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HO CONOSCIUTO LEI

La perdita
ambigua è un mostro, una
sofferenza senza mai sbocco;
questa è una vera emergenza,
e il pensiero si volge nella
scienza.


Ho conosciuto
lei donna di classe, il suo
essere è smarrito non era più
forte; come spesso accade, la
malattia è sempre difficile
da gestire.

Nell'alzare lo
sguardo, era gioiosa ma
non tanto, vedeva che tutto
si oscurava con tanto freddo,
come se quella casa fosse
di metallo.


Diceva: non
chiedetemi più di ricordare,
non cercate di farmi capire;
la speranza per quel domani,
è solo nelle mani di nostro
Signore.


La demenza
non si augura a nessuno,
il cervello muore man mano;
cambia fisicamente, alla fine
si dimentica chi sono i suoi
parenti.


Non sorrideva
più tanto con la bocca, era
oramai distrutta; lo sguardo
era sempre sorridente, bianco
e puro come l’acqua di una
sorgente.


Tutto ciò che
abbiamo sono questi istanti,
con l'Alzheimer solo chi ti ama
ti comprende; strappare questo
dolore, con occhi sereni non lo
puoi fare.


Con quelle sue
pennellate morbide e con
l'occhio fisso a quel soggetto,
si chiudono i rami della vita e le
visioni della genialità del suo
prodotto.


L’Alzheimer
ha cambiato l'amica, diventò
come una larva solcata; tra una
frase sconnessa e l’altra, trovò gli
occhi del marito e gli disse sono
già arrivata.



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Poesia scritta il 05/05/2021 - 12:04
Da Gaetano Lentini
Letta n.848 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Buonasera Gaetano.
Poesia molto triste e commovente, chiunque sia la persona ti sono vicino. Un caro saluto.

Paolo Ciraolo 05/05/2021 - 19:16

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