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Il governatore della terra (Striptease dell'anima, crociata culturale)

Per le referenze angeliche di mio padre (Angelo Raffaele), vero angelo quaggiù in terra per condotta esemplare e governatore della terra lassù per meriti morali, sono diventato, obtorto collo, il referente (all'unanimità) delle anime celesti (all'umanità) costretto a scrivere di morale.
Pur eccellendo in più di un campo a partir dal pallone (e non sono palle), il campo letterario, ad onor del vero, non mi andava a genio (nevrosi del foglio bianco in italiano) in virtù di una mente matematica abituata a fare soprattutto conti (anche nel prender moglie e... li sbagliai!) e, sognando da sempre una vita gaudente, mi diedi nottetempo allo studio delle schedine per il colpo vincente e rimpinguare così il mio conto gemente per il piatto piangente (poker).


Ma anche qui i conti non tornarono per l'interferenza (benedette referenze angeliche) di mio padre che, dopo aver assillato il prossimo quaggiù nel tessere le lodi del suo primogenito (studente modello, gran calciatore e conquistatore di cuori), una volta lassù in paradiso stremò finanche santi e madonne per farmi scrivere sotto dettato (altro che ispirato), dal momento che a scuola, seppur abituato a primeggiare (ammaliavo i professori!), avevo scarsa simpatia per le lettere (compiti d'italiano) e per le inutili chiacchiere di filosofia ma non certo per i numeri (matematica) per fare i conti.


Mio padre, comunque, per farmi desistere dai giochi (sistemi di totocalcio elaborati con certosina pazienza) e scongiurare schedine miliardarie con relativi sogni (vita sul mare cullato dalle onde marine), non potendo far niente da lassù, allertò perfino Satana quaggiù per farmi buttare all'aria, proprio all'ultimo istante, vincite sacrosante...


IL GIOCO FATALE


Quando i giochi vanno male
io ripiego sulla morale,
sarà pure per disegno fatale
ma per l'esito letale
divento ancor di più
un misero mortale.
Sono un giocatore nato
perdente sol per fato
ma ancor non mi raccapezzo
se gli occhi addosso
me li mettono quaggiù
mi vengono di lassù
o sono del solito belzebù.
Con un poker di re servito
una donna d'incastro...
tutta nera di picche,
di certo per ripicca,
con una scala reale
mi mandò gambe all'aria.
Al tredici miliardario,
ci pensò, invece,
un uomo in giacca nera
e con un gol fuori orario
mi azzerò l'onorario.
Ripiegai sul totogol,
sui gol a grappoli
ma per disegno divino
il fatal destino
mi sfilò il bottino...
era l'unico otto
ma l'ineluttabile sorte
mi rifilò un fagotto
e mi fece il cappotto.
Adesso, di giochi in gioghi,
la roulette insolvente,
il blak jack insolente
e la bolletta perdente
mi fanno uscir di mente
ma, per mia gran fortuna,
l'anima mi richiama
ed è la sua ispirata scrittura
che infin mi rianima.


Proprio per questi allucinanti eventi il mio viso sempre più si turbò ed anche l'unione matrimoniale s'incrinò (i soldi, purtroppo, sono linfa... coniugale!) e divenni un padre fallito, da giocatore perdente dedito alle schedine e costretto finanche a trascrivere medicine... da medico della mutua!
Ad esser sincero e ad onor del vero (le mogli non sempre hanno torto) se avessi dedicato tutto quel tempo notturno (sono affetto da pensiero insonne) a studiare medicina e non le schedine (statistica e sistemistica), di questi tempi sarei di certo uno scienziato, mentre divenni solo un povero malato costretto a scrivere per giustificarmi (soprattutto agli occhi dei miei figli) di essere, nonostante tutto (carte, schedine e casinò), un buon padre di famiglia.
Adesso scrivendo ispirato o meglio, puntualizzando, sotto dettato di notte e sotto dettatura di una Musa di giorno, da uomo perdente per fato (sistemista fallito) mi ritrovo (miracolo della vita) scrittore, forse poeta, un po' filosofo e quasi scienziato (altro che medico della mutua) per aver illuminato la mia materia grigia (sistema nervoso) con la cellula spirituale grazie alla mia eterna compagna di viaggio, quella fantomatica anima (non certo campata in aria) nella sua triplice luminosa veste di pensiero, amore e coscienza.


