RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Gli amanti del diavolo

A volte ci sono storie che non trovano posto in questa vita.
Forse perché sono nate in un posto sbagliato, gremito di veleni e serpi, di trappole fatte di polvere e sangue, di ipocrisia e malignità; o semplicemente perché sono troppo grandi per poter vivere in un mondo così limitato. Certo è che i grandi amori vanno oltre, e a volte ritornano: per loro la fine di una vita non rappresenta mai un ostacolo.
Avevo sentito parlare dalla cara vecchia Rose, la nostra balia (Dio la benedica), della storia di Magdeleine ed Edmund, due amanti persi ai tempi del lontano ed impolverato 1515, che ancora oggi si aggirano per le vie del castello di Ashford tormentando gli eredi di coloro che li portarono alla morte. Mi piace immaginare questi amori antichi e più forti delle montagne come sprazzi di energia divina racchiusi tra un bacio o un abbraccio, quasi sempre finiti tra strade o roghi dimenticati da tutti. L’eternità esiste solo per loro, che continuano ad amarsi anche dopo quella vita, falcia... (continua)

Giorgia Deidda 27/04/2012 - 21:08
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La danza della morte

Dal blu laccato di due ampolle su un comodino, il riflesso di Giuditta sorrideva alla nuova giornata velata.
In quel periodo era il manicomio più assoluto. Una festa continua. Bastava uscire di casa per assaggiare il delirio, e le conseguenze erano quasi sempre devastanti.
E tutto era infiammato; le ragazze erano avide di avvenimenti, speravano in cuor loro che qualcosa accadesse e che il cataclisma soffiasse via le banalità dalle loro case e si corresse corresse fino allo sfinimento, fino alla morte dei sensi.
E Giuditta era una di loro, rideva per niente e s'arrossava come un fuoco se qualcuno la baciava sulla guancia, ma poi bastava spegnere i tramonti interiori per tornare in sé.
Le notti più belle erano quelle dove ci si agghindava con merletti e arabeschi variopinti, rossetti rosso fuoco e si guardava in faccia la notte, a testa alta, con la scia di papavero e di rosa ballando a più non posso sotto le fumigazioni di afrodisiaci per la mente.
Giuditta riuniva in sé gli op... (continua)

Giorgia Deidda 20/01/2014 - 13:41
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Giuditta

A Sophie si strinsero le viscere; il bambino era morto. Il sangue del suo sangue, la creatura che era cresciuta dentro di lei per tutto quel tempo, che aveva succhiato la sua linfa vitale e a cui lei aveva dato tutto il suo amore, il buio nel tutto, era inerme tra le sue braccia. Sophie cominciò a piangere, a strapparsi i capelli e ad urlare alla terra che il suo corpo era smunto, la sua coscienza straziata, le sue lacrime interminabili. Un dolore simile sarebbe stato difficile da sopportare, con Marvate che era andato via da tempo e Sheila scappata chissà dove. I tempi in cui la gioia permeava la sua bocca, le disegnava con naturalezza le fossette intorno agli angoli delle belle labbra, le illuminava gli occhi di un topazio autunnale, tutti erano già terminati. Strappati, distrutti. Meritava tutto questo, ne era ben consapevole. Adesso la ruota avrebbe girato, e stavolta toccava a lei. Inevitabilmente.
Così, sola, si rannicchiò sul terreno e si lasciò avvolgere dalla disperazione ch... (continua)

Giorgia Deidda 18/01/2014 - 19:39
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Insanità di una giovane adolescente

Ho fili di inchiostro su questa faccia smunta, li disegno con dita di seta e carta cromata.
Cosa fare oggi?
Ritaglio schegge di questa giornata strana, abbozzo uno schizzo, in versi, del tempo, che scorre veloce per un uomo lento.
Ma la verità, amici siberiani, è che la scelta che ho fatto non era sincera: ho ceduto prima ancora di cominciare, fuggendo paure ridicole in un pomeriggio di ottobre.
Respiro profondo, respiro: non voglio annegare. Devo agire, muovermi, non devo cedere al desiderio di pensare. Ma il pensiero, fuoco ininterrotto, si insinua a fondo nella mia schiena: io stessa mi sono condannata all'esilio. E questo non è un ritorno: è solo una fuga. Ma in fondo la vita non è così nera: mi sveglio al mattino, poi dormo la sera... Le rime che scrivo, beh, sono forzate. Se stringo, le dita ne sono piagate. Ero seduta in una stanza, ma non era una stanza: era un mantello di piumeper coprirmi dalla pioggia di Aprile. Seduta a uno specchio che non mostrava il mio riflesso, r... (continua)

Giorgia Deidda 19/10/2013 - 18:44
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Le onde di Teti

A Sophie si strinsero le viscere; il bambino era morto. Il sangue del suo sangue, la creatura che era cresciuta dentro di lei per tutto quel tempo, che aveva succhiato la sua linfa vitale e a cui lei aveva dato tutto il suo amore, il buio nel tutto, era inerme tra le sue braccia. Sophie cominciò a piangere, a strapparsi i capelli e ad urlare alla terra che il suo corpo era smunto, la sua coscienza straziata, le sue lacrime interminabili. Un dolore simile sarebbe stato difficile da sopportare, con Marvate che era andato via da tempo e Sheila scappata chissà dove. I tempi in cui la gioia permeava la sua bocca, le disegnava con naturalezza le fossette intorno agli angoli delle belle labbra, le illuminava gli occhi di un topazio autunnale, tutti erano già terminati. Strappati, distrutti. Meritava tutto questo, ne era ben consapevole. Adesso la ruota avrebbe girato, e stavolta toccava a lei. Inevitabilmente.
Così, sola, si rannicchiò sul terreno e si lasciò avvolgere dalla disperazione ch... (continua)

Giorgia Deidda 15/01/2014 - 19:34
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