Dormirò.
Sopra un terreno molle, fatto di silenzio
e sordità,
poggerò il mio capo.
Abbandonando la speranza di un risveglio.
Neve che cade su di me,
che mi penetra,
che smussa gli spigoli del mio sentire.
Anima molle, di ovatta:
dormirò
disteso su questa coltrice immacolata.
Sopra un terreno molle, fatto di silenzio
e sordità,
poggerò il mio capo.
Abbandonando la speranza di un risveglio.
Neve che cade su di me,
che mi penetra,
che smussa gli spigoli del mio sentire.
Anima molle, di ovatta:
dormirò
disteso su questa coltrice immacolata.
Opera scritta il 31/10/2019 - 10:25
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Commenti
Un urlo di disperato silenzio.
Eugenia Toschi 31/10/2019 - 22:49
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Voglia di stare in disparte. Sicuramente capita a tutti e non poche volte
MARIA ANGELA CAROSIA 31/10/2019 - 21:01
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C'è una componente drammatica, può darsi sia solo voglia/necessità di allontanare per un po' il mondo.
In effetti spesso si ha voglia di addolcire gli spigoli del proprio sentire per non continuare a ferircisi.
In effetti spesso si ha voglia di addolcire gli spigoli del proprio sentire per non continuare a ferircisi.
Leo Pardiss 31/10/2019 - 18:12
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