RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Autore |
La Historia Oficial- 3 di 3 Le coup the teatre
Con sorpresa i due anziani mi accolsero quasi simpaticamente e furono subito disponibili a rispondere alle mie richieste di informazioni, anzi mi dissero che si aspettavano che qualcuno mi avrebbe indirizzato da loro e che forse era stato meglio così. Erano ormai anni che aspettavano l'occasione di parlare. E lo fecero. Una mattina incontrò Foscardo col suo fucile che gli disse che per lui non c'erano possibilità perchè la sua innamorata non poteva considerare uno scemo di paese e che ci avrebbe provato lui con ben altre possibilità. ![]() ![]() ![]()
Libeccio Contento matto, dopo un mese e mezzo di lavoro, eccoli i primi soldi veri!
Niente accredito in banca, i soldi pronti sull’unghia; troppi per tenerseli in casa, meglio metterli sul libretto postale il pomeriggio stesso, nonostante la giornata di libeccio non promettesse bel tempo. C’era solo da arrivare in auto al quartiere vicino dov’era l’ufficio postale. I soldi, venti pezzi da centomila lire, inseriti con cura dentro una bustina trasparente insieme al libretto e riposti nella tasca interna del giacchetto di jeans. Scesi le scale e salii in macchina. Troppo avanti il sedile, visto che era l’auto di mamma, una vecchia Panda. Allora giro di maniglia, sotto il sedile, e qualche movimento per farlo regredire. Niente da fare. Apro la portiera e metto un piede interra per dare più forza facendo al movimento ondulatorio. La scena come in un film. Vidi la tasca del giacchetto aprirsi, la bustina che cadeva sull’asfalto perpendicolarmente e che rimbalzava facendo sobbalzare il pa... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il cinque maggio L’esame di Diritto Privato, per noi studenti di scienze politiche, era lo scoglio più arduo del primo anno. Si narrava di persone che lo avevano dato per sei volte, e la volpe argentata, così soprannominata la titolare della cattedra, negarli il voto per le prime cinque, facendoli rimandare anche la discussione della tesi.
Quando la mattina mi presentai in facoltà, eravamo in due in lista. Bene, pensai, il dente sarebbe stato tolto subito, senza agonizzare. In fondo era il primo tentativo, assaggiavo la pedana, diciamo. ![]() ![]() ![]()
Statale dodici Magra e abbronzata, con i capelli lisci di un nero fin troppo corvino perché abbia l’aria di esserlo naturalmente.
Non più giovane, con una madre da assistere e una figlia ingombrante da gestire, specie perché il padre è il suo passato: un uomo che nel tempo era troppo cambiato. Guarda assorta le auto passare sulla trafficata arteria come la sua vita; seduta su una poltroncina bianca davanti al suo negozio di articoli sportivi tra piumini e felpe invernali fuori stagione. Solo qualche minuto per chiedere un’indicazione e di lei mi affascinarono i modi di fare spigliati, gli occhi di verde scuro, le fossette e i denti quasi da pubblicità che s’illuminarono con la parola. ![]() ![]() ![]()
Danni collaterali “Svegliati, è per te...” Mi disse mia madre.
Andai al telefono. “Buongiorno, ci sarebbe l’incarico per una supplenza di un giorno, alle scuole Razzauti, in via Basilicata, per la sostituzione dell’insegnante di Inglese.” Accettai, anche se l’inglese l’ho sempre trovato ostico. Si trattava comunque di una scuola elementare, via, me la sarei cavata! Purtroppo anche all’università, invece, c’era stato l’esame di lingua inglese, ed era passato non senza preoccupazioni. Ora arrivava la supplenza che tornava a smentire la profezia; che l’inglese servisse davvero? Parto, col mio bravino blu notte, alla volta de... (continua) ![]() ![]() ![]()
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