Giulietta e Romeo
Questa è la nostra storia, un po come quella di Giulietta e Romeo, con una differenza, scoprire l'amore dopo i sessant'anni e ad ostacolarlo figli e retaggi!
Al risveglio, la solitudine nel cuore, era l'inseparabile compagna della loro vita. Entrambe erano sposati, ma in comune avevano solo la casa e i loro figli.
Si amavano come ci si vuole bene tra fratelli, ma l'amore, la passione non abitavano più nei loro corpi, e così si andava avanti per salvare le apparenze, per il bene dei figli, per il "quieto vivere".
Il lavoro era rimasto il loro unico svago e il loro unico motivo per continuare ad andare avanti in questa farsa.
Giulietta ogni mattina si alzava molto presto e prima di andare al lavoro, portava a passeggio il suo amico a quattro zampe Ciupito, lo amava con tutto l'amore che mancava invece al suo cuore, poi di corsa preparava il pranzo per lei, il marito e i suoi figli da portare al lavoro e via che correva verso il metrò per cominciare la sua giornata.
Una mattina mentre portava Ciupito, fa un incontro che le sconvolgerà la vita.
Attraente, nel suo abito grigio, camicia bianca e capelli brizzolati Giulietta fu colpita dal suo sguardo triste e pensieroso che nemmeno si accorge di lei, ma Ciupito dal carattere esuberante abbaia.
Romeo fa uno scatto e senza accorgersene le schiaccia i piedi.
I loro sguardi si incrociano, a lui non esce una parola, ma solo un gesto, le prende la mano e le chiede scusa, ma lei molto imbarazzata la ritira dicendo: "nessun problema" e se ne vanno ognuno per la loro strada.
Giulietta nei giorni a seguire sperava di incontrarlo nuovamente ma di quell'uomo nessuna traccia.
Passarono i giorni e si dovette rassegnare, forse quell'uomo si trovava li solo di passaggio! Pensava tra se.
Una mattina mentre corre per non perdere il metrò Giulietta inciampa e cadendo sbatte la testa e perde i sensi.
La gente che le stava intorno la soccorre e chiama il 118.
All'improvviso un uomo si fa largo per raggiungere la donna gridando: "sono un medico, lasciatemi passare!" giunto al suo capezzale, con grande stupore, trova davanti a sé la donna del parco.
Giulietta riprende i sensi. È lui...
Le sembra di sognare, il destino gliel'ha fatto incontrare dinuovo!
Romeo, la prega di non muoversi che presto sarebbe arrivata l'ambulanza e che l'avrebbe accompagnata fino all'ospedale.
Giulietta non riesce a distogliere gli occhi e lui timidamente la guarda, sorride e le dice che è il primario dell'ospedale San Carlo dove verrà ricoverata per accertamenti e che per precauzione la terrà in osservazione.
Giulietta gli risponde: No, non posso, devo andare al lavoro!
Scusi ma non so neanche il suo nome! "Dott. Romeo Canevari!" rispose.
Ora si calmi!... calmati... posso darti.., posso darle del tu? Lei rispose: "Sì"!
Mi scusi... scusa... oh mio Dio ma cosa mi sta succedendo.... Non mi era mai capitato prima! Si guardarono e sorrisero.
Giulietta stava per parlare, ma Romeo delicatamente le prese la mano e le disse: sSs! e lei annuì. Giulietta non aveva subito nessun trauma grave, ma Romeo le disse che doveva trattenerla perché quella era la prassi.
L'indomani mattina il marito andò per riportarla a casa, era agitata continuava a cercare di capire dove fosse finito Romeo, voleva rivederlo, salutarlo e perché no, dargli la mano per ringraziarlo, ma di Romeo nemmeno l'ombra, così Giulietta se ne andò.
Nel salire in auto mise la mano nella tasca del cappotto e sentì qualcosa, sembrava un foglietto.
Arrivata a casa i suoi figli la riempiono di attenzioni ma lei voleva solo una cosa, restare sola per leggere quel biglietto.
Finalmente, riuscì a leggere quello che Romeo le aveva scritto:
"Non riesco a spiegarmi perché mi sto comportando come un ragazzino, ma non riesco a frenare questo sentimento che corre veloce per te.
Non pensare male, non sono uno di quei DonGiovanni, non ho mai provato prima un sentimento così coinvolgente come quello che provo ora, da quella mattina non faccio che pensarti, ed ora che ti ho trovata, vorrei conoscerti meglio, questo è il mio numero, e se quello che i tuoi occhi verdi mi hanno trasmesso è vero, spero di sentirti presto.
