Questo cuore trafitto Ingioiellato di topazio batte come il ciglio d’un neonato e sento torbide tempeste.
Tormenta l’anima avvelenata. Preziosi forzieri di diamante celano negri assilli, brune commozioni. È come l’assenzio licenzioso.
E Bacco offre il liquido scarlatto. Coscienza or è cieca et ubriaca In punta di piedi, scalfita, provocata su triangoli mordaci di vetro.
Sale astruse, meste, aspre e nell’oblio sento di vagare Questo cuore oltraggiato impenitente al mal che vive.
Ch’è lui pregiata pietra nefasta m’offusca la già pallida visione. Rendimi ancella ossequiente Tu inestinguibile padrone!
Alla fioca luce d’un pilastro di cera Succhi le bluastre righe dei polsi avorio E quand' il cielo lamentoso piange ghiaccio Gettata in terra senza speme, abdichi.
Ti cingi di tormenti Tornando tra il mio seno venato di peccato e, sento l’imbrunire partorire dal mio ventre.
Cara Anna, ritengo questi ultime mie scritture "sperimentali" e il fatto che tu abbia scritto un commento così sincero, mi contemporaneamente imbarazza ed onora
Luna deva 13/09/2017 - 11:12
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Molto profonda e sicuramente non comune per l'esposizione molto curata.Di grande significato arriva al cuore di chi legge.Versi che esternano dolore e rabbia...questo è ciò che mi trasmette questa bella lirica.Ciao
Anna Rossi 13/09/2017 - 05:27
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vi Ringrazio,
credo che la poesia debba riuscire ad interpretare un pò l'essenza di chi scrive
Luna deva 11/09/2017 - 14:38
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tosta ma merita applausi
enio2 orsuni 11/09/2017 - 14:25
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Una visione nera ma al tempo stesso illuminante. Buona serata e complimenti
Rosa von Floer 10/09/2017 - 19:43
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