Conversazioni
Adesso so. Quest’unica, singola volta proverò a dissuadervi dall’origliare il mormorio sommesso
del mio conversare solo, a fiume sul Poe. E non negherò la nera ombra del mio interlocutore.
Non udirete uno straziato gracchiare, non un graduale miagolio. Né un soffio. Ma lo sguardo
di quella presenza.
Un suono roco e stridente mi condusse dalla camera da letto fino al terrazzo tra il granturco.
Le brattee che ondeggiavano al vento sul fianco della collina parevano terrificanti braccia di
orangotango furiosi. Si percepiva l’odore della polvere della trebbiatura. Restai lì, inspiegabilmente succube ai capricci della scrittura. Il pensiero si fermò sulla grammatura del caffè nella tazza, e a quella che volessi dare al nuovo racconto… e lo sguardo solo qualche attimo sul verme che voleva guadagnare terreno sul foglio a discapito della matita. L’unico a rimanere impassibile era il tavolino in vetro con base a forma di cavalli in ottone.
Quei pochi attimi bastarono. Stavo conversando inconsapevole con l’ombra mostruosamente grande
di una falena al calore della fiamma del camino. Sul foglio ora si poteva vedere uno scarabeo che nella concitazione io stesso avevo tentato di schizzare. La notte si decise. Non miagolò né gracchiò, ma con un soffio di voce si prese più di qualcosa. “Non ti sarà possibile trovare il tempo materiale per fare tutte le cose che ti richiedono quelli con cui vivi e al tempo stesso per il mestiere dello
scrittore”. Con una fitta neanche tanto lancinante il cuore mi si spostò da sinistra a destra.
“Quando non ti basterà più sapere scrivere, e aspettare che un editore accetti il tuo manoscritto non porterà ad altro che alla delusione dell’insuccesso… quando chi ti è caro ti abbraccerà il battito del suo cuore non riempirà il tuo lato vuoto”.
Il buio ora avvolgeva quasi solo la collina che pareva un gigantesco pinguino albino e cieco…
del mio conversare solo, a fiume sul Poe. E non negherò la nera ombra del mio interlocutore.
Non udirete uno straziato gracchiare, non un graduale miagolio. Né un soffio. Ma lo sguardo
di quella presenza.
Un suono roco e stridente mi condusse dalla camera da letto fino al terrazzo tra il granturco.
Le brattee che ondeggiavano al vento sul fianco della collina parevano terrificanti braccia di
orangotango furiosi. Si percepiva l’odore della polvere della trebbiatura. Restai lì, inspiegabilmente succube ai capricci della scrittura. Il pensiero si fermò sulla grammatura del caffè nella tazza, e a quella che volessi dare al nuovo racconto… e lo sguardo solo qualche attimo sul verme che voleva guadagnare terreno sul foglio a discapito della matita. L’unico a rimanere impassibile era il tavolino in vetro con base a forma di cavalli in ottone.
Quei pochi attimi bastarono. Stavo conversando inconsapevole con l’ombra mostruosamente grande
di una falena al calore della fiamma del camino. Sul foglio ora si poteva vedere uno scarabeo che nella concitazione io stesso avevo tentato di schizzare. La notte si decise. Non miagolò né gracchiò, ma con un soffio di voce si prese più di qualcosa. “Non ti sarà possibile trovare il tempo materiale per fare tutte le cose che ti richiedono quelli con cui vivi e al tempo stesso per il mestiere dello
scrittore”. Con una fitta neanche tanto lancinante il cuore mi si spostò da sinistra a destra.
“Quando non ti basterà più sapere scrivere, e aspettare che un editore accetti il tuo manoscritto non porterà ad altro che alla delusione dell’insuccesso… quando chi ti è caro ti abbraccerà il battito del suo cuore non riempirà il tuo lato vuoto”.
Il buio ora avvolgeva quasi solo la collina che pareva un gigantesco pinguino albino e cieco…

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Commenti
Ti potrai perdere nel crepitio di un fuoco acceso nella notte, potrai riempire quel foglio spostando a sinistra lo scarabeo, potrai raggiungere ed entusiasmare un editore, potrai, potresti...
Ma l'emozione che proverai nel ricevere quell'abbraccio, scaldera il tuo cuore e potrà bastare... a lui, a te, a se stesso
Ma l'emozione che proverai nel ricevere quell'abbraccio, scaldera il tuo cuore e potrà bastare... a lui, a te, a se stesso


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Bello e profondo com'è nel tuo stile.


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Molto bravo. La tua esposizione è coinvolgente. Hai espresso in modo non comune dubbi e certezze di chi cerca di scrivere qualcosa. 



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Un racconto misterioso e profondamente intimistico! L'interlocutore di te stesso rende questa conversazione affascinante! Complimenti..ciao!.








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La grammatura appartiene anche ai tuoi scritti, calibrando emozione e ragione conversi con le ombre e vivi dell'amore...
Affascinante conversazione Mirko
Affascinante conversazione Mirko


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Bellissima, profonda. La forma assomiglia a una poesia anche se scritta in frasi.


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Molti di coloro che si dedicano alla scrittura forse avranno avuto tali "conversazioni" o fatto tali riflessioni...
Profonde e condivise... e grazie per averlo fatto
Profonde e condivise... e grazie per averlo fatto



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Singolare racconto che si snoda tra pensieri ed emozioni vissute ...scrivere è come vivere tra fogli sparsi nell'anima, si raccolgono perle come queste...anche se poi è quel granturco a catturare lo sguardo tra quel cuore spostato dall'altro lato! Sei bravissimo! Mirko grazie 



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