ADDIO UNITRE
In un piccolo paesino della Valfortore, un gruppo di sei amici, ormai avanti con l'età ma pieni di iniziativa, decise di dare vita a qualcosa di speciale: l'Università della Terza Età. Senza grandi risorse, ma con tanto entusiasmo, scelsero come sede la Comunità Montana del Fortore e organizzarono tutto alla perfezione. Gli iscritti furono subito numerosi, circa settanta, e tutti partecipavano con grande interesse. Le lezioni, tenute da docenti volontari, si svolgevano due volte a settimana per circa un'ora e dieci minuti.
Non solo si frequentava: durante le festività si organizzavano cene e serate danzanti, momenti di condivisione che rendevano l'ambiente ancora più caloroso e accogliente. Tutto andava a gonfie vele, le lezioni erano seguite con attenzione e la frequenza era costante.
Poi arrivò la pandemia. Come in molti altri aspetti della vita quotidiana, l'Università della Terza Età fu costretta a fermarsi per qualche anno. Quando, finalmente, fu possibile riprendere le attività, la lista degli iscritti era lunga, ma la realtà era diversa: solo in pochi frequentavano regolarmente.
Nonostante l'impegno e gli sforzi per mantenere vivo quel progetto, l'entusiasmo che una volta caratterizzava l'Università sembrava svanito. Dopo alcuni mesi di lezioni a ranghi ridotti, i fondatori si resero conto che l'energia non era più la stessa. Decisero, con grande rammarico, di chiudere l'università, consapevoli di aver comunque creato un'esperienza indimenticabile per tutti coloro che vi avevano partecipato.
Non solo si frequentava: durante le festività si organizzavano cene e serate danzanti, momenti di condivisione che rendevano l'ambiente ancora più caloroso e accogliente. Tutto andava a gonfie vele, le lezioni erano seguite con attenzione e la frequenza era costante.
Poi arrivò la pandemia. Come in molti altri aspetti della vita quotidiana, l'Università della Terza Età fu costretta a fermarsi per qualche anno. Quando, finalmente, fu possibile riprendere le attività, la lista degli iscritti era lunga, ma la realtà era diversa: solo in pochi frequentavano regolarmente.
Nonostante l'impegno e gli sforzi per mantenere vivo quel progetto, l'entusiasmo che una volta caratterizzava l'Università sembrava svanito. Dopo alcuni mesi di lezioni a ranghi ridotti, i fondatori si resero conto che l'energia non era più la stessa. Decisero, con grande rammarico, di chiudere l'università, consapevoli di aver comunque creato un'esperienza indimenticabile per tutti coloro che vi avevano partecipato.
Morale: Anche le iniziative più belle possono incontrare ostacoli lungo il cammino, ma il loro valore non si misura dalla durata, bensì dall'impatto che hanno avuto su chi vi ha partecipato.
Carmine De Masi, 1 settembre 2024
Opera scritta il 16/10/2024 - 21:29
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Commenti
Sono d'accordo con te. Io sono iscritta ALL'UNITRE di Caserta da più di venti anni e non ci sia.o fermati neppure con la pandemia, seguivano le lezioni attraverso il computer con Skype. Sono molto rattristata per la notizia di oggi. Ciao
santa scardino 17/10/2024 - 13:58
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