Lettera all’assenza (Il motivo del mio poetare 1/3)
Come avrebbe potuto lei rinunciare alla sua vita per un desiderio…
E lo scrisse. L’aria ottobrina come i lunghi singhiozzi dei violini d’autunno di Verlaine gli lambiva intanto le ginocchia scoperte nei calzoni corti che continuava a mettere forse per sentirsi ancora un po’ piccino.
Come avrebbe potuto dire al suo bambino, lei al suo, che anche un papà o una mamma fanno a volte i capricci…
Perché di quello si sarebbe trattato. Scrisse anche questo.
Ma il più bel capriccio, sembrò pensare. Questo non lo scrisse. I campanelli al vento suonavano muti alla luna come gli elfi danzanti di Colette. Le corde di un’arpa, il ricordo della sua voce.
Poi scrisse di Paganini, qualcosa su una corda di violino che si ruppe. E un’altra, e un’altra ancora lasciando paralizzata l’orchestra. Il pubblico trattenne il respiro. Ma Paganini continuò, chiamando a raccolta tutti i suoni dall’unica corda…
Lesse Wislawa Szymborska sorseggiando cognàc… sarebbe potuta farsi vetro lei, un violino di vetro. Per permettere a lui di vedere la musica.
O di quando, sempre lui Paganini, si presentò a un concerto senza violino e ne ottenne in prestito uno, incantando i presenti. Come fece lei. Lei lo incantò con una folla di sfumature in apparenza inconciliabili. Con la forza, la leggerezza, la grazia, l’accento triste e gioioso, il sogno e la passione degli archi di Berlioz. Con voce passionale e casta allo stesso tempo, straziante e dolce, che piange e grida e si lamenta, o canta e prega e sogna, o esplode in accenti di gioia, come nessuno altro potrebbe fare.
Da un po’ non scriveva. Girò il foglio che nascondeva il faccione dai capelli scarmigliati di Einstein, ripeté a memoria Un tavolo, una sedia e un violino. Di cos’altro necessita un uomo per essere felice? Lo accartocciò, e cercò il canestro nel cesto di frutta.
Dal taschino della camiciola lasciò andare un foglietto con il vento…
E lo scrisse. L’aria ottobrina come i lunghi singhiozzi dei violini d’autunno di Verlaine gli lambiva intanto le ginocchia scoperte nei calzoni corti che continuava a mettere forse per sentirsi ancora un po’ piccino.
Come avrebbe potuto dire al suo bambino, lei al suo, che anche un papà o una mamma fanno a volte i capricci…
Perché di quello si sarebbe trattato. Scrisse anche questo.
Ma il più bel capriccio, sembrò pensare. Questo non lo scrisse. I campanelli al vento suonavano muti alla luna come gli elfi danzanti di Colette. Le corde di un’arpa, il ricordo della sua voce.
Poi scrisse di Paganini, qualcosa su una corda di violino che si ruppe. E un’altra, e un’altra ancora lasciando paralizzata l’orchestra. Il pubblico trattenne il respiro. Ma Paganini continuò, chiamando a raccolta tutti i suoni dall’unica corda…
Lesse Wislawa Szymborska sorseggiando cognàc… sarebbe potuta farsi vetro lei, un violino di vetro. Per permettere a lui di vedere la musica.
O di quando, sempre lui Paganini, si presentò a un concerto senza violino e ne ottenne in prestito uno, incantando i presenti. Come fece lei. Lei lo incantò con una folla di sfumature in apparenza inconciliabili. Con la forza, la leggerezza, la grazia, l’accento triste e gioioso, il sogno e la passione degli archi di Berlioz. Con voce passionale e casta allo stesso tempo, straziante e dolce, che piange e grida e si lamenta, o canta e prega e sogna, o esplode in accenti di gioia, come nessuno altro potrebbe fare.
Da un po’ non scriveva. Girò il foglio che nascondeva il faccione dai capelli scarmigliati di Einstein, ripeté a memoria Un tavolo, una sedia e un violino. Di cos’altro necessita un uomo per essere felice? Lo accartocciò, e cercò il canestro nel cesto di frutta.
Dal taschino della camiciola lasciò andare un foglietto con il vento…
Opera scritta il 10/02/2021 - 22:12
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Commenti
Mi incanta la musica ... su di me ha sempre avuto un grande ascendente.... così come mi perdo nei tuoi bei racconti, che dicono tanto...
Teresa Peluso 13/02/2021 - 17:07
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Come entrare in un mondo fantastico,
sai trascinare e incantare e ogni tua parola ha una voce potente.
sai trascinare e incantare e ogni tua parola ha una voce potente.
Grazia Giuliani 11/02/2021 - 19:48
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Il motivo del poetare dei poeti è scritto dentro i loro cuori.
Così, come scaturisce dall'inchiostro della tua penna e ce ne fai dono.
Così, come scaturisce dall'inchiostro della tua penna e ce ne fai dono.
Maria Luisa Bandiera 11/02/2021 - 15:21
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Non si può certo spiegare ai figli piccoli che anche i genitori possono fare i capricci! I capricci degli adulti sono forti emozioni che possono mettere a repentaglio la vita stessa della famiglia. Le emozioni...chi meglio del suono del violino può esprimerle?!
Mi “ha preso”il tuo racconto scritto con una splendida penna poetica.
Buona giornata Mirko
Mi “ha preso”il tuo racconto scritto con una splendida penna poetica.
Buona giornata Mirko
Anna Maria Foglia 11/02/2021 - 08:14
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