ELUCUBRAZIONI
Me ne andavo un giorno nella foresta intricata
dei miei pensieri prorompenti e sconnessi,
procedevo per vie traverse, in bilico
tra l’amara verità e la subdola illusione.
Cercavo i folletti e le fate buone
ma anche i satiri e le streghe cattive,
una sorta di equilibrio nell’affanno dell’esistenza.
Il Fato avaro ci ha condannati alla lotta perenne
tra il bene e il male, tra il vero e il fallace.
Nell’anfratto più oscuro della selva sperduta,
vidi un vecchio seduto su una pietra secolare,
gli chiesi perché fosse lì abbandonato.
Lui rispose:” Mi nascondo per fuggire
dal mondo e dalle sue crudeltà,
ognuno sceglie la sua forma di vita”.
Lo guardai senza espressione
ma anche senza condanna e proseguii…
Nel mezzo del mio travagliato cammino
vidi due strade, una buia, irta e contorta,
l’altra dritta, spianata e illuminata,
non feci come il vecchio e presi la più infida.
La voglia di osare era tanta e continuai
con imperturbabile decisione il mio procedere,
audace e incosciente nello stesso momento,
per sublimare la voglia di conoscenza
e consapevole del rischio in agguato.
Non m’importava se avrei incontrato
belve affamate e famelici mostri,
ero lì, forte e cocciuta del mio coraggio.
Chissà quando sarei arrivata alla meta,
questo non è dato sapere ai mortali.
Destini imperscrutabili e opachi si avvicendano
e incombono sull’uomo, la lotta continua da secoli,
indifferente al tempo e allo spazio a noi concessi.
dei miei pensieri prorompenti e sconnessi,
procedevo per vie traverse, in bilico
tra l’amara verità e la subdola illusione.
Cercavo i folletti e le fate buone
ma anche i satiri e le streghe cattive,
una sorta di equilibrio nell’affanno dell’esistenza.
Il Fato avaro ci ha condannati alla lotta perenne
tra il bene e il male, tra il vero e il fallace.
Nell’anfratto più oscuro della selva sperduta,
vidi un vecchio seduto su una pietra secolare,
gli chiesi perché fosse lì abbandonato.
Lui rispose:” Mi nascondo per fuggire
dal mondo e dalle sue crudeltà,
ognuno sceglie la sua forma di vita”.
Lo guardai senza espressione
ma anche senza condanna e proseguii…
Nel mezzo del mio travagliato cammino
vidi due strade, una buia, irta e contorta,
l’altra dritta, spianata e illuminata,
non feci come il vecchio e presi la più infida.
La voglia di osare era tanta e continuai
con imperturbabile decisione il mio procedere,
audace e incosciente nello stesso momento,
per sublimare la voglia di conoscenza
e consapevole del rischio in agguato.
Non m’importava se avrei incontrato
belve affamate e famelici mostri,
ero lì, forte e cocciuta del mio coraggio.
Chissà quando sarei arrivata alla meta,
questo non è dato sapere ai mortali.
Destini imperscrutabili e opachi si avvicendano
e incombono sull’uomo, la lotta continua da secoli,
indifferente al tempo e allo spazio a noi concessi.
Opera scritta il 22/08/2016 - 16:15
Letta n.977 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Ciao cara poesia molto profonda..
e di grande riflessione.
e di grande riflessione.
Parole che veritiere le tue.
Ti abbraccio cara.
Maria Cimino 23/08/2016 - 16:29
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Grazie
Maria Pia Perrotta 23/08/2016 - 16:10
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RIFLESSIVO QUANTO STRAORDINARIO DECANTO.
LIETA GIORNATA MARIA PIA.
*****
LIETA GIORNATA MARIA PIA.
*****
Rocco Michele LETTINI 23/08/2016 - 09:47
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la nostra è lotta per sopravvivere il coraggio è degli audaci gli altri son morti che camminano 5*
POETA DELL'AMORE LUPO DELL'AMI 22/08/2016 - 22:58
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