Se invece ti ho offesa, allora perdonami".
Giulietta era felice, anche lei lo aveva pensato tanto e così dopo qualche giorno lo chiamò.
I due si cominciarono a sentire di nascosto, si incontravano al parco con i loro amici a quattro zampe, ridevano, avevano scoperto un sentimento nuovo fatto di sguardi, tenerezze e tante cose in comune. Erano diventati molto uniti e non riuscivano più a sopportare di stare l'uno senza l'altra, insieme erano felici.
Avevano scoperto che anche dopo i sessant'anni si può ancora amare tanto.
Giulietta un giorno confessò a Romeo il suo desiderio più grande:
"Io non posso più andare avanti così, vederci di nascosto, mentire, accontentarci dei ritagli, io voglio vivere con te, alla luce del sole, voglio camminare con te mano nella mano, voglio potermi sdraiare con te a guardare un film, senza più paura di essere vista, voglio parlare con mio marito e con i miei figli raccontare la verità una volta per tutte. Fallo anche tu e saremo felici".
Anche Romeo desiderava la stessa cosa ma aveva paura di affrontare la famiglia, i suoi figli. I retaggi lo bloccavano e disse a Giulietta che non poteva, anche se non era quello che il cuore gli dettava.
Giulietta cercava di farlo ragionare, cercava di fargli capire che avrebbero potuto essere felici ogni giorno, insieme, per il resto dei giorni che la vita gli avrebbe regalato.
Non voleva ascoltarla aveva troppa paura, preferiva rinunciare al loro amore, ma non affrontare la sua famiglia!
Giulietta era disperata non voleva perderlo non avrebbe più potuto vivere senza di lui.
Romeo non sopportava di vedere soffrire la donna che amava, così un giorno le fece recapitare una lettera che diceva così:
"Se io dovessi rimanere, finirei solo per intralciare la tua vita quindi andrò via,
ma io so che penserò a te ad ogni passo della mia strada.
Io... per sempre ti amerò, per sempre
amerò te.
Dolci ricordi questo é tutto quel che porto con me, quindi addio, per favore non piangere io non posso darti quello di cui tu hai bisogno. Ho paura dei miei figli e della mia famiglia e di tutto quello che si potrebbe ritorcere su di te.
Spero che la vita ti tratti con gentilezza
e spero che tu abbia tutto ciò che sognavi
e ti auguro gioia e felicità ma soprattutto
ti auguro di amare ancora tanto quanto hai amato me, tu meriti di più di quello che sono riuscito a darti io! Addio amore mio grande".
Giulietta con il foglio tra le mani e le lacrime che zizzagavano il suo volto, si lasciò cadere atterra disperata. Non poteva stare senza Romeo non poteva vivere senza il suo calore, senza i suoi baci e le sue tenere carezze.
Il suo cuore era a pezzi da quel momento era sola, Romeo l'aveva lasciata, prese il telefono, voleva parlargli, convincerlo che avrebbero affrontato insieme i figli e che lei lo avrebbe aiutato in quella battaglia.
Il telefono era irraggiungibile come era irraggiungibile il suo amore, così decise che se non poteva stare con lui, allora voleva addormentarsi per sempre.
Giulietta camminò per ore, vagava senza meta e non ragionava più, si sentiva ingoiata dal buio della solitudine e così quel giorno, mentre il freddo gli scorreva nelle vene, si tolse la vita buttandosi sotto il metrò che tutte le mattine l'accompagnava dal suo Romeo.
Nel contempo, preso dai sensi di colpa e dal male che stava facendo alla sua amata, Romeo decise che era il momento di fregarsene di tutti e di pensare solo a ciò che lo faceva stare bene e tutto questo aveva un nome "Giulietta"!
Decise di raggiungerla al metrò per raccontargli tutto e vivere con lei, perché era la sua fonte di vita e che aveva ragione, insieme sarebbero stati felici e insieme avrebbero trascorso il resto della loro vita.
Raggiunto il metrò vide un gran trambusto, Non capiva cosa fosse successo, la gente scuoteva la testa, metteva le mani tra i capelli, così domandò a un passante cosa fosse accaduto.
Una donna poverina, qualcuno l'ha vista che piangeva, era disperata, e poi.... sì è tolta la vita mentre giungeva il treno.
