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L\'INCONTRO

"Non riusciva a nascondere la sua impazienza, d’altra parte era la prima volta che Sandra si trovava ad incontrare un uomo sconosciuto, mai visto e con il quale si ero incontrata solo sul web.
Altri tempi, quando questo accadeva, Sandra non aveva ancora cinquant’anni ed era vedova ormai da una decina di anni. Aveva cominciato ad usare il computer da poco e incuriosita cercava di migliorare la sua capacità di navigare su internet.
Era agosto, faceva un caldo tremendo, Sandra trascorreva intere giornate in casa e cercava di inventarsi cosa poter fare.
Come psicologa, le venne in testa un’idea strana: avviare una ricerca su di un sito per “studiare “ le eventuali risposte che fossero pervenute.
A quei tempi le chat non erano ancora usate come ora ma Sandra trovò un sito d’incontri e decise di iscriversi con tre identità diverse, dove la variabile prescelta era solo l’età: aveva scelto di impersonare quindi tre donne diverse: una di cinquant'anni, una di trentacinque e una di venti.
La descrizione era sempre la solita: alta, bionda con gli occhi azzurri, insegnante.
Ogni giorno Sandra guardava sul sito le risposte, le copiava e le archiviava, senza mai rispondere a nessuno e la sua ricerca progrediva e si arricchiva di continuo con risultati allucinanti.
La cinquantenne era la più ricercata ma la cosa più strana era l’età di coloro che le rispondevano: tutti ragazzi in media ventenni che sicuramente si divertivano a prenderla in giro o che speravano di spillarle quattrini. La ventenne era quella meno richiesta e riceveva sempre poche risposte, la trentacinquenne, invece aveva diverse richieste ma soprattutto di incontri immediati.
Tutte le risposte venivano regolarmente catalogate e archiviate e Sandra da brava professionista le tabulava e ne faceva anche le percentuali.
Una sera però non fu così
Mentre era seduta davanti al suo PC, che stava raccogliendo i suoi dati, una scritta lampeggiante appari sul suo schermo:
“Vedo che sei collegata, rispondimi subito!”
Sandra si mise a ridere, ma la cosa l’aveva talmente presa di sorpresa che per un attimo dimenticò che la sua era una semplice ricerca sul fenomeno degli incontri su internet, allora ancora all’inizio.
Le sue mani scorsero velocemente sulla tastiera e sul video apparve la risposta:
“obbedisco”, come Garibaldi al suo Re, ma voleva essere solo una battuta ironica per scoraggiare l’altro e finirla lì, ma non fu così.
Renato, così aveva detto di chiamarsi, continuava a tempestare Sandra di messaggi fino al punto di decidere di scambiarsi le mail personali.
Ogni giorno Sandra apriva la posta con il cuore in gola, ogni giorno temeva che quella mail non arrivasse, si stava attaccando a quell’amico sconosciuto con il quale aveva imparato a confidarsi, a raccontargli le sue emozioni, le sue paure. Quella mail le riempiva la giornata: prima l’attesa di riceverla, poi la gioia di averla ricevuta.
Le sue parole erano sempre dolci, affettuose, comprensive e Sandra dopo tanti anni di solitudine, aveva bisogno di quelle parole e non avrebbe più potuto nemmeno pensare di poterne fare a meno, ma…
C’era un “ma” in tutto questo, un dubbio atroce che Sandra non sapeva come risolvere, più la cosa andava avanti, più era difficile risolverla.
Il “ma” era dovuto alla sua età, Renato aveva risposto alla “trentacinquenne” non alla cinquantenne.
Quale sarebbe stata la sua reazione di fronte ad una simile rivelazione, sicuramente si sarebbe arrabbiato e avrebbe interrotto immediatamente lo scambio di mail.
Sandra doveva decidere, doveva prendere una decisione al più presto, anche perché Renato insisteva di avere una sua foto e sicuramente non avrebbe potuto mascherare la sua età.
Si mise davanti al computer, le lacrime le scendevano lentamente lungo le guance e cominciò a scrivere:
“Caro Renato, mi dispiace, ma non posso andare avanti con te se prima non ti svelo un mio segreto.
Ti ho imbrogliato, non ho trentacinque anni, ne ho in verità cinquantuno, tutto il resto è vero.