L'ETERNA COMPAGNA


Vivendo girovagando
dopo tante follie
col pensier in fantasie
proprio per sopravvivere
ad intenso e continuo soffrire,
che bella compagnia,
per davvero esiste,
ho scoperto la mia anima,
che mi ha curato
ridandomi la pace
con le poesie al posto delle medicine.
A tal fine amore a volontà
per via spirituale goccia a goccia
durante l’arco dell’intera giornata,
non esiste in flaconi in commercio,
ma lo trasfondi con la luce
e lo splendore degli occhi.
È questa la miracolosa terapia
per quelle turbe mentali
in cui senti un gran vuoto interiore.
C’è tanta depressione
nella tua anima che devi colmare
con affetto cercando
contatto umano in ogni direzione.
L’isolamento porta ricorrenti,
assillanti pensieri fino alla follia
ed allor affidati a quei medici
di coscienza che ti daranno
pochi farmaci ma tanta umanità.


Intanto tra psicosi depressive (fuoriuscita dello spirito vitale) e metempsicosi filosofiche (fantasie mentali), tra amori (il bello della vita) e dolori (la catarsi della vita) in virtù dei nucleotidi (e cromosomi con relativi geni) ereditati dai miei genitori, per parte paterna, grazie pure alle sue interferenze (angelo quaggiù in terra) e referenze (da lassù governatore della terra), mi ritrovo la morale con queste scritture etiche, mentre per parte materna ho somatizzato la sua encefalopatia (dopo averla curata) al punto da ritenermi, ahimè, l'apripista della nuova era spirituale (ultrapallio), secondo la profezia (21/12/2012) Maya, in veste di un Noè istruito (o meglio laureato) e di un Mosè poeta!


Passare dalle follie epatiche alle fantasie poetiche per arrivare, addirittura, a scrivere di filosofia, di certo, non è stato un percorso facile e questo lo devo soprattutto a mia moglie, la mia Santippe!
Questa vittima designata, vistasi trascurare da un marito alle prese, quotidianamente, con i suoi problemi esistenziali (e coi giochi), inoltre poco incline alle apparenze (abiti firmati) e alle prelibate pietanze (al pari di Socrate, cena con Alcibiade), cominciò a prendere le distanze trincerandosi nel suo carattere riservato e chiuso (dentro e fuori), mentre da parte mia, seppur problematico dentro, sono leggero fuori per rendere la vita meno difficile.
E così la mia Santippe, al pari della moglie del padre della filosofia, con il suo comportamento severo mi costrinse prima a laurearmi e, poi, a migliorarmi al punto da diventar filosofo. Di contro io, con la mia filosofia, non son riuscito ancora a farle capire il significato vero della vita, che va spesa alla luce della verità, bene unico, universale e indissolubile da qualsiasi prospettiva lo si guardi e si ammiri!


In conclusione se la presenza di mia moglie mi ha ha migliorato l'esistenza, l'onnipresenza di un angelo custode, naturalmente mio padre, mi ha presidiato dalle sue avversità.
Questo illuminante maestro di vita, infatti, va sempre fiero del suo prediletto primogenito perché, alla sua prematura dipartita, è stato sempre vigile a salvaguardare soprattutto la sua eredità spirituale (più che il suo patrimonio materiale), ragion per cui aiutare gli altri è un obbligo morale, che il Padreterno ricambia in termini spirituali, dal momento che i soldi, vita decorosa a parte, sono solo carta straccia.
Proprio in questo modo i dolori li ho ben compensati con l'amore tanto da andar fiero per questa dedica a mia madre (quella a mio padre è sulla sua tomba):


Intensamente,
a lungo sofferta,
ancor più bella,
che vita insieme!
Sei volata all'istante
in un lampo abbagliante
su di una luminosa scia
tra schiere angeliche festanti
con sinfonie di canti e suoni
a spasso per sempre
nell'incanto dei cieli.




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Opera scritta il 30/03/2020 - 17:07
Da Francesco Andrea Maiello
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