Renzo sentì una fitta raggiungergli il cuore, cominciò a correre, si faceva spazio tra la folla che curiosa ostruiva il passaggio, "Sono un medico, fate passare, sono un medico.. gridava!" le lacrime bagnavano il suo volto e il freddo si stava impossessando del suo corpo.
Riuscì a raggiungere finalmente il luogo e quando vide che era lei, cadde a terra gridando: "Nooo... come ho potuto farti questo! Nooo... amore mio non lasciarmi solo ti prego no!!!"
La gente cercava di calmarlo, cercava di allontanarlo ma lui gridava "Lasciatemi!!!"
Il colpo era stato troppo forte che il cuore di Romeo non resse tale dolore e si accasciò sul pavimento.
Come in un flash back del passato scorsero nella sua mente scene di una pellicola un po' sbiadita e Giulietta che sorridente le allunga la mano e diceva:
"Vieni amore mio, sapevo che non mi avresti lasciata mai più" e così l'ultimo alito di vita legò per sempre Giulietta e Romeo che per non affrontare il giudizio dei figli finirono per togliersi la vita.
Al risveglio, la solitudine nel cuore, era l'inseparabile compagna della loro vita. Entrambe erano sposati, ma in comune avevano solo la casa e i loro figli.
Si amavano come ci si vuole bene tra fratelli, ma l'amore, la passione non abitavano più nei loro corpi, e così si andava avanti per salvare le apparenze, per il bene dei figli, per il "quieto vivere".
Il lavoro era rimasto il loro unico svago e il loro unico motivo per continuare ad andare avanti in questa farsa.
Giulietta ogni mattina si alzava molto presto e prima di andare al lavoro, portava a passeggio il suo amico a quattro zampe Ciupito, lo amava con tutto l'amore che mancava invece al suo cuore, poi di corsa preparava il pranzo per lei, il marito e i suoi figli da portare al lavoro e via che correva verso il metrò per cominciare la sua giornata.
Una mattina mentre portava Ciupito, fa un incontro che le sconvolgerà la vita.
Attraente, nel suo abito grigio, camicia bianca e capelli brizzolati Giulietta fu colpita dal suo sguardo triste e pensieroso che nemmeno si accorge di lei, ma Ciupito dal carattere esuberante abbaia.
Romeo fa uno scatto e senza accorgersene le schiaccia i piedi.
I loro sguardi si incrociano, a lui non esce una parola, ma solo un gesto, le prende la mano e le chiede scusa, ma lei molto imbarazzata la ritira dicendo: "nessun problema" e se ne vanno ognuno per la loro strada.
Giulietta nei giorni a seguire sperava di incontrarlo nuovamente ma di quell'uomo nessuna traccia.
Passarono i giorni e si dovette rassegnare, forse quell'uomo si trovava li solo di passaggio! Pensava tra se.
Una mattina mentre corre per non perdere il metrò Giulietta inciampa e cadendo sbatte la testa e perde i sensi.
La gente che le stava intorno la soccorre e chiama il 118.
All'improvviso un uomo si fa largo per raggiungere la donna gridando: "sono un medico, lasciatemi passare!" giunto al suo capezzale, con grande stupore, trova davanti a sé la donna del parco.
Giulietta riprende i sensi. È lui...
Le sembra di sognare, il destino gliel'ha fatto incontrare dinuovo!
Romeo, la prega di non muoversi che presto sarebbe arrivata l'ambulanza e che l'avrebbe accompagnata fino all'ospedale.
Giulietta non riesce a distogliere gli occhi e lui timidamente la guarda, sorride e le dice che è il primario dell'ospedale San Carlo dove verrà ricoverata per accertamenti e che per precauzione la terrà in osservazione.
Giulietta gli risponde: No, non posso, devo andare al lavoro!
Scusi ma non so neanche il suo nome! "Dott. Romeo Canevari!" rispose.
Ora si calmi!... calmati... posso darti.., posso darle del tu? Lei rispose: "Sì"!
Mi scusi... scusa... oh mio Dio ma cosa mi sta succedendo.... Non mi era mai capitato prima! Si guardarono e sorrisero.
Giulietta stava per parlare, ma Romeo delicatamente le prese la mano e le disse: sSs! e lei annuì. Giulietta non aveva subito nessun trauma grave, ma Romeo le disse che doveva trattenerla perché quella era la prassi.
