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Forse, il vento.

Gli alti larici
all'unisono
del silenzio fecero cadere
le imbrunite foglie.
Forse, il vento.
Stupì
l'obbedienza
del sentiero che parve
spogliarsi.
Il bosco nudo
e rispettoso
rimase
ad ascoltare quell'eco muto
che fermó
il mio tempo.
Di nuovo insieme
in quell'istante
dove la nostra amicizia
prese
quel segno.
Lo fece vivere
e poi
rivivere
di vita vera.
Gli affilati artigli
eterne guardie
del confine dove
non é concesso sporgersi
impedirono di toccarsi e di vedersi
ma non di sentirsi.
Ricordo poche parole.
Ciao Nicola,
amico mio.



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Opera scritta il 26/10/2022 - 18:05
Da Piccolo Fiore
Letta n.563 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Struggente nel ricordo,
magnifica nella stesura.
Il mio amato papà si chiamava Nicola.
Un caro saluto, serena domenica,
Marina

Marina Assanti 30/10/2022 - 10:43

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Struggente lirica che è tutta scritta nel cuore e nel mondo interiore attraverso le metafore che l'anima sa creare.

Jean Charles G. 27/10/2022 - 09:51

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Un addio sconsolato tratteggiato in poesia, molto coinvolgente.

Maria Luisa Bandiera 27/10/2022 - 07:20

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Grazie Anna e grazie della Tua corretta interpretazione.
A volte cerchiamo chi ci ha lasciato..in piccoli segni.

Piccolo Fiore 26/10/2022 - 20:30

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Attanaglia la tua poesia, un groppo in gola, non so perché.

Anna Cenni 26/10/2022 - 19:26

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