RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Contratto di subappalto della mia mano sinistra

(Sei schiavo della tua voglia di essere libero?)

La stanza è vuota. C’è solo un lampadario che custodisce una luce calda, si sforza di imitare una candela, ovviamente. Il pavimento ha il fetore di vissuto seppur tenuto con cura maniacale, è di marmo pregiato ancora lucido, c’è una finestra ampia, ma è serrata.
La stanza è vuota ma ci sono due persone.
Non è dato sapere se è l’alba oppure il tramonto, però il sesso è noto:
Un uomo ed una donna sono uno dirimpetto all’altro, la postura è solenne e gli arti ritti:
Non ci sono letti, non ci sono sedie e non esistono stelle, la stanza è vuota e solo il marmo è decorato.
Non ci sono mobili dentro cui custodire segreti.
Le pareti sono pulite, la vernice è da poco asciutta.
L’uomo con una torsione del corpo che lo slancia, inizia a parlare:
-Cavami questi occhi, amata Marina, ti conosco solo da qualche giorno, non so niente di te, ma intanto senti qua:
Una volta, in viaggio di lavoro verso Benevento, l’automobile correva grintosa... (continua)


Bruno Gais 30/03/2021 - 01:00
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Il nipote del vecchio pescatore.

-Mio nonno ogni giorno va a pesca di saraghi. Dice che è l’unica via per parlare co mare.
Dice che il mare fa o prezioso, non è facile da conquistare.
Dice che è na bella femmena, che ti fa svenà.
Dice pure però che se ci parli co mare, basta na vota, poi non ti senti più solo.

Lui mo sta sempre solo.
Non parla co nisciun.
Solo con me.
Per me il mondo è quello che riesco a guardare: sopra sta la montagna con il pizzo, e sul pizzo ci sta la statua della Madonna. Poi se scendi un po’ ci sta il paese con tutte le case e pure la chiesa. Stefano abitava vicino alla chiesa. E’ il mio migliore amico, si è trasferito con la famiglia in città.
Dicono che le città sono grandi e luminose e tutti se ne vogliono andare dal paese.
Se solo tu sapessi, sarago, come piangono i paesi d'inverno e non ci sono abbastanza orecchie per sentire.

La scuola media l’hanno chiusa.
Mo è rimasta l’elementari. I bambini so pochi. Perciò gioco sempre con la sabbia.
La sabbia è tanta. Migliaia di grane... (continua)


Bruno Gais 16/09/2019 - 11:30
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Sabbia

Una porta, semiaperta basta, per scorgere l’evento,
un tradimento,
mia amata, una sabbia di vane certezze
dissolve nei miei occhi fortezze
la retina è ferita all'inferno,
all'interno del bulbo oculare il cuore insanguina i ricordi.
Sono i tuoi occhi visti di nascosto dai miei ad essere così diversi.
Così vivi.
Una felicità nel tuo godimento a me sconosciuta. Non ti ho scoperta mai
Se non nel mio sgomento.
Ti ho vissuta mai? adesso mi chiedo, nascosto dietro il tuo letto seminudo e sudato.
Sudore salato di pelle non mia.
Villano villoso virtuoso.
I tuoi movimenti danzando, formano un cratere meraviglioso.
E non le nostre giornate uggiose.
Ha smesso di piovere per te, e nasce l’arcobaleno.
Un piccolo spiraglio, un alito di luce da cui scrutare tutto ciò, basta a me, per capire che:
non ci conosciamo affatto.
Non mi comprendo affatto.
Chi sono io davvero?
Colui che si mostrava a lei,
Oppure quello che ballava scimmiottando da solo nel bagno, guardandosi allo specchio?... (continua)

Bruno Gais 13/10/2019 - 14:55
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Il mare e il tulipano

Il tulipano sbiadito che divenne faro dell'universo.

-Che fatica!- dovette pensare Lui, guardando il sole stanco; un intero giorno ad arrancare, come un mulo che pretende d’esser cavallo, solo per tentar di riscaldare il mare freddo e distratto, e non appena questo mare, così irrequieto, cede ad un lieve tepore, come d’intimità fugace, il Sole, invece, prima sbadiglia, e poi cullandosi tra nuvole di candide intenzioni, scivola alle dipendenze di sonnolenti coperte chiamate tramonto. Insomma, ci mette un intero giorno a conquistare il mare che finalmente, riuscendo nell’intento, si nasconde invece dietro l’universo senza più forze, pieno di vergogna dall’esser sfinito. I colori del crepuscolo sigillano questa amara punizione mentre il mare è pieno di caldo amore. Ma il Sole che lo ha fatto innamorare, non c’è più. C’è invece tanto sale nell’aria che stuzzica pensieri e rimpianti. Morali liquide e misticità aeriforme. Fluidi i principi, costanti le onde, incalzante la musica che porta... (continua)


Bruno Gais 29/07/2020 - 08:16
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Invito alla geometria dell'amore perduto.

Dentro me t’invito così puoi osservare come forme geometriche elementari diventano torri di Babele.
Ci ho messo quattro anni per capire che tutto inizia con una linea, sempre. Una piccola serie di tratteggi finemente uniti, ma è una bugia, sono distaccati. Siamo caos.
Ordine senza ritmo. Tuttavia ordine e allora la linea diventa quadrato.
Quattro linee che s’inseguono.
Come ho inseguito quella pittrice per quattro anni.
Per quattro linee.
Oggi, nel vertice finale di un quadrato la incontro e l’invito dentro di me, nel mio appartamento, così può osservare come i colori di un pennello sono in realtà emozioni.
Entra e siede sul divano:
-Ti preparo un caffè?-
-Si grazie-
-Perché mi hai lasciato?- chiedo
-Perché tu sei rosso. Sei un fottuto serafino rosso di sangue. Mi donavi troppa creatività ed io non sapevo gestirla. Con te i miei quadri diventavano meravigliosi, e avevo paura perché mi sentivo inadeguata-.
Ecco come un quadrato prova ad evolversi e diventare cubo. Quattro li... (continua)

Bruno Gais 12/03/2021 - 23:44
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