Non potevo continuare a nasconderti questa verità, capirò se non vorrai più scrivermi. La tua amicizia è stata comunque per me un dono prezioso e di cui mi ricorderò per sempre. Grazie di tutto, delle tue belle parole e di tutto l’affetto che hai saputo darmi. Un caro saluto e un bacio. Sandra”.
Un ultimo sforzo quasi sovrumano e Sandra cliccò il tasto “invio”, ormai non c’era più niente da fare, doveva solo aspettare.
Furono giorni tremendi, Sandra ogni giorno, più volte al giorno, si sedeva davanti al computer per andare a vedere se c’era posta per lei, ma niente, “Renato” non appariva mai fra le mail in arrivo.
Un giorno, due giorni, tre giorni, Sandra ormai aveva perso tutte le sue speranze, Renato non dava segni di vita.
Al terzo giorno, Sandra stava già andando a letto, ma il pensiero di Renato non la lasciava mai e decise di andare a vedere un’ultima volta la posta sul computer.
Sapeva che avrebbe avuto l’ennesima delusione, ma era più forte di lei.
Sapeva che quello che si erano detti nelle varie mail non poteva andare perduto per sempre, ecco perché si ostinava ad andare a vedere la posta, non poteva essersi sbagliata così su di una persona, anche se mai vista.
Accese il computer, aprì la posta.
“Renato” appari immediatamente fra la posta in arrivo.
Un tuffo al cuore, una gioia infinita la pervase tutta, non aveva il coraggio di aprirla, anche perché temeva che lui potesse risponderle per dirle tutta la sua delusione e confermare che era tutto finito.
Un ultimo sforzo, un click su “Renato” e la mail si aprì:
“Sono qui, ho dovuto dapprima lottare con me stesso, mi sono sentito tradito, ma non posso più fare a meno di te. Devo vederti, dimmi quando posso venire a trovarti, prendo il primo aereo e arrivo…”
Non riusciva a leggere bene tutte quelle parole perché i suoi occhi erano luccicanti per le lacrime, non sapeva se ridere o piangere, ma era felice, immensamente felice.
Renato le aveva fatto sapere che sarebbe arrivato nel primo pomeriggio all’aereoporto che del resto era poco distante da dove abitava lei.
Lo aveva detto a tutti che sarebbe arrivato Renato, aveva fatto lavare la macchina, era andata dal parrucchiere, si era preparata con cura.
Si era vestita semplicemente, aveva messo i suoi soliti pantaloni neri e una camicetta sempre nera di seta.
Aveva messo un paio di scarpe nere con il tacco alto, a Renato piacevano le donne alte e lei con i suoi 175 centimetri di altezza e i tacchi di otto centimetri diventava una bella “stanga”.
I capelli biondi e gli occhi verdi ce li aveva di natura e anche il suo sorriso era un buon biglietto da visita.
Il cuore batteva all’impazzata, l’aereo sarebbe dovuto arrivare alle 14, ma le 14 erano già passate da un pezzo e lei fra una storia e l’altra non si sa come aveva fatto tardi ed era sempre nel traffico cittadino.
Come si sarebbero visti, non avevano voluto scambiarsi le foto perché Renato le aveva detto che non erano indispensabili, si sarebbero riconosciuti ad intuito ed ora Sandra doveva riconoscerlo chissà fra quanti altri uomini.
Non riusciva a nascondere la sua impazienza, era tesa, agitata.
Arrivata in aeroporto, si fermò davanti agli arrivi.
Sandra le aveva detto nell’ultima mail:
“Quando mi vedi, vienimi incontro, abbracciami e non lasciare che io scappi per la paura”.
Il suo sguardo si posò subito su di un uomo elegante, signorile, bello, un tipo come George Clooney, nella sua mente balenò un pensiero: “ Non è possibile, è troppo bello per essere vero”.
Tornò a guardarsi intorno, cercava qualcuno diverso, più “ normale”, ma quel signore era solo con il suo trolley appoggiato a terra e anche lui vide Sandra.
Un sorriso gli illuminò il viso, senza esitazione prese il suo trolley e le andò incontro.
I loro sguardi si incrociarono, Renato l’abbracciò teneramente e fu come se si fossero conosciuti da sempre.



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Opera scritta il 07/09/2013 - 14:20
Da Roberta Sbrana
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