Questo non è un racconto: questa è la storia di Mikael.
Mikael aveva 25 anni e si guardava allo specchio. Osservava i prolissi capelli biondi che sfioravano le spalle, osservava gli occhi azzurri, simbolo indelebile delle sue origini scandinave. - Ah! non adesso Mikael, sbrigati che è tardi - pensò, ed in effetti era in ritardo per il lavoro. Si lavò la pelle candida ed in meno di cinque minuti era pronto. Canticchiava e osservava dalla finestra le foglie strascicate dal vento sull'asfalto. - Non sono tanto diverso io da quella foglia, o dolce il vento delle emozioni... - sussurrò probabilmente a se stesso. Si spostò in cucina, prese il pacchetto di Marlboro e si portò una sigaretta alla bocca, se la accese. C'era una fuga di gas, lui morì subito.
Vi prego di non arrabbiarvi, d'altronde vi avevo avvertito: questo non è un racconto. Questa è la storia di Mikael, la storia della sua morte.
Oh, la morte che cammina per i nostri viali, a volte è goffa e s'odono i suoi passi, a volte noi gli spalanchiamo la porta, a volte, come quella del povero Mikael, è furba e vola in alto mentre camminiamo per fitti viali di tigli.
Oh, la morte! Cammina quieta per i nostri viali e strappa pagine non ancora scritte dei nostri libri.
Mikael aveva 25 anni e si guardava allo specchio. Osservava i prolissi capelli biondi che sfioravano le spalle, osservava gli occhi azzurri, simbolo indelebile delle sue origini scandinave. - Ah! non adesso Mikael, sbrigati che è tardi - pensò, ed in effetti era in ritardo per il lavoro. Si lavò la pelle candida ed in meno di cinque minuti era pronto. Canticchiava e osservava dalla finestra le foglie strascicate dal vento sull'asfalto. - Non sono tanto diverso io da quella foglia, o dolce il vento delle emozioni... - sussurrò probabilmente a se stesso. Si spostò in cucina, prese il pacchetto di Marlboro e si portò una sigaretta alla bocca, se la accese. C'era una fuga di gas, lui morì subito.
Vi prego di non arrabbiarvi, d'altronde vi avevo avvertito: questo non è un racconto. Questa è la storia di Mikael, la storia della sua morte.
Oh, la morte che cammina per i nostri viali, a volte è goffa e s'odono i suoi passi, a volte noi gli spalanchiamo la porta, a volte, come quella del povero Mikael, è furba e vola in alto mentre camminiamo per fitti viali di tigli.
Oh, la morte! Cammina quieta per i nostri viali e strappa pagine non ancora scritte dei nostri libri.
Opera scritta il 22/10/2015 - 13:42
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Voto: | su 6 votanti |
Commenti
Bello, ben scritto. Malinconico quadro di disperazione quotidiana.
Giuseppe Novellino 25/10/2015 - 18:53
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UNA TRISTE, TOCCANTE SEQUELA FORGIATA CON ACUME. UNA MESTA PAGINA DELLA NOSTRA QUOTIDIANITA'. IL MIO SALUTO ANTONIO.
Rocco Michele LETTINI 23/10/2015 - 08:31
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Il testo comunica, seppure in modo sommesso e con una sorta di dolente distacco, una sensazione di iniquietudine e di amaro pessimismo.Una bella pagina.Complimenti!
Rosa Chiarini 23/10/2015 - 00:30
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Il testo comunica, seppure in modo sommesso e con una sorta di dolente distacco, una sensazione di iniquietudine e di amaro pessimismo.Una bella pagina.Complimenti!
Rosa Chiarini 23/10/2015 - 00:28
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