L'indomani mattina il marito andò per riportarla a casa, era agitata continuava a cercare di capire dove fosse finito Romeo, voleva rivederlo, salutarlo e perché no, dargli la mano per ringraziarlo, ma di Romeo nemmeno l'ombra, così Giulietta se ne andò.
Nel salire in auto mise la mano nella tasca del cappotto e sentì qualcosa, sembrava un foglietto.
Arrivata a casa i suoi figli la riempiono di attenzioni ma lei voleva solo una cosa, restare sola per leggere quel biglietto.
Finalmente, riuscì a leggere quello che Romeo le aveva scritto:
"Non riesco a spiegarmi perché mi sto comportando come un ragazzino, ma non riesco a frenare questo sentimento che corre veloce per te.
Non pensare male, non sono uno di quei DonGiovanni, non ho mai provato prima un sentimento così coinvolgente come quello che provo ora, da quella mattina non faccio che pensarti, ed ora che ti ho trovata, vorrei conoscerti meglio, questo è il mio numero, e se quello che i tuoi occhi verdi mi hanno trasmesso è vero, spero di sentirti presto.
Se invece ti ho offesa, allora perdonami".
Giulietta era felice, anche lei lo aveva pensato tanto e così dopo qualche giorno lo chiamò.
I due si cominciarono a sentire di nascosto, si incontravano al parco con i loro amici a quattro zampe, ridevano, avevano scoperto un sentimento nuovo fatto di sguardi, tenerezze e tante cose in comune. Erano diventati molto uniti e non riuscivano più a sopportare di stare l'uno senza l'altra, insieme erano felici.
Avevano scoperto che anche dopo i sessant'anni si può ancora amare tanto.
Giulietta un giorno confessò a Romeo il suo desiderio più grande:
"Io non posso più andare avanti così, vederci di nascosto, mentire, accontentarci dei ritagli, io voglio vivere con te, alla luce del sole, voglio camminare con te mano nella mano, voglio potermi sdraiare con te a guardare un film, senza più paura di essere vista, voglio parlare con mio marito e con i miei figli raccontare la verità una volta per tutte. Fallo anche tu e saremo felici".
Anche Romeo desiderava la stessa cosa ma aveva paura di affrontare la famiglia, i suoi figli. I retaggi lo bloccavano e disse a Giulietta che non poteva, anche se non era quello che il cuore gli dettava.
Giulietta cercava di farlo ragionare, cercava di fargli capire che avrebbero potuto essere felici ogni giorno, insieme, per il resto dei giorni che la vita gli avrebbe regalato.
Non voleva ascoltarla aveva troppa paura, preferiva rinunciare al loro amore, ma non affrontare la sua famiglia!
Giulietta era disperata non voleva perderlo non avrebbe più potuto vivere senza di lui.
Romeo non sopportava di vedere soffrire la donna che amava, così un giorno le fece recapitare una lettera che diceva così:
"Se io dovessi rimanere, finirei solo per intralciare la tua vita quindi andrò via,
ma io so che penserò a te ad ogni passo della mia strada.
Io... per sempre ti amerò, per sempre
amerò te.
Dolci ricordi questo é tutto quel che porto con me, quindi addio, per favore non piangere io non posso darti quello di cui tu hai bisogno. Ho paura dei miei figli e della mia famiglia e di tutto quello che si potrebbe ritorcere su di te.
Spero che la vita ti tratti con gentilezza
e spero che tu abbia tutto ciò che sognavi
e ti auguro gioia e felicità ma soprattutto
ti auguro di amare ancora tanto quanto hai amato me, tu meriti di più di quello che sono riuscito a darti io! Addio amore mio grande".
Giulietta con il foglio tra le mani e le lacrime che zizzagavano il suo volto, si lasciò cadere atterra disperata. Non poteva stare senza Romeo non poteva vivere senza il suo calore, senza i suoi baci e le sue tenere carezze.
Il suo cuore era a pezzi da quel momento era sola, Romeo l'aveva lasciata, prese il telefono, voleva parlargli, convincerlo che avrebbero affrontato insieme i figli e che lei lo avrebbe aiutato in quella battaglia.
Il telefono era irraggiungibile come era irraggiungibile il suo amore, così decise che se non poteva stare con lui, allora voleva addormentarsi per sempre.
Giulietta camminò per ore, vagava senza meta e non ragionava più, si sentiva ingoiata dal buio della solitudine e così quel giorno, mentre il freddo gli scorreva nelle vene, si tolse la vita buttandosi sotto il metrò che tutte le mattine l'accompagnava dal suo Romeo.
