Scarno volto
Volto provato
Un urlo recrimina d'essere nato
Dagli anni che passan nel tempo segnata
Infelice, arresa, non curata
Abdica, le armi spade affilate
Occhi sgranati, mani tagliate
Sempre sotto ali forti condotta
Ma ora anche l'ultima ala si è rotta
Smarrita si sente
Infima in mezzo alla gente
..e come usignol privo del suo canto
La lucciola della sua luce
L'ermellino del suo manto
Lei si priva di se stessa
Precipitando in un infinito pianto..
Volto provato
Un urlo recrimina d'essere nato
Dagli anni che passan nel tempo segnata
Infelice, arresa, non curata
Abdica, le armi spade affilate
Occhi sgranati, mani tagliate
Sempre sotto ali forti condotta
Ma ora anche l'ultima ala si è rotta
Smarrita si sente
Infima in mezzo alla gente
..e come usignol privo del suo canto
La lucciola della sua luce
L'ermellino del suo manto
Lei si priva di se stessa
Precipitando in un infinito pianto..
Opera scritta il 16/11/2017 - 16:10
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Commenti
Una rinuncia che si fa poesia e sfocia nel pianto infinito, che libera... io voglio pensarla cosi Giulia...infondo poi ci si ritrova sempre.
Molto bella!
Molto bella!
margherita pisano 16/11/2017 - 21:00
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La consapevolezza del proprio esistere ha qui un'accezione negativa: infelice, arresa non curata sono alcuni degli aggettivi che usi. Dietro tanta tristezza c'è un cuore che batte. Molto piaciuta. Giulio Soro
Giulio Soro 16/11/2017 - 18:07
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