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Rodens in fabula (di Anna C. e Mirko D. M.)

Non si era trasferito solo Rodenzio ma anche il nostro amico criceto, nel garage dove gli piaceva stare a sentire il ragazzo mentre inventava le sue storie.
Ogni tanto, più tanto che ogni, li passavano a trovare gli zii. In quel mentre era stata la volta di Tancredi “Come te la passi, nipote?”.
“Tutto procede, zio. E tu, come passi il tempo?” intanto il giovane autore scribacchiava su rotoli di carta appesi al cartongesso con i chiodini.
“Faccio una partita con Pellegrino, te lo ricordi? Ma come potresti, eri tanto piccolo. Giochiamo a chiodini” e sul rumore di caramella scartocciata Tancredi chiuse la serranda lasciando lì a malincuore Cricecrettino.
Da dietro la ruota di scorta della vespa, con un balzo Rodenzio volgendosi all'animaletto "Si chiamerà Desìo il mio protagonista... è ora di partire, avventura lunga dei giorni!!"
Crice con un paio di squittii allegri si arrampicò fino alla tasca del giaccone rosso del ragazzo mentre questi si avvitava in se stesso, veloce veloce, e quando Crice si azzardò col capino a sbirciare dal tascone...


Si trovava in mezzo a un prato pieno di fiori e insetti volanti, il cielo era rosso cupo e l'aria sapeva di mandorla bruciata.
Desìo con l'ocarina suonava, solo che questa ogni tanto perdeva una piuma perché era una piccola oca che emetteva dal becco... melodia.
Mentre camminavano, o meglio Desìo camminava, Crice bello pigiato tra le punte coi sonagli del cappello per vedere meglio, a un tratto si appiattì ancor più quando l'aria intorno si fece tremolante e all'orizzonte apparve una sagoma verde.
L'odore di mandorla bruciata era...
era il fuoco che bruciava dentro la bocca di un...
di un dragooo.
Il piccolo viaggiatore squittì piano, piano. Poi niente.
"Crice entra nella tasca; non so se quel coso verde è buono o cattivello, ma ci penserò io. O almeno spero, tu... tu, tranquillo".
Non fece a tempo a nascondersi che atterrò ai suoi piedi, solo 2 piedi ovviamente ma grandi, un Drago piccolino e anche tanto bellino -pensò Desío.
"Oh, vi prego" parlò la sagoma sputacchiando lapilli e fumo più che fuoco "mi sono perso e ho freddo, fame e tanta paura!!".
"Bisogna che ti insegni a sputare fuoco sui tuoi piedi, così ti scaldi" disse Desìo ad alta voce.
Spesso parlava tra sé e sé, non questa volta forse per lo spavento.
Così ora erano in tre e non sapevano bene dove sarebbero andati, ma erano speranzosi di quel cielo ora rosso con ancora dell'azzurro come il cappello di Desío che sorrise compiaciuto e fece roteare i tre campanellini.
A quel suono, Crice spiccò un salto verso terra cercando di fermare la testa che non la smetteva di vibrare...


Rodenzio brandi la maniglia della serranda e...
"Giustappunto, zia!”.
Tanzia venuta per sbirciare, con la pipa in bocca. Aveva smesso il vizio da anni, ma le era restata l'abitudine di sentire lo strumento tra le labbra.
"Zia Tanzia, chiama lo zio. Ho iniziato la fiaba, voglio leggervela ".
E quella "Tannncriii, alza le natiche dalla poltrona. Ti vuole tuo nipote ".




(Le giornate del Tancredi in pensione)




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Racconto scritto il 08/01/2025 - 06:00
Da Mirko D. Mastro
Letta n.43 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Grazie Francesco per l'affetto che hai dimostrato verso il piccolo mondo che gira attorno al nostro Tancredi.
Continua a seguirci, come dice Rodenzio...se son fiabe, fiaberanno

Mirko D. Mastro 09/01/2025 - 05:42

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Anche chiusi in un garage si possono vivere storie fantastiche, basta avere la fantasia giusta, come gli Autori di questa piacevole storia. Complimenti

Francesco Scolaro 08/01/2025 - 09:49

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