Milano - Parte 2 di 2
Ok, è stato un sogno ma oserei dire estremamente realistico, pur tradendo allo stesso tempo qualcosina di surreale.
Effettivamente mi son ritrovato nel bel mezzo della città, senza ricordare come esserci arrivato, ora si spiega del perché il viaggio non mi ha affaticato per niente. Mi son ritrovato li e… basta!
Altri dettagli mi lasciano da pensare, come ad esempio l’operaio edile che mi ha cacciato in malo modo, i lavori serali nel cantiere oppure la storia dei 1900 euro.
Resto ancora sdraiato nel mio letto, fisso il soffitto cercando di fare mente locale e di ripercorrere dall’inizio alla fine ogni singola cosa vissuta nel sogno, fino a quando avverto il mio cellulare vibrare sul mio comodino. Lo prendo.
È Ilaria! Mi ha appena mandato il suo buongiorno con delle dolci parole e ricambio anch’io mandandole delle belle frasi con una immagine piena cuori. Decido a scriverle su WhatsApp raccontandole “l’esperienza” che ho vissuto e le mando un lungo messaggio.
«Amore mio, raccontami per filo e per segno ancora una volta il sogno che hai fatto, vorrei cercare di capirci qualcosa.» mi chiede con molta curiosità tramite messaggio vocale e io senza problemi l’accontento.
Cerco di focalizzarmi su ogni singolo aspetto e di essere più preciso possibile, senza tralasciare nulla, secondo Ilaria tutto ciò ha un senso. Parliamo praticamente solo di questo per circa mezz’ora.
«Devo andare a lavoro tesoro, stasera ne riparliamo, ricordati che, le parole che ti ho “detto” nel sogno valgono anche nella realtà, ti auguro di passare una buona giornata. Ti amo!» conclude mandandomi contemporaneamente su WhatsApp un aforisma d’amore, mentre io una quartina di una mia poesia scritta mesi fa per lei, del resto siamo più dolci di due barattoli di miele Ambrosoli.
Sono le venti e trenta passate, devo andare a prendere Ilaria all’uscita da lavoro ed è abbastanza tardi. Ogni sera ci organizziamo in questa maniera, è un modo come un altro per stare un po’ insieme e portarla successivamente a casa sua, in un quartiere non molto lontano.
Ho passato un intero pomeriggio in vari siti che riguardano opportunità lavorative, e come al solito non ho trovato nulla di interessante. Solo impieghi in qualità di operatore in dei call center in cui si è sottopagati peggio che in Uguanda oppure del Telelavoro che senz’altro puzza di truffa . Pazienza, domani vedrò di cercare ancora, tanto è inutile tartassarmi la testa, prima o poi a furia di insistere qualcosa uscirà fuori. Salgo in macchina, metto la chiave nel quadro e parto.
Per raggiungere la Sanitaria ‘Cento x Cento Bimbi’, impiegherò come sempre non più di cinque minuti, giusto il tempo di ascoltare ‘Kingston Town’ degli UB40 una delle mie canzoni preferite trasmessa da Radio 105 che ha sede proprio a Milano e durante il tragitto ripenso al sogno, ancora molto vivido nella mia mente.
Parcheggio nei pressi della sanitaria, Ilaria è all’esterno di una ricevitoria vicina a dove lavora e mi auguro non sia scocciata del mio ritardo. A prima vista non sembra esserlo.
Scendo dall’auto, appena riesce a scorgermi, la sua espressione diventa particolarmente euforica e comincia a correre verso di me,
«Amoreeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!» Mi abbraccia, mi stringe forte, mi bacia voracemente in ogni parte del mio viso e allo stesso tempo vociando frasi sconnesse del tipo «Si, finalmente!!!» «Che bello, no, non ci credooooo!!!»
«Tesoro che ti è successo? Oggi forse ti sono mancato più del solito?» le chiedo con stupore.
La mia fidanzata prende la mia mano e l’appoggia al suo petto, sento il suo cuore battere fortissimo come un martello pneumatico, inoltre suoi occhi sono umidi, si nota chiaramente che è visibilmente emozionata.
«Non posso dirti qui in strada la bellissima cosa che mi è capitata, anzi, che ci è capitata!» e sempre con la mano mi trascina energicamente in direzione della mia macchina dove con calma possiamo parlare.
