Io e Fugo ci troviamo all’interno di un antica taverna. A giudicare dall’odore e dalle poche e confuse figure che ho attorno direi in stile seicentesco. È fatta completamente di pietra.
Anche le panche in cui sediamo sono di pietra. L’interno è fumoso come una taverna che si rispetti. Beviamo vino in bicchieri di legno. Fugo mi dice ‘ usciamo fuori a fumare?’
‘ma si può fumare anche dentro..’ gli rispondo
‘si ma usciamo fuori, c’è la luna’
Usciamo fuori, l’aria è oasi di purezza. Il cielo è un girotondo di stelle e la notte sembra un nero mantello pronto ad accogliere i nostri racconti. Ci sediamo sopra un muretto in pietra…
‘comunque io ho chiesto..’ mi dice Fugo
‘cosa?’
‘ho chiesto nuovamente alla Vedova bielorussa se è disposta a tornare a stare insieme’
‘che ti ha detto?’
‘nuovamente di no..Quindi non c’è più nulla che mi trattenga’ risponde Fugo ridendo
Ridiamo entrambi. Egli si alza, si accende una sigaretta, sul muretto di pietra appare dal nulla un bastone con un fagotto arrotolato. Lo raccoglie, se lo mette in spalla e mentre cammina si gira verso di me e mi dice ‘sto tornando!’
Scompare in quel nero mantello che è l’ambra del suo sorriso che la notte disegna in un oscurità di piacevole speranza.
Anche le panche in cui sediamo sono di pietra. L’interno è fumoso come una taverna che si rispetti. Beviamo vino in bicchieri di legno. Fugo mi dice ‘ usciamo fuori a fumare?’
‘ma si può fumare anche dentro..’ gli rispondo
‘si ma usciamo fuori, c’è la luna’
Usciamo fuori, l’aria è oasi di purezza. Il cielo è un girotondo di stelle e la notte sembra un nero mantello pronto ad accogliere i nostri racconti. Ci sediamo sopra un muretto in pietra…
‘comunque io ho chiesto..’ mi dice Fugo
‘cosa?’
‘ho chiesto nuovamente alla Vedova bielorussa se è disposta a tornare a stare insieme’
‘che ti ha detto?’
‘nuovamente di no..Quindi non c’è più nulla che mi trattenga’ risponde Fugo ridendo
Ridiamo entrambi. Egli si alza, si accende una sigaretta, sul muretto di pietra appare dal nulla un bastone con un fagotto arrotolato. Lo raccoglie, se lo mette in spalla e mentre cammina si gira verso di me e mi dice ‘sto tornando!’
Scompare in quel nero mantello che è l’ambra del suo sorriso che la notte disegna in un oscurità di piacevole speranza.
Opera scritta il 02/05/2017 - 21:01
Da Fabio Piana
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