RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Marionette

L’accendino tossì una volta. Poi due. Alla fine la piccola fiamma si degnò di presentarsi. Scoppiettio di tabacco pressato e catrame. Inspirò, poi espirò. Osservò il fumo che si muoveva sinuosamente davanti a lui. Gli piaceva perdersi fra l’azzurro di quel fumo, quelle poche volte che si concedeva una sigaretta. Aiutava a pensare.
“Come hai fatto a ridurti così?”. Bella domanda. Forse è solo che il tempo passa e tu passi con lui. Passi invisibile fra i secondi che si accavallano, e i secondi diventano giorni e poi anni. A volte non ci pensi, ma la tua mente continua a farlo. E dopo dieci anni, ti risvegli di colpo. E la tua mente è lì, a presentarti il conto di dieci anni di pensieri inespressi, frasi non dette, ispirazioni soffocate. Bah!
“Bah!”- gli uscì ad alta voce, sputando fuori il fumo. Sorrise. Parlava ancora da solo dopo tanto tempo. Bene, almeno quel poco di pazzia che aveva gli era rimasta. Gli è cara. “Sono sempre stato abbastanza pazzo da non diventarlo del tutto”, pensò... (continua)

Tommaso Ferranti 06/09/2015 - 11:22
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Piano man

La porta cigolò aprendosi. Nella sua testa quel cigolio suonò come un “benvenuto, signore”. Appena entrato, il calore del fiato di decine di uomini lo colpì in faccia come una sberla. Insieme all’odore un po’ animale dei luoghi piccoli e chiusi, dove si ammassano molte, troppe persone. Ma dopo il vento gelido che aveva dovuto affrontare, là fuori, accettò di buon grado sia l’odore che il calore.
Tirò su con il naso. Cavolo se faceva freddo quella notte.
In un’altra età, in un’altra era, un’altra era, cavolo, si sarebbe preparato una camomilla calda e si sarebbe buttato sul divano. Niente di più classico, una serata casalinga in famiglia. Famiglia… Già.
Ma nessun fiore profumato sarebbe stata scomodato quella notte. No, quella sera serviva qualcosa di più forte, qualcosa che avesse più carattere, qualcosa che gli ricordasse che era ancora vivo.
“Un Whiskey”, mormorò al barista. Quello alzò lo sguardo dal bicchiere che stava asciugando e fece un cenno del capo. Okay, aveva capito. S... (continua)

Tommaso Ferranti 24/08/2015 - 11:08
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Farewell

Non potevo dirtelo. Quindi te l’ho disegnato.
Tu avrai capito, sicuramente. Ne sono certo. In fondo, già lo sapevi.
Ecco, forse, dico forse, quello che non hai capito è che era anche qualcos’altro. Un addio. Farewell.
Quel foglio spesso, pesante, rugoso ( 50% cotone, mica cazzi) era anche la mia ultima carta. Non da giocare, no. Da scartare.
Sono seduto a questo tavolo da gioco da troppo tempo. Senza più una lira. Si, sono abbastanza vecchio da trovarmi più a mio agio scrivendo “lira”. Ma non così vecchio, dai. Forse vecchio dentro, ma quello da sempre. Sono fatto così.
Un po’ ho avuto mani pietose, un po’ le ho giocate male io. Diciamo che la verità sta nel mezzo.
Fatto sta che, pezzo dopo pezzo, ho perso tutto. Mi rimaneva questa carta e già sapevo che era per te. Chiamiamola un’eredità. Mi piace essere pretenzioso, a volte.
Ora, mentre mi alzo, nonostante tutto sorridendo, penso che sia giusto così: affinché qualcuno vinca, qualcun altro deve perdere. Ci piace pensare che n... (continua)

Tommaso Ferranti 04/09/2015 - 01:47
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Il Mostro

Notte fonda. Mi sveglio, d’improvviso, nel mio letto. Il leggero lenzuolo che ricopre il mio corpo, sembra pesante come fosse di piombo. Me ne libero.
Ancora gonfio e denso di sonno, mi metto a sedere sul bordo del letto. Dove sono le ciabatte? Eccole. Me le infilo.
Mi alzo finalmente in piedi e, con passo felpato, arrivo sulla soglia della mia camera.
Ne sono sicuro.
C’è qualcuno.
Tendo le orecchie e resto immobile. Devo sembrare un gatto randagio che, accortosi della presenza di un uomo, resta fermo ad osservarne i movimenti, valutandone la minaccia. Non sento nessun rumore, se non quello del silenzio.
Sempre con passo felpato, mi avvio lungo il corridoio, superando, senza remore, il bagno. Anche ci fosse veramente qualcuno, non si nasconderebbe certo nel bagno, no?
Approdo, finalmente, nella sala da pranzo. Nel buio, lampadari, comodini, librerie e mobili, sembrano stalattiti, stalagmiti e protuberanze di roccia. Nel buio, le case sembrano caverne.
Altra pausa d’ascolto. Il... (continua)

Tommaso Ferranti 02/09/2015 - 16:42
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Nebbia

Nebbia.
Osservando fuori dalla finestra, non vedeva altro che nebbia.
Quasi con sorpresa, si accorse che dentro se stesso stava ripetendo quella parola ossessivamente.... “Nebbia”… Sempre più lentamente… “Nebbia”… Sempre più piano… “Nebbia”…

Era come se volesse seguire con le lettere le volute di denso vapore che si accavallavano e si contorcevano a pochi metri da lui. Si stava estraniando. Come sempre. La nebbia lo chiamava, gli parlava. Non era più nel suo corpo, era fra le volute di vapore. In quello stato di stordimento si sentiva meravigliosamente anabulico. Non sentiva niente, non era più perturbabile di un sasso.

Sapeva bene che non era né più né meno che un tossicodipendente. Ma la sostanza che lo richiamava e lo inghiottiva non si poteva comprare né toccare. Non si poteva ingoiare o iniettare. Neanche sniffare.

Era dentro di lui, dentro la sua testa. Sempre. Continuamente. Bastava un guizzo di pensiero per sniffarla. Un battito di ciglia per iniettarla. Una giornat... (continua)


Tommaso Ferranti 07/09/2015 - 12:14
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