Nel contempo, preso dai sensi di colpa e dal male che stava facendo alla sua amata, Romeo decise che era il momento di fregarsene di tutti e di pensare solo a ciò che lo faceva stare bene e tutto questo aveva un nome "Giulietta"!
Decise di raggiungerla al metrò per raccontargli tutto e vivere con lei, perché era la sua fonte di vita e che aveva ragione, insieme sarebbero stati felici e insieme avrebbero trascorso il resto della loro vita.
Raggiunto il metrò vide un gran trambusto, Non capiva cosa fosse successo, la gente scuoteva la testa, metteva le mani tra i capelli, così domandò a un passante cosa fosse accaduto.
Una donna poverina, qualcuno l'ha vista che piangeva, era disperata, e poi.... sì è tolta la vita mentre giungeva il treno.
Renzo sentì una fitta raggiungergli il cuore, cominciò a correre, si faceva spazio tra la folla che curiosa ostruiva il passaggio, "Sono un medico, fate passare, sono un medico.. gridava!" le lacrime bagnavano il suo volto e il freddo si stava impossessando del suo corpo.
Riuscì a raggiungere finalmente il luogo e quando vide che era lei, cadde a terra gridando: "Nooo... come ho potuto farti questo! Nooo... amore mio non lasciarmi solo ti prego no!!!"
La gente cercava di calmarlo, cercava di allontanarlo ma lui gridava "Lasciatemi!!!"
Il colpo era stato troppo forte che il cuore di Romeo non resse tale dolore e si accasciò sul pavimento.
Come in un flash back del passato scorsero nella sua mente scene di una pellicola un po' sbiadita e Giulietta che sorridente le allunga la mano e diceva:
"Vieni amore mio, sapevo che non mi avresti lasciata mai più" e così l'ultimo alito di vita legò per sempre Giulietta e Romeo che per non affrontare il giudizio dei figli finirono per togliersi la vita.
Opera scritta il 02/04/2017 - 01:31
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Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Grazie Rocco, Silvia, Sabry e Laisa del vostro passaggio.
L'amore va vissuto come unica fonte di vita. Non bisogna mai rinunciare alla felicità ma combattere per poterla tenere stretta. Scegliere di rinunciare fa male comunque a chi ti ama e a te. Quindi perché non combattere. Ma Romeo era troppo debole e Giulietta non ha potuto sopportare la sua scelta, non è riuscita ad aspettare, così ha scelto di morire quando ormai la felicità era ad un passo da lei. Quando Romeo ha capito era troppo tardi. La vita però ha voluto unirli in un tragico destino!
Buona domenica a tutti
L'amore va vissuto come unica fonte di vita. Non bisogna mai rinunciare alla felicità ma combattere per poterla tenere stretta. Scegliere di rinunciare fa male comunque a chi ti ama e a te. Quindi perché non combattere. Ma Romeo era troppo debole e Giulietta non ha potuto sopportare la sua scelta, non è riuscita ad aspettare, così ha scelto di morire quando ormai la felicità era ad un passo da lei. Quando Romeo ha capito era troppo tardi. La vita però ha voluto unirli in un tragico destino!
Buona domenica a tutti
Martina D. 02/04/2017 - 13:17
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triste
ma fedelissima e, soprattutto, colma di quel sentimento che oggi facciamo fatica ad interpretare nel solo ascoltare un tg.
quel sentimento vero che esiste, ma troppo poco se ne parla
bravissima
ma fedelissima e, soprattutto, colma di quel sentimento che oggi facciamo fatica ad interpretare nel solo ascoltare un tg.
quel sentimento vero che esiste, ma troppo poco se ne parla
bravissima
laisa azzurra 02/04/2017 - 12:46
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beh,che dire, l'hai scritto in un modo così intenso da far venire i brividi!brava assai!*****
SILVIA OVIS 02/04/2017 - 12:29
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Trasposizione moderna di un antico dramma, che hai saputo rendere attuale....Piaciuta questa storia, hai mantenuto il finale originale, che è poi il succo di tutta la vicenda, dare la vita per amore...Bella.
Sabry L. 02/04/2017 - 12:03
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Un piacevole racconto dalla chiusa che avalla quanto seguitato oculatamente.
Lieta Domenica, Martina.
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Lieta Domenica, Martina.
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Rocco Michele LETTINI 02/04/2017 - 10:15
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