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UNA LETTERA

Le istruzioni sono:

Scrivi una lettera a qualcuno o a qualcosa vero o immaginario.


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~



Il semplice vivere

Scrivo a te,
che lungo il fiume non ci sei mai stato.
Si scende di lato al ponte pedonale, la gramigna esce dalle crepe degli scalini di pietra e devi stare attento a non perdere l'equilibrio.
Si va giù, dovendo abbassare la testa sotto i rami cresciuti dallo scorso inverno, inizi a sentire lo scroscio più o meno forte dell'acqua e solo, quando di nuovo ti puoi alzare, il fiume ti appare, quasi improvviso e scorre, pulito, lasciando trasparire i ciottoli e i pescatelli.
L'argine è ampio, l'erba lo ricopre, tranne il sentiero nella parte centrale, che le scarpe di chi, andando lì a correre o camminare, hanno tracciato negli anni. Siamo ancora nella città, il rumore delle automobili, che si vedono scorrere lungo i viali, da lontano si fa sentire, come un ronzio in sottofondo. Te li vedi passare accanto gli altri, ti superano correndo immersi nella loro musica, ne vedi l'ombra prima di sentirne il passo leggero, oppure senti i fischi di chi richiama il cane che si allontana troppo, e poi ci sono i più anziani che, curiosi, iniziano a cercare il tuo sguardo molti metri prima di incrociarti. Parlano tra loro, forse apprezzano o no, chissà, ma aspettano un sorriso, un saluto caldo e ricambiano con quel fare spontaneo, accompagnando il saluto a un cenno della testa e alle mani dietro la schiena.
Non te ne accorgi ma il fiume fa una curva, leggera, dopo di che si allarga, prende la distanza dalla città, dai suoi odori e rumori e lì si apre la natura, dove l'acqua ancora bassa crea una sacca, prima di restringersi dove c'è la cascata. Gli aironi, in quel punto, occupano il territorio, sui sassi che escono dall'acqua si fermano, eleganti ti ignorano e si lasciano fotografare.
Scrivo a te,
che dopo il ponte di legno, ti nascondi appena passato il cespuglio delle rose selvatiche e che al fiume ci arrivi scendendo l'argine, senza gli scalini, tra la terra polverosa o il fango, se ha piovuto di recente. Tu che ci togli la libertà di camminare oltre, verso la zona dei canneti e delle anatre, dove il silenzio diventa lo spettacolo di tutti e la bellezza la puoi toccare, senza pagare. Eppure tu, coperto dalle rose e dal rumore della cascata, resti solo con le tue offese e i tuoi gesti, tutte ti conoscono, tutti lo sanno, nessuno si muove, fino a quando forse succederà qualcosa di più grave e allora ti porteranno al di qua del ponte di legno, uscirai dall'isolamento nel quale vivi, lungo il fiume. Nel frattempo, noi ci dobbiamo fermare, sfidare la tua presenza potrebbe essere una provocazione, meglio tutelare te, quindi, che la sera, quando torni a casa, ti togli le scarpe e le lasci sullo zerbino, insieme alla polvere o al fango, dipende se quel giorno, ha piovuto o no.


Una di quelle


...è la paura delle donne, che perdono la libertà, del semplice vivere.




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Scrittura creativa scritta il 20/05/2019 - 22:44
Da Grazia Giuliani
Letta n.951 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


GRAZIE a tutte le autrici che hanno sentito il tema e agli autori che hanno altrettanto compreso...

Grazia Giuliani 23/05/2019 - 12:11

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Hai scelto un argomento molto originale quanto sentito da noi donne. Bravissima

Maria Isabel Mendez 22/05/2019 - 00:37

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Per prima cosa,ciao. Ciao perchè mi piacerebbe apprendere il tuo dono della scrittura da un'amica (se vuoi). Il contenuto poi è trattato come,forse, solo tu lo sai trattare. Ti rinnovo la mia stima

Mirko (MastroPoeta) 21/05/2019 - 21:04

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Scrivere bene è un’arte e tu sei artista. Dipingi con le parole. Credo tu abbia un cuore grande e delle ali capaci per abbracciare dall’alto più mondo possibile.

Ernesto D'Onise 21/05/2019 - 20:18

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GRAZIA... hai descritto il biondo Tevere in un modo delizioso, sei scesa nei particolari, rivestendolo di luci ed ombre. Quelle ombre che ci nascondono chi vive ai suoi margini oscurandoci la grande bellezza di certi posti. Dovremmo avere più occhi e guardare la triste realtà di certe esistenze. Bellissima prova creativa Brava.

mirella narducci 21/05/2019 - 19:25

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Proprio vero, Grazia.
È un testo profondo, venato di un piacevole lirismo: la libertà di poter godere della bellezza viene preclusa a chi non si sente al sicuro.
Ancora oggi, purtroppo e finché non cambierà la mentalità, nessuno potrà tutelarci...
Brava, cara

PAOLA SALZANO 21/05/2019 - 17:58

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Un bel modo di scrivere di pensare in tanta sensibilità. Davvero bravissima cara Grazia. Buon pomeriggio

MARIA ANGELA CAROSIA 21/05/2019 - 16:18

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„La comprensione nasce dalla capacità di gestire. Ciò che non siamo in grado di gestire ci è «ignoto»; e l'«ignoto» fa paura. La paura è un altro nome che diamo al nostro essere senza difese.

molto bella


Francesco Cau 21/05/2019 - 12:21

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...mostro

laisa azzurra 21/05/2019 - 10:59

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La paura pietrifica
che sia quella delle donne o dei bambini ignari, sin dalla notte dei tempi...
Hai descritto un paesaggio incantato, ma dietro quei canneti, la paura attanaglia.
paura dell'ignoto, paura di quel che si conosce, paura del nostro in tt le sue forme
Sei magistrale, Grazia
...e per dolcezza e per capacità
Ciao amica cara

laisa azzurra 21/05/2019 - 10:59

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Ciao Grazia, tematica molto forte e che dovrebbe essere fonte di discussione quotidiana. Complimenti davvero per il testo impeccabile e per la scrittura semplice ma nello stesso tempo molto evocativa (scrivere bene non è un optional come credono alcuni). 5 stelle strameritate!

Seby Flavio Gulisano 21/05/2019 - 10:26

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