Viaggiamo sul divenire come su esili fogli di giornale,
stando attenti a non uscire dal seminato.
Siamo gagliardi e sfrontati.
Ricordati di me, di quello che sono stato.
stando attenti a non uscire dal seminato.
Siamo gagliardi e sfrontati.
Ricordati di me, di quello che sono stato.
E’ proibito scendere con le ghette o con alti stivali di para.
Il terreno è umido e scivoloso e basta poco per cadere.
Però quant’è bello questo crinale di roccia ruvida.
Ricordati di me, di quello che sono stato.
Ali di aquile si muovono nell’aria come saette,
mentre una spolverata di neve imbianca le vette.
Ci sono ancora giorni per volare e per soffrire,
giorni per abiurare e negare la propria fede.
Siamo persi in un labirinto di fogliame,
circumnavighiamo le isole più vicine.
Maltrattiamo quieti pargoli biancastri.
Ricordati di me, di quello che sono stato
Opera scritta il 25/12/2017 - 17:32
Da Giulio Soro
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Commenti
la felicità necessita del dolore
la bellezza, delle brutture
..ma si ricorderanno di noi
ciao Giulio
la bellezza, delle brutture
..ma si ricorderanno di noi
ciao Giulio
laisa azzurra 25/12/2017 - 21:43
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