OPERA

Amico mio
Due parole (forse) dettate
da un vaneggio
Magari da un'insofferenza
che ha raggiunto il limite
La metrica è saltata
Si sciolgono la misura
e il contegno di una sintassi
placida
Ed esplodono con veemenza
Ecco il coniglio che viene fuori
dal cilindro
Metafore che zampillano
senza la paura di ascondersi
in immagini geroglifiche
La poesia
Sineddoche di una realtà che pulsa
nei versi
Ogni nostro verso
Ogni nostro vagito poetico
Ogni nostra sensazione
Non ha bisogno
di essere adornata
dalla persuasione
di un perfetto poligono
di ritmo e sillabe
La nostra voce
Già sfavilla
nelle nostre pagine
Registra la sinestesia
di fronte
all'indecifrabile
Il nostro discorso
è di per sè l'insompprimibile
iato
fra la realtà e la sintassi
La retorica è barare, amico mio
Ecco il coniglio che viene fuori
dal cilindro
La parola è un rito?
La penna un simbolo?
I sacerdoti
hanno per tanto tempo
offuscato il candore
della disperazione,
ammorbidendola con la dolcezza
delle ricamature
Questa è realtà
Antica e spietata
La grammatica
il penoso tentativo
di dare forma
all'inevitabile

Opera scritta il 20/07/2016 - 13:50

Da Jonathan NonImporta

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