RACCONTI |
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In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Autore |
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Tigre di carta Il colonnello Antonio, presidente del consiglio di Leva, a differenza di quasi tutti gli ufficiali che conobbi durante l’anno del militare, era una persona molto consapevole di non essere colonnello che sulla carta, anzi un giorno me lo disse:
“Vede, noi che siamo qui, siamo militari, ma di fatto civili perché non contiamo niente, siamo delle tigri di carta.” Un paio di cose utili in quei dieci mesi me le insegnò il colonnello. Per esempio, una volta mi fece un ragionamento sul comportamento formale e sul saluto, riferito al fatto che aveva ripreso due sottotenenti medici che non lo avevano salutato. “Vede, io non pretendo che mi si saluti militarmente, per onorare il mio grado, ma che mi si saluti sì. Lo pretendo perché lavoriamo nello stesso ufficio, e poi, all’esterno di qui deve esserci anche la considerazione che si deve.”Una certa formalità, ci vuole.” Infatti, tutte le mattine, quando arrivava, si affacciava lui per primo a salutare tutti. Glauco Ballantini 01/07/2016 - 13:24 commenti 3 - Numero letture:1448
Quindici Euro È mercoledì mattina e in banca c’è la solita fila lenta, impastata di sbuffi, sguardi nei cellulari e il ronzio basso del condizionatore. Sono in attesa da un quarto d’ora quando, alle mie spalle, sento una voce cortese ma decisa.
«Scusate, abbiamo un appuntamento per il divorzio... dobbiamo solo pagare 15 euro.» Tutti si voltano, un po’ per curiosità, un po’ perché "divorzio" è una parola che tira l’attenzione. Un funzionario, dietro al vetro, fa un cenno: «Venite pure avanti.» Li osservo mentre camminano verso lo sportello. C'è una compostezza quasi cerimoniale nel loro incedere. Nessuna fretta, nessun imbarazzo. Solo una strana calma, come se sapessero esattamente dove mettere i piedi, come se questa separazione fosse stata pianificata a lungo — una tappa finale più che una rottura. Di spalle, mi colpiscono subito le scarpe: nere, pulite, senza fronzoli. La donna ha una zeppa piccola, quasi invisibile, e l’uomo indossa delle stringate lisce, simili a quelle che si mett... (continua) Glauco Ballantini 12/05/2025 - 11:11 commenti 0 - Numero letture:590
Spalding Ormai fuori dalla portata per recuperarla, come la voce che “dal sen fuggita, più richiamar non vale”, così la palla a spicchi, come strale non più “trattenibile”, era richiamata all’ordine terrestre attirata dal quarto piano verso il suolo.
Già non si vedeva più il disegno degli spicchi nei quali era divisa. La terrazza ci aveva attirato nella trappola; troppo invitante per non essere preferita alle sudate carte per lo studio dell’ostile lingua franca. Glauco Ballantini 20/07/2016 - 08:48 commenti 6 - Numero letture:1361
Undici Chilometri 1. All’epoca delle ferie d’agosto, dalla fine degli anni ’60 al 1980, erano undici i chilometri che separavano Barga da Renaio, l’Ottocento dal Novecento, il presente dal passato, la realtà di tutti i giorni dalla vacanza.
Il confine fra le due realtà poteva variare, ma arrivava puntuale nel momento in cui si chiudevano le orecchie per la pressione atmosferica che diminuiva con l’altitudine e che di solito si sbloccavano poco dopo arrivati a destinazione. Undici chilometri di curve strette in una strada che era un grosso viottolo, inizialmente tutto sterrato, del quale si conosceva ogni curva, e che, con il passare degli anni, era asfaltato per tratti sempre più lunghi, traccia unica dell’avvicinamento della civiltà al piccolo paese che tardava invece a conoscere qualsiasi comodità. La località si componeva di più nuclei; il principale era Renaio con la bottega, dove si trovava il telefono pubblico a scatti collocato nell’antibagno, con buona pace per la privacy di chi telefonava. E... (continua) Glauco Ballantini 21/07/2016 - 11:05 commenti 8 - Numero letture:1396
Undici Chilometri 2. I castagni erano la caratteristica del posto, i veri protagonisti di quella parte di montagna, sovrani indiscussi di quel mondo: alcuni enormi, risalenti a secoli precedenti, avevano sfamato tutta la gente di montagna coi loro frutti ed ora erano ancora lì a produrre le castagne! Il miracolo delle castagne! Sorprendente, come dei frutti così lisci potessero albergare e uscire illesi da ricci tanto irsuti e respingenti.
I castagni erano utili a tutto; oltre che sfamare, fornivano la legna per riscaldarsi, erano artefici del divertimento per noi cittadini in occasione per le gite di un giorno, e con le foglie verdi si costruivano copricapo che ricordavano quelli degli indiani, con la loro forma appuntita come piume; erano ancora materiale per fare bastoni da passeggio, utili per le camminate, ed infine, aiuto alla caccia: quelli più vecchi e cavi all’interno erano utilizzati infatti come capanni. Uno di essi era grande come una piccola stanza ed era stato arredato alla bisogna: ci si ... (continua) Glauco Ballantini 22/07/2016 - 22:52 commenti 2 - Numero letture:1455
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