Posa pure il cuore in un angolo
dimenticato.
Niente accade.
Qui, in questo remoto punto
dell'universo,
sei lontano dal disegno di qualcuno.
Nessuna trama, nessun orrido
programma.
Dio è vendicativo, amico mio.
Fermati un attimo.
E' l'unico modo per divincolarsi
dai suoi lacci.
L'unica via da percorrere
per fuggire al suo indiscriminato
sterminio.
E' necessario... Certo!
Dopotutto, siamo soltanto uomini.
Amico mio.
Il signore delle marionette,
seduto ai bordi di qualche
inattingibile stella,
sogghigna da lontano,
facendo pure la parte del premuroso
(chi darebbe ad altri il sangue
del proprio figlio?).
Esattamente.
Perché suo figlio era nelle sue trame!
Noi, fermi in questo angolo
di universo,
siamo l'urlo di un'umanità
inappagata.
Il grido di quelli che non ci stanno.
Fra le trame del disegno:
io scelgo di essere l'anti-dio.
Voglio essere la trama di me stesso.
Stop
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Prescindo dalla tua osservazione(che, comunque, accolgo come tua legittima critica)per la quale la mia sarebbe più una considerazione che una poesia (quand'anche una definizione di quest'ultimo lemma esistesse e, vedendo che la tua osservazione si esaurisce in un asserto...). Quanto alla mia presunzione: chiaramente senza offesa, rispondo dicendo che, allo stesso modo in cui occorre una certa ambizione nel pretendere di "uscire" dai programmi di dio, così è necessaria una (smisurata) presunzione nel volere ordire le trame di un universo e della vita degli uomini (la [in]decenza di chiamarli "figli", poi, non l'ho mai capita).
Fra le trame del suo disegno: che scelta si ha? se non la (già ardita) proclamazione di essere l'antitesi di Lui? del suo disegno? della sua volontà?
forse dopo tanto che la vita ci mette
sempre a dura prova si arriva a questo ad avere fiducia solo in se stessi
e basta.
Profonda considerazione questa tua
ciao Giuseppe
(senza offesa).....
trama di te stesso....si, giusto
ma che significa quell'"anti"?
Non dico altro, stupenda! Un saluto!