«Hai presente il sogno che hai fatto stanotte?» annuisco sempre più stupito «ebbene sono riuscita a interpretarlo traendone dei numeri e stamattina in questa ricevitoria li giocati subito a Lotto, ho verificato i numeri in serata, precisamente alcuni minuti prima che tu arrivassi e… sono uscitiiiiiiiii!!!!!!»
«Lotto? Ma come hai fatto? Ti sei affidata alla Smorfia, il libro dei sogni?» cominciando ad entrare in sollucchero anch’io.
«No, nessuna Smorfia amore mio, i numeri li ha forniti il tuo sogno stesso: chiari, diretti ed inequivocabili!» mi risponde schioccandomi un bacio sulle labbra.
Effettivamente ora che ci penso è vero, mi ricordo ad esempio di quando la proprietaria delle rosticceria mi aveva menzionato il numero 1900, mentre il marito il numero 84. Come è giusto che sia vorrei saperne di più.
«Quali numeri sei riuscita ad azzeccare tesoro? Ti prego dimmelo!» le domando ancora con un crescendo di curiosità.
«Dal 1900 ho tratto il 19, poi 84 l’anno in cui i due rosticcieri hanno aperto il locale, 15 gli anni del ragazzino e 5 il conto o la banconota con cui hai pagato» mi dice raggiante e seguitando ad alta voce «la cosa sorprendente sai qual è? Se analizziamo la cosa e mettendo i numeri in un certo ordine, abbiamo la tua data di nascita: 15 5 1984!»
Caspita è vero, la mia data di nascita! Come ho fatto a non pensarci? Era cosi logico!
«Sai in quale ruota ho giocato i tuoi numeri?»
«Milano!» rispondo convinto di aver azzeccato ma a giudicare dal dito che Ilaria sta agitando mi accorgo chiaramente di aver sbagliato.
«No amore mio, i sogni si giocano a Bari, inoltre secondo una mia analisi mi viene da pensare che sia l’operaio edile dai modi scortesi, e sia i gestori della rosticceria, ti abbiano indicato Milano come la città non adatta a noi e per realizzare i nostri futuri progetti».
Resto piacevolmente sbalordito, non ho parole.
«E poi quest’ultimi ti hanno pure consigliato non solo di tranquillizzarti» prosegue Ilaria «ma anche di non lasciarti travolgere da ciò che ti dicono gli altri ovvero di seguire il tuo cuore, parole che comunque a parte stamattina, ti avevo precedentemente sottolineato tante volte e spero finalmente che da oggi in poi tu finalmente lo capisca!» mi ammonisce simpaticamente.
Entro come in tranche, mi viene naturale di confermare sulla veridicità che secondo molte persone i sogni hanno una correlazione con la vita di ognuno di noi, un’affermazione che comunque formulo non solo per una questione di numeri da interpretare, infatti ora capisco anche del perché in quella rosticceria avvertivo una senso di serenità davvero profonda.
Forse quei tre erano angeli? Mi piacerebbe crederlo.
Ilaria mi riempie nuovamente di baci e mi abbraccia festosamente, in base ai numeri azzeccati deduco che abbiamo fatto una quartina.
«Q-quanto a-b-biamo v-into?» balbetto poiché troppo emozionato.
Il mio amore dapprima mi guarda sorridendomi e poi dalla borsetta estrae il suo smartphone digitando qualcosa.
Sento vibrare il cellulare dalla tasca, e ne conosco già in anticipo il mittente. Sul display, precisamente su WhatsApp mi appare un importo da capogiro.
Sto quasi per svenire dall’emozione, è vero, non ho effettuato io personalmente la giocata, ma indirettamente ho contribuito enormemente. Io che in vita mia ne ho visto di cotte e di crude, io che in saltuari Gratta e Vinci più di 20 euro non ho mai vinto e soprattutto in ambito lavorativo non ho mai trovato il giusto riscontro economico.
Al diavolo tutti quelli che mi hanno consigliato male, al diavolo tutti quelli che non hanno mai creduto in me, al diavolo tutti quelli che mi volevano sprofondato nell’abisso più tetro, al diavolo anche il mio ultimo datore di lavoro che dopo avermi spremuto come un limone per cinque lunghi anni ha deciso qualche mese fa di darmi un calcio in culo e al diavolo le 500 euro di merda di stipendio che a detta sua erano pure troppi e per giunta mi venivano rinfacciati. È proprio vero: le cose belle nascono all’improvviso!
