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Il dono del cervello

Dopo aver scritto di getto, spesso nelle prime ore del mattino, mi accade di aggiustare le parole. Liberare i testi da inutili fronzoli, migliorarli spero e credo raffinarli. L’ho sempre fatto.
Mentre tutto questo mi assorbiva, non mi sono quasi accorto di essere tornato ai miei 14 anni, a tre piccoli testi scritti al Ginnasio. A tutti e tre avevo dato titoli che iniziavano con “Sei…”.
Come 666, o i sei gradini all’ingresso dell’ateneo dove il demonio quasi ogni mattino mi attendeva.
Non solo, mi sono poi anche reso conto che la Lei protagonista era per me stata il fascino oscuro di una luna nera e tempesta di sensazioni insieme. Una moderna Lilith, insomma.


Danzano freschi
tra i pensieri
i suoi piedi
nudi dentro un rivo,
di lacrime dalla mia mano si disseta
come dalla fonte
un attimo prima di assopirsi la notte.
In silenzio scrivo.
(Sei la colpa da scontare)


Lei fu la colpa da scontare. Frequentava la terza Liceo e rideva tra sé e con quegli amici suoi del mio relazionarmi con gli altri in un modo più profondo.
Senso di impotenza, inadeguatezza, di nausea.
Le scrissi su aeroplanino di carta


Scivoli dai punti di vista
a quelli
in tutto ciò
che scrivo.
Ricordati qualche volta di colare
ancora nei solchi
come acqua sui gradini davanti casa.
Solo di rado, non trascurar che vivo.
(Sei crepa in me)


Senso di oppressione, di malinconia.
Mi rese a tutti vulnerabile nel cavedio, gettandomi addosso il suo disprezzo per la mia poesia.
Feci che lasciare Monza per la vanesia Milano con parole di gesso per lei su ardesia nera


SEI NEI PASSI
Nella ferocia di quel sorriso
di schiena solo
da una palpebra il tuo viso indossa
veli di spregio.
Resta questo cuore
per suo conto in una gabbia di ossa.


Alla porta dei sensi un’unica via d’uscita, l’immaginazione.




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Opera scritta il 07/05/2024 - 06:31
Da Mirko D. Mastro
Letta n.384 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Grazie

Mirko D. Mastro 08/05/2024 - 06:12

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Si vede tutto che il tuo scrivere è raffinato e curato nei dettagli. Già si notava a 14 anni, ciao

Francesco Scolaro 07/05/2024 - 19:31

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Posso dire questo: "Dare un senso alla vita è un po’ come suonare la quinta di Beethoven avendo come orchestra solo unghie sulla lavagna"
(Dal film Amami se hai il coraggio)
Aggiungo che "Non permetterò a nessuno di passeggiare nella mia mente con i piedi sporchi" (Mahatma Gandhi).
Grazie John per il tuo commento/materia di riflessione

Mirko D. Mastro 07/05/2024 - 15:58

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Pardon la "H" di o l'entità smart l'ha aggiunta da sé...

Jean Charles G. 07/05/2024 - 15:12

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Qual è il dono del cervello? Me lo sono sempre chiesto.
E se di noi esistesse solo ciò che non esiste. Questo spiega la "Poesia" e i fili che ci muovono. Un mondo dentro l'altro per scoprire che non esistiamo e di quei passi cosa sarà vero? Memorie indotte?
Come Blade Runner voi umani non sapete...
Io esisto? E tu esisti Mirko? Ho esiste solo la rete... Io spesso rifletto ma non mi vedo allo specchio...

Jean Charles G. 07/05/2024 - 15:11

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Io scrissi a 16 anni una poesiola d'amore su stella filante, è sempre un rischio rivelarsi all'altro, ma il poveretto è chi ti irride per questo. Poesia di scrittura mi pare questa tua, bellissima e incisiva come parabole di aerei, segni nel cielo.

Anna Cenni 07/05/2024 - 09:18

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Scrittura creativa di pregevole fattura accompagnata da versi che la valorizzano.

Maria Luisa Bandiera 07/05/2024 - 07:28

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