincita di un momento?
Può essere.


In ogni caso, suonala ancora Horacio!




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Opera scritta il 27/04/2015 - 12:00
Da Glauco Ballantini
Letta n.1528 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


L'Auro che aspettavo...
!

Vera Lezzi 27/04/2015 - 19:06

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Grazie Auro, davvero commosso del tuo tracimante commento, di una storia di resistenza durante i secoli quasi un film lungo la storia umana....

Glauco Ballantini 27/04/2015 - 18:54

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Credo che tra noi non ci siano fratture, che ci sia un ideale comune...posso capirvi e condividere, con dolore, ma non rimanere immobile e indifferente. Io Resisto, cazzo!!!! Proprio perchè non parlo con un pc, ma con uomini/donne. Io resisto e non mi piego a questa sconfitta, accetto la stanchezza , la distanza ma non la sconfitta e l'abbandono.


Avrei voluto raccontarvi di una bella serata passata con i compagni di una radio...25 anni tra lotte ed ideali , vecchi , giovani , con i segni del tempo sul volto e nell'anima, ma sempre li '... con lo stesso ideale. . . ma è solo lo spunto per chiedervi di non mollare!!!!

Maronna quanto tempo è passato!!!!!!
Pezzo ovviamente super eccellente.


Auro Lezzi 27/04/2015 - 18:37

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Ecco avrei voluto raccontavi di come è bello ritrovarsi dopo tanti anni ancora assieme , tra generazioni di Compagni, con diverse interpretazioni e motivazioni , assieme nell'unico ideale...forse un po' utopistico...e voi eravate con me.Io non voglio credere nel fallimento di questo progetto sarebbe come se rinegassi la "storia" dei progetti e non credo nei delatori, nei franchi tiratori, negli scivoloni e nelle delusioni, io vado avanti ..perchè ci credo ...che sia qui o altrove non lo so. E' stato tutto vano allora?

Io sono qui nei prossimi giorni per parlarne ancora per trovare una soluzione, non alle delazioni o alle frasi facili che possono (e spesso) ci colpiscono ...una soluzione alla nostra Resistenza. Non così eroica come quella politica della nostra storia...ma credo nella coerenza, nel dialogo, nel confronto...e siccome a questo confronto ci credo, come credo in molti di voi che vi affacciate ...


Auro Lezzi 27/04/2015 - 18:35

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Quell'Europa messa a ferro e fuoco dai Nazisti...Tra le macerie della fabbrica di Trattori a a Stalingrado...eravamo anche a Varsavia, dopo aver finito le munizioni, nelle fogne e nelle cantine del ghetto.
Con il popolo jugoslavo sulla Neretva quando ...ma i resistenti jugoslavi hanno mostrato di sapercela fare da soli. Abbiamo creduto nella possibilità di combattere assieme con croati, serbi,croati, sloveni fianco a fianco, sfidando la storia.... "

Quanta storia ancora manca alle pagine dei Resistenti...un lungo elenco di persone, fatti, storie di popoli e nazioni che hanno avuto come unico elemento la fede , l'ideale e la Resistenza...e dove sarebbero tutti questi popoli se non ci fosse chi crede ..chi ancora crede che "il poco diviene molto, la debolezza trasforma in forza e un vantaggio si moltiplica per dieci"


Auro Lezzi 27/04/2015 - 18:34

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Tante volte abbiamo resistito ..Si tante volte, trasformando le sconfitta in vittorie...

Ed ancora 60 anni dopo vendicare gli studenti massacrati a Tatlelocoa Citta' del Messico...e poi in Bolivia al guado del Yeso , quando l'imboscata militare uccise sette di noi tra cui Ernesto "Che", Tamara Burke "Tania"...Eravamo in tanti altri posti e non ci avete riconosciuto, con i volti truccati o nascosti da passamontagne...sconfiggere i soldati in giacca blu del colonnello Reno...o sconfiggendo Custer a Littel Big Horn...

Siamo stati ben presenti tra gli operai ad Homeasted quando i soldati dell'agente Pinkerton scoprirono che che gli immigrati divenuti operai, sapevano unirsi e tenere duro...e piu' tardi ancora , dopo 70 anni ancora impallidirono quando i fratelli neri opposero resistenza nel ghetto di Wyatt o al tribunale di Soledad nelle celle di Attica o San Quintino....Con gli operai neri di Detroit...Ma le pagine piu' belle della nostra storia le abbiamo scritte nel cuore dell'Europa.


Auro Lezzi 27/04/2015 - 18:31

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Complimenti! Io ho ancora i vinili degli Inti e ogni tanto li rispolvero (sono d'epoca pure io, al pare dei vinili). L'emozione è sempre grande, e tu hai saputo farla rivivere molto bene con questa pagina.

mario malgieri 27/04/2015 - 18:29

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Ma i Resistenti non sono solo tra le barricate e nelle officine delle grandi metropoli...i Resistenti nel deserto Algerino...nelle Colonie imperialiste, tra il popolo arabo...Ovunque e dovunque in Arabia come in Brasilecontro i colonialisti Portoghesi, contro gli schiavisti. E ancora piu' su' tra i popolidelle Ande con la resistenza di Tupac Amaru...e ancora a fianco nelle Bande Orientali a fianco di Simon Bolivar...del popolo mexicano con Zapata che scosse e fece impallidire i latifondisti.

Auro Lezzi 27/04/2015 - 18:29

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E quanno ce vo ,ce vo:

Non è roba recentissima...Mi domando ha ancora senso ed attualità??

Avrei voluto raccontarvi, annoiandovi a lungo forse, di come i Resistenti sono comparsi in ogni angolo di dove, "guardando in faccia il nostro vero nemico". Di come certe Resistenze non si interrrompono MAI , di fronte a certe avversita' e di come le varie Resistenze hanno attraversato la nostra storia. Nostra , in senso globale. Avrei voluto raccontarvi dei sogno dei tanti che hanno combattuto sudato e sputato sangue in nome di un ideale che ha forse piu' valore di tante altre immagine.

" Avrei voluto parlarvi dei tempi in cui la Resistenza è passata dalla resistenza spagnola contro Napoleone, per Ciceruacchio ed il suo popolino, per la Parigi di Haussman e infiammare di nuovo gli animi dopo la Comune quando i Resistenti li chiamavano "Communards" e ancora resistenti contro i Prussiani...


Auro Lezzi 27/04/2015 - 18:26

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Jamas sarà vencido.....scusa se ho sbagliato a scrivere....ma li ricordo anch'io ancora molto bene

Roberto Colombo 27/04/2015 - 15:49

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