Pecchio non è dispiaciuto
Pecchio non è dispiaciuto di essere "single".
Non è in cerca di un'"anima gemella".
Non pensa di averla trovata.
Non cerca che amiche (ma anche amici) disponibili all'ascolto ed al dialogo così come lo era "Il Suo Più Grande Amico".
Pecchio non si preoccupa per alcune sue periodiche crisi di fede.
Sa che la cosa più importante non è compiere sforzi per credere in Dio Padre, ma, al contrario, acquisire la consapevolezza che sia Dio Padre, invece, a credere in noi e trovare in questa consapevolezza il nostro riposo.
E' vero che, un giorno, Dio si pentì di avere creato l'uomo, ma si trattò di un momento e, poi, cambiò idea.
Le parole del Salmo 26 (27) o 27 (26) (a seconda dell'edizione della Bibblia che si possiede) torneranno a dargli la carica ed è convinto, anzi, che lo stiano già facendo in questo momento.
Il disegno della sua vita lo stanno colorando entrambi (pecchio e Dio Padre), in questo momento e, un giorno lontano (Pecchio lo spera) lo porteranno a termine.
Pecchio non è convinto che la solitudine sia il male del secolo.
E' convinto, al contrario, che la solitudine sia uno stato privilegiato dell'anima in cui l'essere umano riconosce di essere alla presenza di Dio Padre.
Pecchio non continua a guardare in alto perché è ovvio che, agendo in questo modo, si stancherà.
Sa che Dio Padre non è domiciliato sopra le nuvole: è dentro di lui, agisce su di lui, agisce per mezzo di lui.
Non lascia che resti inoperoso per causa sua.
Non s'innamora delle sue crisi perché non vuole che siano le sue crisi ad innamorarsi di lui ed a condizionare la sua vita.
Si ripete, con la Parola di Dio:"Spera nel Signore, sii forte,/si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore."
Non è in cerca di un'"anima gemella".
Non pensa di averla trovata.
Non cerca che amiche (ma anche amici) disponibili all'ascolto ed al dialogo così come lo era "Il Suo Più Grande Amico".
Pecchio non si preoccupa per alcune sue periodiche crisi di fede.
Sa che la cosa più importante non è compiere sforzi per credere in Dio Padre, ma, al contrario, acquisire la consapevolezza che sia Dio Padre, invece, a credere in noi e trovare in questa consapevolezza il nostro riposo.
E' vero che, un giorno, Dio si pentì di avere creato l'uomo, ma si trattò di un momento e, poi, cambiò idea.
Le parole del Salmo 26 (27) o 27 (26) (a seconda dell'edizione della Bibblia che si possiede) torneranno a dargli la carica ed è convinto, anzi, che lo stiano già facendo in questo momento.
Il disegno della sua vita lo stanno colorando entrambi (pecchio e Dio Padre), in questo momento e, un giorno lontano (Pecchio lo spera) lo porteranno a termine.
Pecchio non è convinto che la solitudine sia il male del secolo.
E' convinto, al contrario, che la solitudine sia uno stato privilegiato dell'anima in cui l'essere umano riconosce di essere alla presenza di Dio Padre.
Pecchio non continua a guardare in alto perché è ovvio che, agendo in questo modo, si stancherà.
Sa che Dio Padre non è domiciliato sopra le nuvole: è dentro di lui, agisce su di lui, agisce per mezzo di lui.
Non lascia che resti inoperoso per causa sua.
Non s'innamora delle sue crisi perché non vuole che siano le sue crisi ad innamorarsi di lui ed a condizionare la sua vita.
Si ripete, con la Parola di Dio:"Spera nel Signore, sii forte,/si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore."
Opera scritta il 08/07/2015 - 14:48
Da Luca Lapi
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Voto: | su 7 votanti |
Commenti
Interessante riflessione con notevoli spunti teologici. Mi è piaciuta la considerazione secondo la quale Dio dovrebbe credere nell'uomo. Ci crede, senz'altro, ed esercita un'infinita pazienza nei suoi riguardi. Scritto bene, in modo incisivo.
Giuseppe Novellino 09/07/2015 - 12:12
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