Sensibile come sono i miei occhi lacrimano di gioia, Ilaria non è da meno e si lascia andare anche lei.
«Amore mio, una volta riscossa la vincita andremo a Milano!» mi annuncia con grande gaudio.
«Come a Milano? Non avevi detto che secondo una tua analisi…» non mi dà neanche il tempo do formulare la domanda che mi blocca mettendomi due dita sulle labbra e stampandomi un bacio.
«Ma noi non andremo per abitarci ma semplicemente come turisti, non volevi visitare il Duomo e i Navigli?» mi dice con la bocca sulla mia.
Mi sento cosi felice, cosi vivo, cosi fortunato inoltre mi sento, anzi ci sentiamo al settimo cielo.
«Cucciola mia in verità già avevo fatto una cinquina a dir poco milionaria. E sai quando? Nel preciso istante in cui tu sei entrata nella mia vita rendendola bella da morire e credimi anche se non ci fosse stata nessuna vincita, il mio amore per te sarebbe rimasto immutato, anzi, sarebbe cresciuto sempre di più giorno dopo giorno!»
Le lacrime della mia fidanzata si fanno più copiose, la vedo tremare.
«Ciò che mi dici vale anche per me, non ho mai smesso di credere in te, io ti amo dal profondo del mio cuore, sei ciò che voluto sempre!» si asciuga gli occhi con un kleenex e mi dice ancora «grazie al sogno che hai fatto e soprattutto grazie a te potremo realizzare insieme tutti i nostri sogni e farli diventare realtà!»
E dopo queste parole espresse con una voce rotta dall’emozione ci baciamo appassionatamente.
Si, amore mio, da oggi finalmente tutto questo sarà possibile.
Aneddoto e curiosità sul racconto
Quanto avete letto si tratta di un sogno che feci nel Novembre del 2016 di cui mi sono prodigato a romanzare, un sogno trascritto nella maniera più precisa possibile e che dopo averlo conservato nel mio PC come abbozzo, ne ho tratto questo racconto.
Un componimento autobiografico quindi? Certo, ma solo fino al termine del sogno poiché dopo di esso, inizia la finzione.
Purtroppo al termine di questa onirica attività mentale, cioè nella realtà, la vincita non è avvenuta seppur ci mancò davvero poco.
Il giorno dopo andai in una ricevitoria di Catania assieme alla mia ex fidanzata (che mi convinse a provare) e giocai i numeri in una ruota secca, ovvero in quella di Milano, la città in cui è ambientata la “vicenda”.
Da precisare che non gioco mai al Lotto e non sapevo che i sogni normalmente si giocano a Bari. Indovinate in quale ruota sono usciti? Ho commesso anche l’imprudenza di NON giocare su tutte le ruote, la vincita sarebbe risultata cospicua.
Ad essere precisi, la mia ex suocera mi aveva consigliato di giocare proprio su Bari, ma ahimè mi impuntai testardamente come già detto sulla ruota di Milano, quindi fui doppiamente sciagurato e ancora oggi mi mangio le mani.
Ad ogni modo non sto istigando al gioco del Lotto e neanche cerco di pubblicizzarlo, semplicemente il mio è un invito a tutti di non sottovalutare i sogni.
Ultimante su internet ho letto un certo numero di articoli riguardanti questa affascinante tematica e ho scoperto che attraverso i sogni c’è gente in cui è riuscita a prevedere situazioni, eventi, lutti etc. azzeccandoci in pieno, qualcuno addirittura ci ha anche “guadagnato”.
In conclusione mi viene fortemente da credere che i sogni o gli incubi NON sono legati solo ed esclusivamente ai pensieri che “affollano” la mente di ogni sognatore ( turbamenti, ansie, desideri…) e di conseguenza NON soltanto associati unicamente ad una attività psichica.
A mio avviso essi rappresentano molto di più, un qualcosa di inspiegabile e che probabilmente vanno ben oltre la coscienza umana.
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Questo racconto è uno dei preferiti della mia fidanzata, (assidua) e che scrissi prima di conoscerla.
La parte "sogno" è totalmente autobiografica mente la parte del risveglio risulta finzione con alcuni accenni reali.
Mi piacerebbe un giorno visitare Milano, chissà se il "sogno" non diventi realtà. Ahahah una battuta ma... anche no!
pur non avendo vinto al Lotto, c'è sempre e comunque l'amore che vale più di tutti i soldi di questo mondo.